Caro Don Bosco...


Lettera a Don Bosco dei ragazzi dell'oratorio
salesiano di Piazza Armerina


Caro Don Bosco,
ti chiamiamo Padre, Maestro ed Amico della gioventù, quella gioventù da te tanto amata per cui hai speso l’intera esistenza. E continui a farlo ancora oggi, due secoli dopo, perché Dio tramite te ispira giovani e meno giovani disposti a spendersi per la stessa causa.
È grazie alla tua forza, alla tua determinazione ma soprattutto alla tua fede che oggi siamo qui come Famiglia Salesiana, uniti e allegri come ci vuoi tu, a festeggiarti e ringraziarti; perché se tu per primo non ci avessi dato l’esempio, vincendo ogni difficoltà e perseverando per salvare le anime dei giovani, noi già avremmo mollato.
Non saremmo qui a iniziare con te il decimo anno di esperienza salesiana laica. Una realtà, la nostra, che dieci anni fa destava dubbio, incertezza, ma che ha trovato conferma, giorno dopo giorno, nei giovani che Dio ha mandato alla tua casa, questa casa.
È anche vero che non è stato fatto nulla di così innovativo: tu stesso hai avuto la geniale intuizione di mobilitare i laici verso l’apostolato. Tu li chiamavi collaboratori, ora si chiamano Salesiani Cooperatori. In molti si innamorano di te grazie a loro e grazie ai consacrati e agli altri giovani di tante realtà salesiane. Che meraviglia amare Dio attraverso i giovani! Che meraviglia sentirsi a casa, in famiglia, uniti per una stessa missione!
In tutti questi anni ci è sempre stata vicina la tua frase: “Per cogliere le rose, si sa, s'incontrano le spine; ma con le spine vi è sempre la rosa”. Ci sono state spine che, a dire il vero, non ci aspettavamo: ritrovarsi ostacolati da chi dovrebbe essere una guida di fede ci spiazza. La ricerca di scissioni da parte di chi dovrebbe predicare l’unità ci addolora.
Più volte ci siamo dovuti mettere in discussione, abbiamo dovuto rivedere le nostre idee, quasi sempre senza capire cosa ci fosse di sbagliato in esse.
Vorrei averti qui, Padre, per farti tante domande che difficilmente trovano risposta. Ti vorrei qui, nella nostra piccola città di P.Armerina, e ti porterei in mezzo ai giovani perché tu li incontrassi e loro incontrassero te. Ti porterei alla villetta, tra i pub e le strade, e so che tu con me ci verresti e avresti una parolina all’orecchio per ogni giovane, dal più responsabile al più sprovveduto, da quello che cerca Dio a quello che si sente smarrito e ha perso la fede. Ma tu sei vissuto due secoli fa; qui, adesso, ci siamo noi. E simbolicamente alla villetta vorremmo portare in processione la Madre che ci hai insegnato a chiamare Ausiliatrice, pregandola di tenerci tutti sotto il suo manto e di insegnarci ad essere guida per i giovani, tutti i giovani! Vederci impedire ciò, ci lascia delusi.
Padre, a dire il vero, in processione volevamo portare anche te, per dirti “Scendi nelle strade, scendi ancora!”. Anche questo non si può fare. Perché?
Sai cos’è che nonostante tutto ci da forza? Ricorrere al tuo esempio. Anche tu hai trovato spine laddove cercavi braccia che potessero aiutarti. A te è andata anche peggio, hanno tentato di ucciderti! Ma Dio ha manifestato il suo amore proteggendoti e illuminandoti continuamente, tu ci hai messo il “si” quotidiano e una buona dose di ottimismo.
Con lo stesso ottimismo e con fede, dunque, ci rivolgiamo a Dio per mezzo tuo, affinché possa farci capire quale sia la strada da seguire, quali siano le condizioni da accettare con ubbidienza e quali, invece, siano da cambiare con coraggio, sempre per la Sua gloria e mai per la nostra.
C’è un giardino di rose bellissimo in questa città, ogni rosa è un giovane che la abita e noi vogliamo essere per loro dei buoni giardinieri.
Implora Dio per noi perché renda i nostri cuori pazienti e accoglienti, in quanto uno solo è il nostro desiderio: raggiungerti insieme ai tuoi figli in Paradiso.


I giovani dell’Oratorio Salesiano di Piazza Armerina

A.S.D P.G.S "Stelle Azzurre" dal 1983: 2° giornata festa per le “Stelline” Piazzesi

A.S.D P.G.S "Stelle Azzurre" dal 1983: 2° giornata festa per le “Stelline” Piazzesi: "Per iniziare nel migliore dei modi la settimana Salesiana che si concluderà lunedì 31 Gennaio con i festeggiamenti a Don Bosco, i comitati ..."

Torneo Don Bosco 27 gennaio


per sapere di più visita il blog www.pgsstelleazzurre.blogspot.com

LA RICERCA La scienza riscopre poesie e tabelline

Uno studio americano rivaluta un metodo didattico passato di moda e spiega perché è più efficace. Ricordare un testo, dei versi o una sequenza di numeri non è nozionismo ma aiuta a elaborare i concetti

BERLINO - "Nel mezzo del cammin di nostra vita...", oppure "Sempre caro mi fu quest'ermo colle...": chi ricorda ancora a memoria passi della Divina Commedia di Dante o L'Infinito di Leopardi? Negli ultimi decenni imparare a memoria, assimilare passivamente, ripetere e annotare, era andato fuori moda come metodo didattico: nozionismo sorpassato. Invece no: imparare a memoria, leggere e rileggere, ripetere, è spessissimo il metodo migliore per apprendere, fino ai massimi livelli accademici e non solo alle elementari o alle medie. A questa conclusione, rilanciata dai media tedeschi, sono arrivati Jeffrey Karpicke e Janell Blunt, psicologi alla Purdue University di West Lafayette, Indiana, Usa. Al loro studio la rivista "Science" ha dedicato un ampio resoconto. Il sogno degli studenti universitari, si dice qui scherzando, è arrivare all'esame con un metaforico imbuto che ti immette nozioni e concetti nella memoria. Ma come darsi da soli un "imbuto" funzionante? Jeffrey Karpicke e Janell Blunt suggeriscono in sostanza "keep it simple", quindi impara a memoria, ripeti e ricorda. E prendi appunti, se possibile a mano perché il collegamento dell'attività motoria dello scrivere col cervello aiuta a ricordare ben più dell'uso della tastiera di un computer. Imparare a memoria e ripetere, dicono Karpicke e Blunt, è un metodo molto più efficace per assimilare nozioni e concetti, e poi averli nella propria memoria e quindi utilizzarli nel ragionamento, in connessioni logiche, rispetto a metodi nuovi come l'uso di cosiddette "concept maps" o "mind maps". Cioè schizzi e grafici, come nelle illustrazioni scientifiche moderne, in cui i punti e i concetti principali della materia d'apprendimento vengono messi in correlazione tra loro. Viva l'imparare a memoria e la ripetizione, scrivono i due psicologi su "Science", spiegando due esperimenti che hanno condotto. Nel primo, hanno consegnato a 80 studenti un testo scientifico da leggere. La metà dei giovani doveva tenere bene a memoria quanto appreso, l'altra metà doveva invece seguire il metodo delle "concept maps" e schizzare una specie di schema-carta geografica con i contenuti più importanti logicamente collegati tra loro. Poi tutti i partecipanti al test hanno dovuto redigere quanto avevano imparato, e quali erano le loro conclusioni logiche. A sorpresa, quei 40 studenti su 80 che avevano semplicemente riscritto e imparato a memoria quanto avevano letto sono andati meglio all'esame-test: ricordavano meglio anche a lungo termine e usavano meglio con la loro logica quanto avevano appreso. La spiegazione dei due scienziati: chi impara a memoria e prende appunti riesce meglio non solo a ricordare le informazioni apprese, ma anche a ordinarle poi autonomamente secondo logica. Insomma, aiuta a sviluppare le capacità cerebrali, e indirettamente anche a essere meno dipendenti dai computer. Dettaglio curioso: scrivere a mano aiuta a ricordare e a usare la logica molto più che non scrivere con la tastiera d'un computer, perché i segnali della mano scrivente a penna al cervello imprimono meglio la memoria. Il metodo dell'imparare a memoria, ripetere, ricordare e scrivere non è comunque universale, ammonisce Elsbeth Stern, docente di didattica a Zurigo. "Ha un senso imparare a memoria i nomi di tutte le capitali europee, solo se gli studenti hanno un'idea generale di cos'è l'Europa, il metodo perfetto non esiste", aggiunge. Eppure il rapporto pubblicato da "Science" sembra consigliarci di riabilitare il cosiddetto nozionismo demodé. Sempre ricordando modesti che l'essere umano non è "infinito" come il capolavoro di Leopardi.

font: http://www.repubblica.it/scienze/2011/01/24/news/memoria-11577456/

LO STUDIO "Labirinto Ikea": ecco perché non puoi uscirne a mani vuote

Ricercatori dello University College di Londra hanno analizzato la planimetria dei centri commerciali: nel mobilificio svedese tutto è studiato per indurre i clienti all'acquisto di SARA FICOCELLI

SALOTTI che invogliano a riposare in poltrona, cucine che sfociano in bagni che a loro volta sbucano verso un altro salotto: non è un film di David Lynch ma il labirintico mondo Ikea, progettato e realizzato non solo per permetterci di arredare 45mq con 4500 euro ma anche per farci comprare, comprare, comprare. E per convincere un innocuo visitatore a trasformarsi in un compratore compulsivo non c'è cosa migliore che imprigionarlo nelle manette soft della perdizione mentale.
Quello che molti sospettavano ha oggi una dimostrazione scientifica. L'hanno elaborata i ricercatori dello University College di Londra, che studiando la logica alla base della planimetria dei centri commerciali hanno notato qualcosa di strano: percorsi arzigogolati, fatti apposta per impedire a chi entra di tornare indietro. Una volta entrati nel paradiso dei mobili svedesi a buon mercato, insomma, bisogna andare fino in fondo, e se anche si entra per comprare un vaso da orchidea è probabile che si esca con un tavolino infilato a forza nel portabagagli. L'"effetto labirinto", così lo hanno battezzato gli studiosi guidati da Alan Penn, ha proprio lo scopo di mantenere i clienti tra corridoi ed espositori il più a lungo possibile, facendoli perdere tra mobili minimalisti componibili e invogliando il cervello a comprare.
''L'organizzazione del negozio è così confusa che il cliente non sa se sarà in grado di tornare indietro. Così mette l'oggetto nel carrello e tira avanti'', spiega lo studioso, direttore del Virtual Reality Centre for the Built Environment dell'università britannica. Un ritratto che però l'azienda svedese mostra di non gradire: ''I nostri negozi sono progettati per dare ai clienti diverse idee su come arredare la propria casa, dalla cucina alla stanza da letto - ribatte Carole Reddish, vice direttore delegato di Ikea per Gran Bretagna e Irlanda - Mentre molti clienti vengono in negozio per ispirarsi, altri arrivano con una precisa lista degli acquisti realizzata dopo aver consultato i nostri cataloghi cartacei e online''.Con una rete di 258 negozi in 37 Paesi e un fatturato che nel 2009 ha raggiunto i 21,5 miliardi di euro, Ikea è una delle multinazionali più fortunate al mondo. Dal ristorante interno a base di specialità della cucina svedese al catalogo pubblicato in 52 diverse edizioni, di cui ogni anno vengo stampate 198 milioni di copie, l'azienda ha sempre dimostrato una certa sagacia nell'utilizzo delle strategie di marketing."Alla base di certe modalità di presentazione dei prodotti - spiega Stefano Canali, storico e filosofo della scienza e ricercatore per la Sissa (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) nel campo delle basi biologiche dei comportamenti compulsivi - c'è lo sfruttamento di due meccanismi cerebrali: il primo è quello di ricompensa e gratificazione, che si attiva grazie alla dopamina, un neurotrasmettitore che entra in funzione in presenza di novità. A contatto con novità continue, come la presentazione di prodotti che teoricamente possono esserci utili per vivere meglio, il cervello attiva sequenze comportamentali finalizzate al consumo. Il secondo meccanismo è quello della cosiddetta "ego-depletion" (in italiano "ego-sottrazione" o "ego-privazione") che è la progressiva perdita delle capacità cerebrali di resistenza al consumo, controllate dalla corteccia prefrontale". Di fronte a una tentazione continua, conclude l'esperto, è insomma fisiologico che la volontà prima o poi ceda, spingendoci a comprare cose che non ci servono e riducendoci, come cantavano i Clash, "Lost in the supermarket".

font:http://www.repubblica.it/scienze/2011/01/24/news/labirinto_ikea-11593733/

Siviglia, spot anti-Mou: ''Resterai senza titulo''

Dai “tre tituli” a “zeru tituli”. Mourinho è ancora bersaglio delle tifoserie avversarie in Spagna. In vista della semifinale di Coppa del Re, uno spot del Siviglia annuncia il peggiore degli incubi per lo Special One: «Ti lasceremo senza titulo», minaccia lo slogan

A.S.D P.G.S "Stelle Azzurre" dal 1983: La Famiglia Salesiana celebra il triduo di Don Bos...

A.S.D P.G.S "Stelle Azzurre" dal 1983: La Famiglia Salesiana celebra il triduo di Don Bos...: "La Famiglia Salesiana è già in trepidante attesa per la festa del loro padre fondatore, S. Giovanni Bosco, che come consuetudine si celebra..."

A.S.D P.G.S "Stelle Azzurre" dal 1983: Vigor-Stelle Azzurre: 4-1

A.S.D P.G.S "Stelle Azzurre" dal 1983: Vigor-Stelle Azzurre: 4-1: "Mercoledì 19 gennaio si è disputata presso il palazzetto dello sport di Piazza Armerina la Vigor-Stelle Azzurre. Le Stelle non hanno portato..."

17 marzo 2011, festa nazionale: per chi lavora è un ponte in più


Il 2011 ha una nuova festa nazionale, il 17 marzo: è giovedì, i lavoratori possono prepararsi a un 'ponte' tutto nuovo. Il 17 marzo è la data in cui Vittorio Emanuele proclama nel 1861 il Regno d'Italia. Sarà celebrato solo quest'anno, poi tornerà una data normale, ricordata nei libri di storia, ma non celebrata ufficialmente. Lo comunicano il capo dello Stato e il capo del governo, che hanno trovato un accordo sui prossimi appuntamenti per celebrare il 150esimo anniversario dell'unità italiana. Il 2 giugno prossimo verranno invitati infatti a Roma i capi di stato di 26 paesi dell'Unione europea, degli Stati Uniti, della Russia e di quei paesi dove esistono le più numerose comunità di emigrati italiani. Come l'Argentina, il Brasile e l'Uruguay. È il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, durante la presentazione degli eventi per i 150 anni dell'Unità d'Italia, oggi a Roma, a svelarne i particolari. "I capi di stato parteciperanno alla parata del 2 giugno caratterizzata sui 150 anni, poi dopo la colazione al Quirinale, in Campidoglio daranno un saluto all'Italia". Aggiungendo: "L'iniziativa è il frutto di un colloquio tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che "hanno convenuto di dare una particolare enfasi sul piano europeo e internazionale ai festeggiamenti per il 150esimo". Era infatti il 17 marzo 1861 quando a Palazzo Carignano, allora nuova sede del parlamento italiano a Torino, venne proclamato il Regno d'Italia. Con la prima convocazione del Parlamento italiano del 18 febbraio 1861 e la successiva proclamazione del 17 marzo, Vittorio Emanuele II è il primo re d'Italia nel periodo 1861-1878

PGS Sicilia: campi estivi atleti


Campi estivi atleti.

Si svolgeranno dall’8 al 21 luglio 2011 al Soggiorno Don Bosco di Gambarie d’Aspromonte i campi estivi atleti riservati alle categorie Mini, Propaganda, Under 14 e Under 16. Un’esperienza di gioco sport immersi nella splendida natura a 1300 metri s.l.m.. Per la modalita' del campo e scheda di adesione ..clicca qui..

PGS Sicilia: corso dirigenti

Corsi dirigenti: Ragusa, 25/27 febbraio 2011.

Si svolgeranno a Ragusa dal 25 al 27 febbraio i corsi di formazione di primo e secondo livello per i dirigenti delle associazioni locali Pgs. I corsi saranno realizzati con la collaborazione della Scuola dello Sport “G. Cartia” del Coni Sicilia che metterà a disposizione oltre alle strutture anche i docenti che comporranno l’equipe assieme ai responsabili regionali pgs della formazione. Per il programma, modalita' e scheda di partecipazione ...clicca qui..

'A Livella. Totò



Ogn'anno, il due novembre, c'é l'usanzaper i defunti andare al Cimitero. Ognuno ll'adda fà chesta crianza; ognuno adda tené chistu penziero.
Ogn'anno, puntualmente, in questo giorno, di questa triste e mesta ricorrenza, anch'io ci vado, e con dei fiori adornoil loculo marmoreo 'e zi' Vicenza.
St'anno m'é capitato 'navventura...dopo di aver compiuto il triste omaggio. Madonna! si ce penzo,e che paura! ma po' facette un'anema e curaggio.
'O fatto è chisto, statemi a sentire: s'avvicinava ll'ora d'à chiusura: io,tomo tomo, stavo per uscire buttando un occhio a qualche sepoltura.
"Qui dorme in pace il nobile marchesesignore di Rovigo e di Belluno ardimentoso eroe di mille imprese morto l'11 maggio del'31"
'O stemma cu 'a curona 'ncoppa a tutto......sotto 'na croce fatta 'e lampadine; tre mazze 'e rose cu 'na lista 'e lutto: cannele,cannelotte e sei lumine.
Proprio azzeccata 'a tomba 'e stu signorence stava 'n 'ata tomba piccerella, abbandunata, senza manco un fiore; pe' segno,sulamente 'na crucella.
E ncoppa 'a croce appena se liggeva:"Esposito Gennaro - netturbino": guardannola, che ppena me facevastu muorto senza manco nu lumino!
Questa è la vita! 'ncapo a me penzavo...chi ha avuto tanto e chi nun ave niente! Stu povero maronna s'aspettavaca pur all'atu munno era pezzente?
Mentre fantasticavo stu penziero, s'era ggià fatta quase mezanotte, e i'rimanette 'nchiuso priggiuniero, muorto 'e paura...nnanze 'e cannelotte.
Tutto a 'nu tratto,che veco 'a luntano? Ddoje ombre avvicenarse 'a parte mia...Penzaje: stu fatto a me mme pare strano...Stongo scetato...dormo, o è fantasia?
Ate che fantasia; era 'o Marchese: c'o' tubbo, 'a caramella e c'o' pastrano; chill'ato apriesso a isso un brutto arnese; tutto fetente e cu 'nascopa mmano.
E chillo certamente è don Gennaro...'omuorto puveriello...'o scupatore. 'Int 'a stu fatto i' nun ce veco chiaro: so' muorte e se ritirano a chest'ora?
Putevano sta' 'a me quase 'nu palmo, quanno 'o Marchese se fermaje 'e botto, s'avota e tomo tomo..calmo calmo, dicette a don Gennaro:"Giovanotto!
Da Voi vorrei saper, vile carogna, con quale ardire e come avete osatodi farvi seppellir, per mia vergogna, accanto a me che sono blasonato!
La casta è casta e va, si, rispettata, ma Voi perdeste il senso e la misura; la Vostra salma andava, si, inumata; ma seppellita nella spazzatura!
Ancora oltre sopportar non possola Vostra vicinanza puzzolente, fa d'uopo, quindi, che cerchiate un fossotra i vostri pari, tra la vostra gente"
"Signor Marchese, nun è colpa mia, i'nun v'avesse fatto chistu tuorto; mia moglie è stata a ffa' sta fesseria,i' che putevo fa' si ero muorto?
Si fosse vivo ve farrei cuntento, pigliasse 'a casciulella cu 'e qquatt'ossee proprio mo, obbj'...'nd'a stu mumentomme ne trasesse dinto a n'ata fossa".
"E cosa aspetti, oh turpe malcreato, che l'ira mia raggiunga l'eccedenza? Se io non fossi stato un titolato avrei già dato piglio alla violenza!"
"Famme vedé.. -piglia sta violenza... 'A verità, Marché, mme so' scucciato'e te senti; e si perdo 'a pacienza, mme scordo ca so' muorto e so mazzate!...
Ma chi te cride d'essere...nu ddio? Ccà dinto, 'o vvuo capi, ca simmo eguale?......Muorto si'tu e muorto so' pur'io; ognuno comme a 'na'ato é tale e quale".
"Lurido porco!...Come ti permetti paragonarti a me ch'ebbi natali illustri, nobilissimi e perfetti, da fare invidia a Principi Reali?".
"Tu qua' Natale...Pasca e Ppifania!!! T''o vvuo' mettere 'ncapo...'int'a cervella che staje malato ancora e' fantasia?...'A morte 'o ssaje ched''e?...è una livella.
'Nu rre, 'nu maggistrato, 'nu grand'ommo, trasenno stu canciello ha fatt'o punto c'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nomme: tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?
Perciò, stamme a ssenti...nun fa''o restivo, suppuorteme vicino- che te 'mporta? Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive: nuje simmo serie...appartenimmo à morte!"

Gandhi insegna cos'è Amore

Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l’ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell’animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l’amore,
e fallo conoscere al mondo.

M. Gandhi

CALCIO Barcellona dei record, cento punti per battere la storia

Bel gioco, gol, trofei e anche il primato di Cruyff del '75: 28 gare senza ko. Ma Guardiola non ha ancora rinnovato il contratto: "Lasciatemi lavorare in pace" di MAURIZIO CROSETTI

PER UNA volta, non guardiamo il Barcellona come se fosse solo quello che è, ovvero un'opera d'arte, e neppure la perfetta sintesi tra idea (il gioco), filosofia (il vivaio) e sovrumano talento (Messi, più qualche campione del mondo). Perché la più forte e la più bella squadra del pianeta (non sempre forza e bellezza sono sinonimi, nel Barça sì) è soprattutto un'equazione, un teorema. Matematica, non solo poesia. Algebra, non solo fantasia. I numeri, non le opinioni sui massimi sistemi calcistici - dei quali, pure, il Barcellona è un esempio unico - sostanziano la carne di un autentico miracolo, la ciccia sulle ossa di un capolavoro. La mostruosità dei record già battuti dai blaugrana (e siamo solo a gennaio), racconta più di mille aggettivi. I numeri in colonna spiegano veramente tutto, sono i tempi perfetti dello spartito di Mozart, l'aritmetica che si sposa con l'indubitabile prova dell'esistenza di Dio (il quale nacque a Barceloneta, non a Betlemme). Dunque, i memorabili hanno chiuso il girone d'andata con 17 vittorie su 19 partite, un solo pareggio e una misera, lontana (11 settembre), inspiegabile sconfitta contro l'Hercules (0-2). Cioè 52 punti su 57 disponibili, come loro nessuno mai. La vera impresa, a questo punto, è averne appena quattro in meno del Barça: ci sta riuscendo il Real Madrid di Mourinho, peraltro umiliato nello scontro diretto, il famoso 5-0 del Camp Nou (29 novembre, la partita perfetta). La terza forza della Liga, si fa per dire, è il Villareal remotissimo (39 punti). Anche se le due cifre che lasciano sbigottiti riguardano i gol: 61 segnati, 11 incassati, differenza reti di + 50. Tredici, nelle ultime tre partite. Le goleade non si contano: la cinquina al Real ma anche al Siviglia e alla Real Sociedad, e poi il 5-1 all'Espanyol, il 4-0 al Deportivo, il 4-1 al Malaga, il 5-1 in Champions al Panathinaikos. Più che una squadra, un rullo asfaltatore. Il Barcellona di tutti i record ha stabilito anche quello della serie più lunga senza sconfitte: 28 gare, una in più del Barça di Cruyff nel '75. Seguono il maggior numero di vittorie in trasferta (9). Alla portata, ovviamente, il tetto dei 99 punti finali (raggiunto l'anno scorso), dei 107 gol (1989-90), a un passo le vittorie consecutive (14, ne manca appena una). Persino il metro e la bilancia dimostrano come il talento del Barcellona sia qualcosa di lieve, eppure potentissimo: altezza media, 177 centimetri (la pachidermica Juve, tanto per dire, è a 186), peso medio 71,5 chili (quattro in meno della media europea). Cominciando dalle formazioni giovanili, i calciatori non vengono valutati un tanto al chilo. Pesi e attrezzi ginnici non sono il pane quotidiano, perché l'unico aggeggio da non abbandonare mai, anzi da accudire, è il pallone: infatti i giocatori del Barcellona danno l'impressione di divertirsi prima di divertire, insomma di essere proprio felici. Inoltre, il Barça è la squadra più "corta" d'Europa (36 metri in media), dunque la più raccolta e compatta. Ma sono il cronometro e il pallottoliere a chiudere il cerchio: il Barcellona tiene la palla più di tutti (70 per cento, l'Inter è al 54 per cento) e fa più passaggi nel corso di una partita (672 in media, contro i 513 del Milan, primo in Italia). L'incredibile matematica del Barcellona non è esclusiva emanazione dei singoli (a proposito di regolarità, il sublime Iniesta da cinque stagioni infila 19 presenze nelle prime 19 giornate), nonostante il venusiano Messi (già 31 gol, 18 in Liga, adesso punta a superare i 47 dell'anno scorso) abbia appena rivinto il Pallone d'Oro ("Non devo giustificarmi, non ho rubato nulla", ha detto la Pulce, piccata). E sorprende che l'architetto di questa cattedrale, l'allenatore Pep Guardiola (40 anni ieri, ecco un altro numero che spiega molto, compresa la distanza da noi), otto trofei in due anni e mezzo, terzo campionato consecutivo più che probabile, non abbia ancora rinnovato il contratto: scadrà a giugno, il club gli offre il classico assegno in bianco, lui chiede tempo: "Perché ne manca ancora molto, e io voglio solo lavorare in pace". L'unica ombra, a ben guardare, sulla meravigliosa tela, anche se i più affascinanti capolavori sono un abile gioco di chiaroscuro.

font:http://www.repubblica.it/sport/calcio/calciomercato/2011/01/19/news/barcellona_dei_record-11391987/?ref=HRLS-4

Nucleare: il contro-spot di Greenpeace usa l'ironia

L'associazione ambientalista lancia una campagna per replicare con il sarcasmo a quella del Forum a sostegno del ritorno all'atomo. "Quella era una pubblicità scorretta realizzata con i soldi dei contribuenti"

Una marcia non competitiva per godere delle bellezze del Parco delle Cinque Terre (La Spezia)

La PGS Marce La Spezia, con il patrocinio del Comune di Riomaggiore e del Parco Nazionale delle Cinque Terre, organizza la VIII edizione della marcia "Nel Parco nazionale delle Cinque Terre" non competitiva a passo libero di km. 5 – 8 – 18 – 25.

Tutti i percorsi si snoderanno lungo i sentieri e le scalinate del Parco Nazionale, tra vigneti, uliveti, castagneti e macchia mediterranea. Sono previsti poi gli attraversamenti dei borghi marinari di Riomaggiore e Manarola, collegati fra loro dalla famosa ”Via dell’ Amore”, la visita ai borghi collinari di Groppo e Volastra e alle frazioni di Porciana e Pianca , caratterizzati dai vigneti a terrazza, con panorami mozzafiato sulla Costa Ligure, sull’ Arcipelago Toscano, sulle isole Palmaria e Tino, sulla Corsica e sugli altri paesi delle 5 Terre, un territorio talmente stupendo che già da tempo è stato riconosciuto dall’UNESCO come ”Patrimonio dell’ Umanità”. La marcia si terrà il 27 marzo 2011, con partenza alle ore 9.00 dalla palestra della Scuola Media di Riomaggiore. E’ valida per i concorsi Palio del Marciatore – Internazionali IVV - Nazionali FIASP - Piede Alato - Brevetto Stramarciatore di Viareggio e avrà luogo con qualsiasi condizione meteorologica. Le iscrizioni per i gruppi regionali ed extraregionali si riceveranno da lunedì 22 febbraio e termineranno giovedì 18 marzo alle ore 21.00. Per i singoli e i gruppi locali, è possibile iscriversi sino al momento della partenza o al raggiungimento del 1500° iscritto.

font: http://la-spezia.mondodelgusto.it/2011/01/18/una-marcia-non-competitiva-per-godere-delle-bellezze-del-parco-delle-cinque-terre-la-spezia/

La Luce del tuo Amore

"Quando l'amore diventa possesso, attaccamento, diventa un peso, una schiavitù. Ma perchè l'amore diventa un attaccamento? La prima cosa da capire è che se l'amore diventa attaccamento, ti stavi solo illudendo che fosse amore. Stavi solo fingendo. In realtà, avevi bisogno dell'attaccamento. E se vai ancora più in profondità, scoprirai che avevi bisogno di diventare uno schiavo. Esiste una sottile paura della libertà, per cui tutti vogliono essere schiavi. Tutti, naturalmente, parlano della libertà, ma nessuno ha il coraggio di essere davvero libero, perchè quando sei davvero libero, sei solo. E solo se hai il coraggio di essere solo, puoi essere libero."
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"Le persone sono come finestre dai vetri colorati. Brillano al sole, ma quando cala il buio la loro vera bellezza si rivela solo se sono illuminati dall'interno." - Jean Houston -

font:http://blog.chatta.it/menphis75/Luglio/2007/90.aspx

LA PIETRA

Il distratto ci inciampa. Il bruto la usa come un proiettile. L’imprenditore la usa per costruire. Per i bambini, è un gioco. Drummond l’ha poetizzata. David ci uccise Golia, e Michelangelo ne ha realizzata la più bella scultura.E in tutti questi casi, la differenza non era nella pietra, ma nell’ uomo !Non esiste "pietra" nel nostro cammino che non possa essere sfruttata per la nostra crescita.
Ogni istante che passa è una goccia di vita che non tornerà più a cadere, approfittiamo di ogni goccia per evolvere. Dalle opportunità traiamo il miglior profitto, forse non avremo un’ altra occasione.
Nella vita il caso non esiste, ogni evento è frutto di Sincronicità che racchiude, nella sua parte più interna, un messaggio o una lezione a noi diretta.

Sta a noi saperne cogliere l’essenza.

Un abbraccio di Luce.

Giuseppe Bufalo

www.specchiomagico.net/giuseppebufalo.htm

Fabri Fibra - Tranne Te (video ufficiale)

Video di Tranne Te, dall'album Controcultura, diretto da Cosimo Alemà, una produzione The Mob. Link ad iTunes: http://bit.ly/ci56Rm

Biagio Antonacci - Buongiorno Bell'Anima + Testo

complimenti bel video e stupenda canzone !!!!!!!!!!!!!

CINEMA:specie a rischio, il cartoon per mobilitare i bambini

Dal 21 gennaio nelle sale Animals United, un cartone animato che racconta ai più piccoli le minacce all'ambiente. Al via, in collaborazione con il Wwf, anche un concorso per coinvolgere le scuole nella produzione di un cortometraggio d'animazione di VALERIO GUALERZI

ROMA - Oltre mezzo secolo dopo la "Fattoria degli animali", lo sfruttamento selvaggio della natura da parte dell'uomo torna al centro di una favola che ha qualcosa da dire tanto ai bambini quanto ai loro genitori. Questa volta la forma scelta non è quella del romanzo, ma di un cartone animato. "Animals United", tratto da un racconto di Erich Kaestner e diretto da Reinhard Kloos e Holger Tappe, due veterani dei film di animazione, esce nelle sale il 21 gennaio in circa 300 copie, metà delle quali in formato 3D. A distribuirlo in Italia è la Moviemax, che visto il contenuto particolare del cartone ha deciso di promuoverlo in sinergia con il Wwf attraverso una serie di iniziative a sostegno delle tematiche ambientali. Al centro della trama di 'Animals United' non ci sono i crudeli ritmi lavorativi della fattoria britannica immaginata negli anni '40 da George Orwell, ma i problemi della nostra epoca: cambiamenti climatici, distruzione della biodiversità e soprattutto la drammatica carenza di acqua dovuta, tra l'altro, alle necessità dettate dalla produzione di energia elettrica. A far scattare la solidarietà tra gli animali della savana e altre specie minacciate dall'avidità e dalla stupidità umana sarà infatti la costruzione di una diga a monte della valle dell'Okavango, il grande fiume che nasce dalle montagne dell'Angola e una volta l'anno dona con la sua piena la vita al deserto del Kalahari. Tra gag esileranti e riflessioni profonde sulla necessità di ritrovare un equilibrio tra l'uomo e gli altri esseri viventi, non mancherà naturalmente il lieto fine con una sorta di D-Day degli animali che sbarcano all'ennesima inconcludente conferenza sul clima in corso a New York proprio come gli Alleati sbarcarono in Normandia per mettere fine al regime nazista. Complessivamente il film, ricco di citazioni ai capolavori del genere, non è forse all'altezza delle migliori produzioni recenti del cinema d'azione, ma in questo caso il valore aggiunto è garantito dall'apporto pedagogico. "Sono uscito dalla proiezione entusiasta - spiega alla conferenza stampa di presentazione il presidente onorario del Wwf Fulco Pratesi - ricordo ancora quanto è stato importante per la causa ambientalista un film come 'Bambi': da quel momento in poi la percezione dei cacciatori da parte dei bambini è cambiata per sempre". "Animals United è un film importante perché c'è ancora molto da fare: troppi bambini, a partire dai miei nipoti, sono ancora attratti più dalle automobili che dagli animali", aggiunge Pratesi.
Da qui la scelta della stretta collaborazione tra il Wwf e la Moviemax attraverso un concorso per le scuole e due anteprime di beneficienza in programma domenica 16 gennaio nei cinema The Space Moderno di Roma e The Space Odeon di Milano. "Sono in tutto circa 800 posti a sedere, con biglietti a pagamento per tutti, compresi i diversi vip che sono stati invitati - spiega il presidente di Moviemax Guglielmo Marchetti - Il ricavato sarà devoluto interamente al Wwf per sostenere il suo progetto '20 Species for a living planet' a difesa degli animali a maggior rischio di estinzione". Abbinato al film, inoltre, partirà un progetto promosso da Wwf e Mondo Home Entertainment, la società di distribuzione di home video legata alla Moviemax. "Uniti per l'ambiente" è rivolto ai bambini delle scuole primarie ai quale si chiede, con l'aiuto degli insegnanti, di inventare una vera sceneggiatura sotto forma di elaborato grafico o scritto ispirandosi alle tematiche ambientali contenute in uno speciale kit informativo creato dai promotori. Quattromila di questi kit sono già stati distribuiti ad altrettante classi di tutta Italia, ma chi non lo avesse ricevuto e fosse interessato a partecipare lo può richiedere scrivendo una mail a kitwwf@animalsunited3d.it e può consultare il regolamento completo su www.animalsunited3d.it 1. La sceneggiatura migliore, selezionata da una giuria di esperti del mondo del cinema e della comunicazione, sarà utilizzata da Mondo Tv per la realizzazione per un cartone animato originale che verrà distribuito in dvd: in questo modo, grazie al contributo ricavato dalle vendite, si aiuterà il Wwf a realizzare i progetti di salvaguardia delle specie più a rischio, come tartarughe, orsi polari, rinoceronti, tigri.

font: http://www.repubblica.it/ambiente/2011/01/13/news/animals_united-11179112/

La Pgs Auxilium promossa ai quarti della Coppa Trinacria

Le ragazze del tecnico Giuseppe Romeo superano per 3 set a 0 l'Alta Volley Acicastello nella gara degli ottavi di finale e staccano cosi il biglietto per il turno successivo. Il 27 Febbraio in campo con la Pallavolo Acireale.

Continua il percorso netto in Coppa Trinacria della Pgs Auxilium. Le ragazze del tecnico Giuseppe Romeo superano per 3 set a 0 l'Alta Volley Acicastello nella gara degli ottavi di finale e staccano cosi il biglietto per il turno successivo. Nel primo confronto ufficiale del 2011 l'Auxilium è apparsa appesantita a causa dei carichi di lavoro sostenuti durante le vacanze ed ha faticato ad entrare in gara soprattutto nel set d'apertura, salvo poi uscire fuori alla distanza. Nel primo set l'Alta Volley parte subito forte mentre le padrone di casa stentano a trovare continuità e si mostrano in evidente impaccio fisico. A metà parziale la svolta arriva grazie a qualche soluzione in più trovata in fase di distribuzione del gioco d'attacco ed alla maggiore attenzione nei fondamentali di seconda linea. Il parziale è molto combattuto e l'Auxilium come sempre efficace a muro, trova il colpo di reni decisivo per chiudere la contesa ai vantaggi (26 a 24).
Già nel secondo set la squadra di casa mostra un piglio diverso. Il passare dei minuti e di palloni giocati da una mano al sestetto pigiessino in quanto a gambe e tonicità. Il servizio cresce insieme alla fase di muro/difesa e la frazione si trasforma in una formalità come testimonia lo score finale (25 a 14). Nel terzo set l'Alta Volley, che pure si era dimostrata piuttosto audace e ben disposta in campo, non riesce ad abbozzare una reazione. L'inerzia del match è nelle mani dell'Auxilium che solo nelle fasi finali si complica la vita sprecando tre match point prima di chiudere l'incontro con un +7 (25-18). Con la qualificazione ai quarti della Coppa in tasca (si giocherà il 27 febbraio contro la corazzata Pallavolo Acireale ancora in casa), l'Auxilium torna a concentrarsi nuovamente nel torneo di serie D. Una settimana in più di lavoro servirà per trovare una condizione migliore per affrontare la trasferta di sabato 15 Gennaio (ore 20) sul campo della Libertas Messina.

font:http://messinasportiva.it/news.php?id=16300&dove=a

IL DOCUMENTARIO Haiti, quella rigida barriera fra la gente e le Ong Tanti soldi impegnati, ma l'emergenza è ancora lì

Un'inchiesta di 5 giornalisti haitiani sulla gente dell'isola esclusa dalle decisioni sulla propria sorte. Il titolo è: "Goudou Goudou: le voci ignorate della ricostruzione", un film finanziato da Fondation de France e RFI con il supporto di Reporters sans Frontières. Un reportage sull'efficacia degli aiuti, al di là del positivo risultato mediatico che le organizzazioni internazionali hanno finora incassato.di EMANUELA STELLA

PORT AU PRINCE - A un anno dal terremoto che ha mietuto oltre 220mila vittime, in quello che già prima del sisma era il paese più povero dell'emisfero occidentale l'emergenza fa ancora parte della quotidianità. Povertà, disoccupazione, analfabetismo (ad Haiti sei persone su dieci non sanno leggere né scrivere), tempeste tropicali, ora anche il colera, che si aggiunge alle tensioni sociali post-elettorali. Insomma, tutto tiene in scacco una popolazione che ogni giorno già fatica a mettere insieme il pranzo con la cena. Alla gente di Haiti (che si sente tagliata fuori dalla possibilità concreta di intervenire sulla propria sorte) dà voce "Goudou Goudou: le voci ignorate della ricostruzione", un web documentary indipendente e non profit realizzato da Benoit Cassegrain e Giordano Cossu, finanziato da Fondation de France e RFI con il supporto di Reporters sans Frontières 1, che sarà diffuso il 12 gennaio - anniversario del cataclisma - da RFI. Insomma, un reportage che si pone il problema di verificare l'efficacia di quanto è stato fatto fin qui, al di là del grande positivo risultato mediatico che le numerose organizzazioni umanitarie internazionali hanno incassato.
Cinque cronisti fra la gente. "Goudou Goudou" è il termine onomatopeico che richiama il boato del terremoto, e che ad Haiti è diventato sinonimo di disastro: il tempo ora si conta da prima o dopo del "goudou goudou". E la realtà del dopo-terremoto scaturisce in modo tangibile dal racconto delle popolazioni colpite, grazie al lavoro di cinque giornalisti radiofonici locali (la radio è in pratica l'unico mezzo di comunicazione, e nelle tendopoli tutti vivono attaccati a una radiolina). Ralph, Mc Haendel, Orfa, Eloge, Roberson visitano ogni giorno i ripari di fortuna in cui si accalcano centinaia di migliaia di persone, e le testimonianze da loro raccolte sono state suddivise da Cassegrain e Cossu in cinque grandi problematiche: la vita quotidiana nelle tendopoli, l'incognita della ricostruzione, la sanità e il colera, l'elaborazione del disastro per mezzo del teatro e dei graffiti che si moltiplicano sui muri rimasti in piedi, l'impatto delle Ong.
Il rapporto con le Ong: un punto dolente. Proprio il rapporto con le istituzioni umanitarie e i volontari accorsi a migliaia sull'isola è uno dei "punti dolenti" sollevati dalla gente di Haiti. "Il processo di aiuti umanitari viene largamente deciso all'estero, senza una consultazione dei beneficiari ultimi dei vari programmi, le voci ignorate di cui parliamo nel nostro documentario - sottolinea Giordano Cossu, coautore del web documentary. - Quello di Haiti è stato un dramma enorme, che ha attratto contributi molto elevati. I fondi governativi, quelli assegnati dagli stati, i famosi 5 miliardi di dollari di cui si parla, passano attraverso una commissione presieduta da Bill Clinton e dal premier haitiano Jean-Max Bellerive, che ha tempi lunghissimi di assegnazione: meno della metà dei fondi disponibili sono stati assegnati, e quelli tradotti in progetti, talvolta prescindono dall'efficacia a lungo termine che dovrebbe ispirarli.
Chi aiuta non ascolta chi ha bisogno. Tra le Ong che hanno raccolto fondi da donatori privati, alcune decidono autonomamente come allocarli e poi le ridistribuiscono a piccole organizzazioni internazionali che sono sul campo che non hanno fondi propri. Piccole e medie ong dipendono da queste istituzioni, come dei 'clientì cui si vendono i progetti, e questo può far perdere di vista il fatto che l'obiettivo finale di chi coopera deve essere unicamente il destinatario degli aiuti". "Le ong internazionali - prosegue Cossu - dovrebbero fare riferimento alle Ong locali, per far sì che l'intervento si concretizzi a lungo termine e continui a produrre benefici anche dopo la partenza degli operatori umanitari. Gli aiuti vanno destinati allo sviluppo, garantendo un passaggio di competenze del progetto agli haitiani, a tutti i livelli. Invece la percezione della gente è che i funzionari delle organizzazioni internazionali si tengano un sacco di soldi per il proprio funzionamento: l'affitto di una macchina, per esempio, costa 150 dollari al giorno, e se ne importano continuamente dall'America".
Una barriera fra la gente e i cooperanti. E' quanto viene percepito dalla gente, stando al reportage di Cassegrain e Cossu, una sorta di "barriera" che la separa dai cooperanti, come capita, per esempio, nel caso di una persona che lascia un impiego più qualificato per andare a fare l'autista, lavoro meglio pagato che al momento dà più soldi ma non offre prospettive future. "Il meccanismo che configura tra popolazione e organizzazioni è dunque quello dei 'committenti' ai quali si vogliono 'vendere' dei progetti - prosegue Cossu: - un volontario ci ha detto che la sua organizzazione non aveva intenzione di mettere in atto progetti cash for work, quelli per cui si assegnano lavoretti a giornata, talvolta superflui, per assicurare la sopravvivenza, ma il committente riteneva che in quel momento il cash for work fosse l'arma vincente, e la Ong si è dovuta adeguare".
Il salario giornaliero. Chi lavora nel cash for work viene pagato 200-300 gourde al giorno, 4-6 euro, che bastano per la sopravvivenza minima. "A confronto del manovale che sta 14 ore al giorno a spaccare col martello, per liberare le città dagli edifici pericolanti, il cash for work crea una sorta di svilimento del lavoro. Il punto è il coinvolgimento delle popolazioni nell'opera di ricostruzione, che in generale viene trascurato". I volontari sono animati dal sincero desiderio di aiutare, molti di loro mettono a disposizione interi mesi di vita: ma il problema, secondo Cossu, sorge a livello di gestione delle Ong, che vanno spinte a creare modelli di sviluppo sostenibile. "In ogni tendopoli c'è un comitato autogestito - racconta - e tutti denunciano di non poter far sentire la propria voce. Arriva il funzionario della Ong e dice: oggi si fa la distribuzione di kit medici o alimentari, piuttosto che di acqua, ma non c'è coinvolgimento nel progetto, che invece è fondamentale, altrimenti tutto è calato dall'alto e fine a se stesso.
I report accattivanti. Senza contare che le ong producono report sul proprio lavoro, li confezionano in modo accattivante e li spediscono direttamente agli organi di stampa, mentre il budget di comunicazione potrebbe essere destinato più utilmente a finanziare un 'revisore dei conti', un audit indipendente e qualificato che valuti il loro operato". "Un altro esempio: le Ong non sono le sole a gestire i campi, molti infatti sono autogestiti. Esiste un'associazione che gestisce 50 campi per 50mila persone, e che si è rivolta a grosse Ong e ad altri possibili finanziatori per un sostegno, ma le organizzazioni umanitarie internazionali sono sempre privilegiate". Quello della "exit strategy" è un altro dei problemi da affrontare e risolvere: i progetti devono avere un inizio, una fine e poi andare avanti da soli, per scuotere istituzioni in larga parte assenti, spingendole a prendere in gestione determinate attività, eppure questo non accade. "Certo, il colera è un'emergenza, ma bisogna cominciare a pensare al dopo: la situazione di assistenza prolungata finisce per produrre uno stato diffuso di passività".
Le ragioni del documentario. Queste considerazioni hanno spinto Cassegrain e Cossu a girare un documentario "dalla parte degli haitiani", che si colloca in una più ampia iniziativa di sostegno al giornalismo haitiano, con l'obiettivo di incoraggiare una prospettiva locale rispetto all'emergenza umanitaria, illustrata nel blog multimediale Solidar'IT in Haiti 2 fondato da Giordano Cossu. Il web documentary, che potrà essere aggiornato con i contributi locali, sarà disponibile in francese da domani sul sito di RFI.

font:http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2011/01/11/news/haiti_ora_la_gente_vuole_camminare_con_le_proprie_gambe-11086797/

Haiti: il calcio medicina contro l'handicap

E' la dimostrazione che si può fare. Che nonostante l'handicap la vita continua e che lo sport in questo è una medicina che aiuta. In campo a Port Au Prince ci sono gli atleti del team ufficiale di Haiti che sfida in amichevole la squadra di Zaryen. Giocano a calcio ma a molti di loro mancano gli arti, persi durante ll terribile terremoto che provocò oltre 220 mila vittime e milioni di senzatetto

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Nella foto, cancellata poco dopo essere stata pubblicata, Katy ha un’espressione decisamente sorpresa, come se avesse appena aperto gli occhi, è senza un filo di makeup, e su mento e guancia fanno capolino due bei brufoletti.
Una doccia fredda per i fans della cantante, che saranno rimasti delusi nello scoprire che di prima mattina non ha le sembianze – e la perfezione – di una bambola Barbie!
Non c’è trucco, non c’è inganno… Grazie Russell Brand!


Fonte: msn

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