Vittima
del videopoker è diventata carnefice della sua stessa madre. Per
soddisfare il demone del gioco che si era impossessato di lei non ha
esitato a uccidere una donna di 90 anni per rubare una catenina d’oro
con cui pagare il vizio che le faceva trascorrere le ore davanti a una
infernale macchinetta mangiasoldi. Maria Cristina Filippini è da ieri
mattina rinchiusa nel carcere di Piacenza. C’è entrata dopo aver
ripetuto al magistrato quello che già aveva confessato ai carabinieri:
ha ucciso sua madre Giuliana Bocenti nella sua abitazione di Castel San
Giovanni per sottrarle un piccolo monile che portava al collo da
rivendere in un Compro Oro poco lontano da casa e con i soldi ricavati
continuare a giocare. Una vicenda che getta, se ancora ce ne fosse
bisogno, una luce sinistra sul gioco d’azzardo e sulle conseguenze che
può avere sulle persone più fragili.Alla pista della rapina da parte di qualche sconosciuto o di una banda, i
carabinieri del nucleo investigativo di Piacenza guidati dal capitano
Rocco Papaleo, non avevano dato molto credito fin dall’inizio. Troppe le
stranezze. A partire dalla porta d’ingresso che non presentava nessun
segno di scasso per non parlare della camera da letto, l’unica stanza
dell’appartamento di via Mameli ad essere messa a soqquadro come se
l’assassino sapesse che negli altri locali non c’era nulla di valore.
Infine l’omicidio stesso. Perché, si sono chiesti gli uomini del
capitano Papaleo uccidere l’anziana? Di sicuro non poteva reagire e
opporsi alla rapina. Il motivo più credibile era proprio quello di
tapparle la bocca, di non permetterle di fare il nome di chi l’aveva
rapinata.Per questo le indagini dal 4 febbraio scorso, non si erano dirette verso
improbabili bande di rapinatori, ma avevano puntato sulla stretta
cerchia della pensionata, parenti e badanti. E questo mentre la
quarantottenne Maria Cristina - sposata con 3 figlie - spiegasse a
chiunque avesse voglia di stare ad ascoltarla, quanto la madre - che
l’aveva adottata quando aveva solo un anno - si fidasse di chiunque
aprendo senza timore la porta di casa. Dichiarazioni rese anche alla
televisione e che hanno contribuito non poco a metterla nei guai. La
proprietaria del Compro Oro a cui aveva venduto la collanina (ricavato
280 euro), l’ha infatti riconosciuta e ha avvertito gli investigatori. I
quali, da parte loro, avevano già raccolto una serie di testimonianze
sempre più precise sul vizio della donna. Chi la conosceva, infatti,
sapeva della sua ossessione per il gioco d’azzardo. Ore e ore passate
davanti alle macchinette del videopoker consumando fino all’ultimo i
soldi che aveva in tasca e, proprio per questo, sempre alla ricerca di
nuovi spiccioli da bruciare sull’ara di un sogno impossibile.È stata così che venerdì pomeriggio la donna è stata chiamata in caserma
a Piacenza e qui le è stata mostrata la catenina recuperata al Compro
Oro. In un primo tempo ha cercato di negare poi, incalzata da
contestazioni sempre più precise, ha ammesso la colpa. Prima con i
militari poi anche davanti al pubblico ministero, anche se ha dato la
colpa a non meglio chiariti dissidi che c’erano tra lei e l’anziana.
Quasi si vergognasse di ammettere che era diventata assassina per una
partita di poker in più.
Davide Parozzi
font: http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/uccidelamadrepc.aspx
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