“Non sei tu che fai il cammino…. è il cammino che ti fa”

E’ con queste parole che sono partito il 31 luglio scorso con i giovani dell’Unità Pastorale di Bernate, Casate, Castelletto e Cuggiono (MI) alla volta di Santiago de Compostela in occasione dell’anno santo compostelano e la Pej (incontro dei giovani europei). Il nostro cammino prevedeva 6 tappe a partire da Ambasmestas sino a Santiago. Ogni giorno abbiamo percorso circa 20 – 30 km a seconda della difficoltà del percorso. La cosa positiva del cammino è scoprire le proprie difficoltà e i propri limiti fisici legati alla fatica di dover compiere ogni giorno molti km, ma non solo: nel cammino si vive la bellezza del camminare fianco a fianco di altri pellegrini che si sono messi in gioco per giungere sino a Santiago e pregare sulla tomba dell’apostolo Giacomo. Mi fa’ piacere condividere con voi delle piccole riflessioni che ho fatto lungo il percorso partendo dalla parola cammino;
* Cammino come abbandono delle comodità: l’orologio, la tv, il computer, il dormire in comodi letti, la lavatrice… oggetti superflui che utiliziamo quotidianamente;
* Cammino come scelta d’ascolto interiore, durante i momenti di silenzio vissuti nelle chiese o lungo il percorso;
* Cammino come cucinare insieme, con padelle di fortuna per fare dei piatti semplici e rifocillarci dopo le molte ore del cammino (7 – 8 al giorno);
* Cammino come gioia di un faticoso arrivo, sotto il sole, sulla piazza della Cattedrale, come mettersi in fila con molti altri pellegrini per passare dalla Porta Santa, salire ad abbracciare San Giacomo e sussurrargli all’orecchio l’antica frase “Ricordami a Dio amico mio”, riponendo in lui le gioie e le fatiche del cammino;
* Cammino come l’incenso del Botafumero, che durante la messa del pellegrino, spargendo l’incenso, ha portato in cielo le nostre preghiere;
* Cammino come il silenzio della notte, dove solamente i passi dei tuoi compagni di viaggio risuonavano nel silenzio e dove la fioca luce delle torce illuminava il procedere dei nostri passi, rendendoci un tutt’uno col creato;
* Cammino come le frecce gialle e i cippi chilometrici, simboli e guida sul tracciato, che sagge mani hanno disegnato per facilitare il procedere millenario dei pellegrini;
* Cammino come le sveglie ad ore inconsuete (3, 4, 5 del mattino) per percorrere al fresco i primi Km così da evitare il cocente sole spagnolo;
* Cammino come la Messa quotidiana, che ci ha dato la forza spirituale necessaria per ricaricarci e continuare a camminare;
* Cammino come lo zaino, che abbiamo portato sulle spalle e che con l’andare del tempo si è fatto più pesante e ci segnava le spalle;
* Cammino come il bucato, che ogni giorno facevamo alle fontane per lavare i nostri vestiti sporchi di polvere così da renderli puliti e pronti per il giorno seguente;
* Cammino come il canto, che nei momenti di sconforto ci ridava energia;
* Cammino come la conchiglia, che rappresenta la fatica di aver raggiunto la meta e lo stimolo per cercare altre mete da raggiungere;
* Cammino come il Km 0.00 a Finisterrae, dove si è concluso il nostro pellegrinaggio: lì si brucia un indumento usato lungo il cammino che rappresenta il passato che si vuole lasciare alle spalle. Anche noi abbiamo compiuto questo gesto e siamo ripartiti con il proposito di iniziare un nuovo cammino nella vita di ogni giorno. Come avete potuto leggere il nostro cammino è stato lungo e faticoso ma ci ha portato a riscoprire la dimensione comunitaria della vita badando al passo del fratello che abbiamo accanto, perché solo così si può percorrere un cammino insieme, raggiungendo ogni meta che il Signore ci pone innanzi lungo la strada della vita. Grazie al Signore e a San Giacomo per quest’esperienza profonda: sono sicuro che ritornerò a Santiago!
Davide

font:http://pellegriniasantiago.wordpress.com/

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