MOSCA - Qualcuno salvi la "donna a raggi X". Per anni ha curato centinaia di persone, figure illustri finite nei libri di storia. Adesso, che si è ammalata lei, è rimasta sola in una povera stanza di Donetsk nel grigiore dell'Ucraina povera delle miniere di carbone. Julia Vorobjova, settanta anni, stipendio da operaia e sorriso da missionaria, non è una sensitiva qualsiasi ma un personaggio che sembra uscito da un film di superoi, dotata non si sa come di poteri eccezionali che le consentono di vedere e prevedere le malattie degli altri guardando dentro i loro corpi come fosse una macchina per le radiografie.
La lista dei beneficiati è lunga e naturalmente non ufficiale: non a tutti fa piacere far sapere in giro di essere stato in cura da una "maga". Di certo si sono sottoposti allo sguardo perforante di Julia, membri del Politburo dell'Unione Sovietica come lo stesso Breznev, e il suo successore alla guida del Pcus Jurii Andropov. E poi Boris Eltsin, Mikhail Gorbaciov e la first lady Raissa. Una puntatina a Donestk la fecero anche Francois Mitterrand e signora per vedersi purtroppo confermare la diagnosi dei medici sul cancro del presidente francese. Anche Papa Wojtyla, in una sua visita in Ucraina, fu monitorato dagli occhi magici di Julia che diede, dicono, preziosi consigli allo staff medico del Vaticano. E poi, con meno pudori, si rivolsero a lei, attori, cantanti, scrittori e perfino una decina di cosmonauti sovietici che inserirono una visita a Julia nella lunga lista dei riti scaramantici da replicare prima di ogni lancio. Non a caso la signora è cittadina onoraria della città stellare di Mosca, vanto della ricerca spaziale russa. La storia di Julia è ai confini della realtà e comincia il 3 marzo del 1978 in uno spiazzo polveroso della miniera Petrovskaja di Donestk. E' seduta alla guida della sua gru e smanetta come ogni giorno sul pannello di controllo vecchio e insicuro come tutte le attrezzature dell'epoca in Urss. Corto circuito, una scarica da 380 volt. I soccorsi e il verdetto del medico: morte istantanea. Il corpo viene lasciato all'obitorio comunale per tre giorni e poi offerto dai parenti agli studenti di medicina. E qui avviene il "miracolo". Uno studente, su indicazione del professore, esegue l'asportazione di un alluce e si trova investito da uno schizzo possente di sangue: Julia è viva e la sua è solo una morte apparente. Riportata in ospedale ci mette un anno per uscire dal coma e poi per guarire. Scopre di non avere più l'alluce ma soprattutto scopre i suoi "poteri". L'incredulità è d'obbligo.Dall'Università di Mosca arrivano scienzati sospettosi pronti a smontare il fenomeno ma devono ammettere che è proprio così: Julia vede all'interno dei corpi. E' vero ma non è credibile, sembra una balla che potrebbe ridicolizzare l'imagine esterna dell'Unione Sovietica. Si decide di metterla al servizio "gratutito" del Kgb nel segretissimo "dipartimento 90" che si occupa di scienza e ricerca. E i notabili cominciano a usufruire dei suoi servizi. Così tanto per provare. Julia non sbaglia un'analisi.Finita l'Urss, crollate le strutture segrete, viene dimenticata e abbandonata al suo destino. Continua spontaneamente a offrirsi in aiuto dei malati ma continua a non ricevere compensi. In un solo caso può dire di aver ricevuto un premio. Fu quando curò l'allora ministro della Difesa Ustinov, afflitto da coliche terribili mentre gestiva la guerra in Afghanistan. Il supergenerale seppe della sua preoccupazione per il figlio che si trovava in prima linea e lo fece rientare dal fronte e rispedire dalla mamma in Ucraina. Adesso, Julia si aspetta molto meno: una pensione, una assistenza sanitaria. Ma sulle carte ufficiali non c'è. Non le spetta niente. Lancia appelli sui giornali, invoca un po' di gratitudine e ricorda una sentenza degli scienziati di Mosca: le sue doti inspiegabili funzionano su chiunque tranne che su sé stessa.
La lista dei beneficiati è lunga e naturalmente non ufficiale: non a tutti fa piacere far sapere in giro di essere stato in cura da una "maga". Di certo si sono sottoposti allo sguardo perforante di Julia, membri del Politburo dell'Unione Sovietica come lo stesso Breznev, e il suo successore alla guida del Pcus Jurii Andropov. E poi Boris Eltsin, Mikhail Gorbaciov e la first lady Raissa. Una puntatina a Donestk la fecero anche Francois Mitterrand e signora per vedersi purtroppo confermare la diagnosi dei medici sul cancro del presidente francese. Anche Papa Wojtyla, in una sua visita in Ucraina, fu monitorato dagli occhi magici di Julia che diede, dicono, preziosi consigli allo staff medico del Vaticano. E poi, con meno pudori, si rivolsero a lei, attori, cantanti, scrittori e perfino una decina di cosmonauti sovietici che inserirono una visita a Julia nella lunga lista dei riti scaramantici da replicare prima di ogni lancio. Non a caso la signora è cittadina onoraria della città stellare di Mosca, vanto della ricerca spaziale russa. La storia di Julia è ai confini della realtà e comincia il 3 marzo del 1978 in uno spiazzo polveroso della miniera Petrovskaja di Donestk. E' seduta alla guida della sua gru e smanetta come ogni giorno sul pannello di controllo vecchio e insicuro come tutte le attrezzature dell'epoca in Urss. Corto circuito, una scarica da 380 volt. I soccorsi e il verdetto del medico: morte istantanea. Il corpo viene lasciato all'obitorio comunale per tre giorni e poi offerto dai parenti agli studenti di medicina. E qui avviene il "miracolo". Uno studente, su indicazione del professore, esegue l'asportazione di un alluce e si trova investito da uno schizzo possente di sangue: Julia è viva e la sua è solo una morte apparente. Riportata in ospedale ci mette un anno per uscire dal coma e poi per guarire. Scopre di non avere più l'alluce ma soprattutto scopre i suoi "poteri". L'incredulità è d'obbligo.Dall'Università di Mosca arrivano scienzati sospettosi pronti a smontare il fenomeno ma devono ammettere che è proprio così: Julia vede all'interno dei corpi. E' vero ma non è credibile, sembra una balla che potrebbe ridicolizzare l'imagine esterna dell'Unione Sovietica. Si decide di metterla al servizio "gratutito" del Kgb nel segretissimo "dipartimento 90" che si occupa di scienza e ricerca. E i notabili cominciano a usufruire dei suoi servizi. Così tanto per provare. Julia non sbaglia un'analisi.Finita l'Urss, crollate le strutture segrete, viene dimenticata e abbandonata al suo destino. Continua spontaneamente a offrirsi in aiuto dei malati ma continua a non ricevere compensi. In un solo caso può dire di aver ricevuto un premio. Fu quando curò l'allora ministro della Difesa Ustinov, afflitto da coliche terribili mentre gestiva la guerra in Afghanistan. Il supergenerale seppe della sua preoccupazione per il figlio che si trovava in prima linea e lo fece rientare dal fronte e rispedire dalla mamma in Ucraina. Adesso, Julia si aspetta molto meno: una pensione, una assistenza sanitaria. Ma sulle carte ufficiali non c'è. Non le spetta niente. Lancia appelli sui giornali, invoca un po' di gratitudine e ricorda una sentenza degli scienziati di Mosca: le sue doti inspiegabili funzionano su chiunque tranne che su sé stessa.
font: http://www.repubblica.it/esteri/2010/05/07/news/donna_russia-3875170/
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