Fa discutere la scelta di «padre Nike», il don controcorrente amico di Fiorello e Jovanotti.Il sacerdote ha aspettato 20 minuti. Poi ha dato comunque il via alla messa. «Non era cerimonia privata»
LIVORNO – Il Paradiso si può perdere anche per venti minuti di ritardo. Se poi la ritardatrice è una sposa, poco importa, la messa deve iniziare. Così padre Maurizio De Sanctis, giovane parroco della chiesa di Santa Rosa da Viterbo, quartiere popolare della Rosa a Livorno, allo scoccare del ventesimo minuto di tempo supplementare, ha guardato i tanti fedeli che gremivano la chiesa, ha sorriso ai molti bambini un po’ stufi di stare lì ad aspettare, e ha iniziato la funzione davanti a uno sposo esterrefatto e con i pareti che guardavano nervosamente la porta di ingresso sperando di essere illuminati e rassicurati dalla visione di un velo nuziale e magari dalle note immancabili di Mendelssohn. La sposa invece è arrivata alle 11.22, con oltre venti minuti di ritardo. L’hanno vista salire radiosa i gradini dell’ingresso e poi rimanere a bocca aperta nel vedere il prete continuare a dire messa, il futuro marito impalato davanti all’altare, gli invitati guardare la scena allibiti. Poi la ragazza ha raggiunto rapidamente l’altare per fortuna al momento delle letture e così non si è persa lo scambio degli anelli, il giuramento solenne di fedeltà e il bacio finale con applauso. La storia, raccontata stamani sulla cronaca livornese del Tirreno, ha fatto il giro della città. Confermata dallo stesso parroco, padre Maurizio, ribattezzato da tempo padre Nike per il suo modo di vestire moderno (anche ai piedi), sacerdote giovane e di base, capace di sorprendere con le sue scelte contro correte, amico di Jovanotti e Fiorello. Padre Nike è amatissimo nel quartiere della Rosa. Da quando è arrivato, un annetto fa, la chiesa si è riempita di fedeli e anche atei e «mangiapreti» lo ammirano e lo invitato spesso a casa loro o a qualche dibattito. Il sacerdote ha anche spiegato il motivo perché non ha aspettato un minuto di più la sposa ritardataria. «Non era una cerimonia privata per uno sposalizio – ha detto – ma una messa parrocchiale all’interno della quale due persone si univano in matrimonio. I bambini, che erano in chiese dalle 10 per il catechismo, erano stanchi e nervosi, non potevo aspettare di più». Durante l’omelia padre Maurizio non ha dimenticato una tirata di orecchi alla coppia raccomandando sempre la puntualità. Il Paradiso non può attendere. La messa e il matrimonio, neppure. Andate in pace e rimettete l’orologio.
font:http://www.corriere.it/cronache/11_ottobre_11/sposa-in-ritardo-il-prete-non-aspetta_657ce13e-f3e6-11e0-8382-87e70525ad6b.shtml
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