Pallavolo serie D, femminile. Pgs Auxilium S.Agata-Zanghi Miserbianco, 1-3
Con 8 successi e 3 sconfitte, 25 punti in classifica, l’Auxilium resta ancorata sul podio del campionato a -2 dalla Juvenilia Catania, che non ha fallito a Messina contro il Tremonti, e -7 dalla capolista Acireale.
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Nel quarto set la “sbandata” dell’Auxilium si dimostra assolutamente passeggera e quasi fisiologica, tant’è che il sestetto pgiessino ritrova subito ritmo di gioco e lucidità nella gestione delle situazioni d’attacco. Punto dopo punto l’Auxilium scava a metà parziale il solco decisivo che la porterà al conclusivo 13-25, portandosi dunque a casa i tre punti. Nel contesto, una prova gagliarda e di sostanza per il sestetto di Giuseppe Romeo che archivia in modo più che soddisfacente il girone d’andata. Domenica prossima, col campionato fermo, saranno proprio le dominatrici del girone della Pallavolo Acireale le avversarie dell’Auxilium, alla palesra del Liceo “Fermi”, nei quarti di finale di Coppa Trinacria.
font: http://www.tempostretto.it/8/index.php?location=articolo&id_articolo=48673
Il PGS – Caffè del Corso Modica coglie una sconfitta sul parquet del Volley Pachino
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Così la partita si è decisa al tie break con una grande prova di carattere della “PGS” che non è bastata, però, per conquistare la vittoria finale, grazie ad una maiuscola prova della formazione casalinga ed al tifo di un “infuocato” Palazzetto che incitava i beniamini di casa. “Abbiamo giocato male il primo ed il quarto set, complicandoci non poco la partita. Poi, come si capisce facilmente, il tie break è un terno al lotto dove vince chi ha più energie psicofisiche. Dobbiamo comunque ringraziare il nostro Mister Micieli che ha, dal primo all’ultimo minuto, cercato di sostenerci cercando nuove strategie per mettere in difficoltà i padroni di casa.” così si è espresso il libero della squadra, Giovanni Mavilla. Per il Mister Carmelo Micieli, “Oggi abbiamo fatto una buona gara su un campo molto ostico. Il pubblico di casa ha rappresentato il giocatore in più per il Pachino che ha giocato un’ottima gara, meritando il risultato finale. Pensiamo, comunque, che il punto conquistato oggi sia un ottima partenza per lo scontro al vertice di Sabato in casa, col Siracusa”.
font:http://www.radiortm.it/2011/02/21/il-pgs-%E2%80%93-caffe-del-corso-modica-coglie-una-sconfitta-sul-parquet-del-volley-pachino/
Occhio ai videogiochi in 3D: affaticano la vista dei bambini
Il monito proviene dalla Nintendo, che si appresta a lanciare sul mercato la nuova console, con i suoi effetti 3D visibili anche senza le apposite lenti. Il colosso giapponese ne sconsiglia l’uso ai bambini sotto i sei anni, senza la sorveglianza dei genitori. Ma c’è chi ribatte: "Il 3D utile alla diagnosi"
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Può causare strabismo. La raccomandazione è ribadita sul portale italiano dedicato al videogioco, che spiega l’origine del divieto: le immagini con diverse angolature da destra e sinistra, hanno un potenziale impatto sulla crescita della vista dei bimbi fino a 6 anni. «A quell'età l'occhio non è ancora completamente sviluppato, e l'uso della parallax barrier (la tecnologia che permette di vedere settori di pixel differenti, così da creare l'illusione del 3D) potrebbe affaticare e causare problemi ai muscoli oculari – chiarisce Giovanni Biasi, responsabile editoriale del sito -. In pratica, il 3D causa un affaticamento degli occhi più rapido rispetto a quanto accade di norma. Un effetto che varia a seconda del software e della persona, e che in età avanzata potrebbe ripercuotersi in problemi per la vista. Ecco perché la casa videoludica consiglia di sorvegliare i bimbi e farli giocare solo con parental control attivato: una levetta presente in alto a destra dello schermo permetterà di disattivare l’effetto stereoscopico, e vedere le immagini in due dimensioni. Tra le indicazioni di sicurezza, si suggerisce inoltre di giocare facendo delle pause a intervalli di mezz’ora e interrompendo del tutto in caso di problemi. Un ausilio alla diagnosi. Il divieto del 3D per i bimbi al di sotto dei 6 anni, non è una novità, né riguarda solo il mondo dei videogiochi. Da tempo infatti, i medici sconsigliano il cinema con effetti 3D per spettatori in tenera età, sensibili agli effetti visivi. Occhi aperti per i genitori anche quando le immagini si guardano attraverso le lenti speciali, sotto accusa poiché ritenute veicolo di germi e batteri. Per evitare qualsiasi rischio, l’ideale sarebbe seguire una serie di consigli igienici. A fugare ogni dubbio sono i periti nominati dal Tar Lazio, in seguito a un ricorso proposto dal Codacons per vederci chiaro sull’argomento: «Non è facile ammalarsi usando gli occhiali 3D, ma è meglio fornire in ogni sala cinematografica lenti monouso. Se proprio non è possibile, gli esercenti dovrebbero almeno lavare gli occhiali a 60° e consegnare al pubblico apposite salviettine disinfettanti». Sul pericolo legato alla visione del 3D da parte dei bambini, tuttavia, i pareri medici non sono unanimi. Di recente l'American Optometric Association s’è pronunciata a favore delle immagini tridimensionali, affermando che l’affaticamento degli occhi provocato dal 3D può aiutare a scoprire disturbi della vista, che normalmente passerebbero inosservati, causando difficoltà di apprendimento. Dello stesso avviso anche i periti del tribunale laziale, secondo cui il cinema può aiutare a far emergere difetti visivi trascurati. In mancanza di dati scientifici certi sugli effetti per la vista, anche quella degli adulti, i dottori suggeriscono di limitare l’esposizione al 3D non oltre la durata di un film.
font: http://canali.kataweb.it/kataweb-consumi/2011/02/21/occhio-ai-videogiochi-in-3d-affaticano-la-vista-dei-bambini/
IL RAPPORTO Alcol, astemi quattro italiani su 10 ma è allarme consumi tra i giovani
La relazione del ministero parla di mezzo milione di bevitori under 16 e di un fenomeno in crescita a causa di abitudini di "importazione" come il "binge drinking": l'ebbrezza cercata e ottenuta lontano dai pasti attraverso bevande diverse consumate in un tempo ridotto
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Altro dato preoccupante è che nell'ultimo decennio è cresciuta in Italia la quota di chi beve al di fuori dei pasti e che tale aumento è particolarmente significativo tra le donne e fra i giovani, ai quali va il primato in questi consumi: fra gli 11 e i 25 anni, nel 2009 ha riguardato il 34,4% dei maschi e il 22,8% delle donne. La relazione del ministero afferma, inoltre, che nel 2008 circa 6mila incidenti stradali - per la precisione, 5.920, il 2,12% del totale - sono stati causati dall'eccessivo consumo di alcol e da conducenti in stato di ebbrezza. Infine in Italia risulta ancora bassa rispetto agli altri Paesi europei la diffusione di conoscenze sul tasso legale di alcolemia per la guida e sui limiti di consumo con esso compatibili. Nell'indagine è riportato un dato contraddittorio rispetto agli allarmi del ministero e riguarda il basso consumo pro-capite di alcol (8,02 litri contro l'11,6 della media Ue) e il fatto che l'Italia risulta essere, assieme al Portogallo, il Paese con il maggior numero di astemi totali: il 39% dei cittadini, secondo un'indagine europea condotta nel 2009, non consuma bevande alcoliche. Record singolare per un Paese che condivide con la Francia il primato mondiale per la produzione di vino e in cui 8,5 milioni di persone presentano "almeno un comportamento a rischio" rispetto al consumo dell'alcol.
Con la relazione è stato presentato anche il primo bilancio dell'operazione "Naso rosso", promossa d'intesa con il ministero della Gioventù. Dai dati emerge che il 34,6% dei giovani arriva in discoteca già con un tasso di alcol nel sangue superiore al limite dello 0,5 concesso dalla legge per poter guidare. A fine serata, la percentuale di giovani sopra la soglia dello 0,5 è aumentata al 44%, mentre quelli a tasso zero, che all'ingresso erano il 33%, sono scesi al 16%. L'unica nota positiva, come ha sottolineato il ministro Giorgia Meloni, è che tra i ragazzi che hanno dichiarato che avrebbero guidato dopo la discoteca la quasi totalità è risultata inferiore al limite dello 0,5. "Questo vuol dire - ha detto Meloni - che è aumentata la consapevolezza tra i giovani che, se devono guidare, bevono con moderazione".
font: http://www.repubblica.it/salute/2011/02/21/news/alcol_allarme_consumi_tra_i_giovani-12722863/
A.S.D P.G.S "Stelle Azzurre" dal 1983: Prime Vittorie per la PGS Stelle Azzurre mini
A.S.D P.G.S "Stelle Azzurre" dal 1983: Prime Vittorie per la PGS Stelle Azzurre mini: "Giorno 20 febbraio 2011 presso i locali dell'oratorio delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Gela si è svolta la terza giornata festa categor..."
Il fulmine colpisce il campo: calciatori terrorizzati
Nel campionato di prima divisione colombiana, scende in campo Madre Natura: la Equidad sfida l'Atletico Nacional. L’arbitro dà il via all’incontro nonostante il temporale che sovrasta lo stadio Nemesio Camacho di Bogotá. Nel secondo tempo, durante un rinvio del portiere, molti giocatori si gettano a terra impauriti da un tuono assordante. Un calciatore terrorizzato si fa persino il segno della croce. Dal replay si nota che un fulmine cade proprio nei pressi del terreno di gioco. L’arbitro è costretto a interrompere il match per qualche minuto per fare riprendere i giocatori tramortiti. Uno di loro, Javier Araújo, intervistato a fine partita confessa: «L’ho sentito come se fosse lì, accanto a me».
L'unico detenuto di San Marino ecco il carcere della solitudine
Dimenticatevi l'Italia con i suoi uomini ammassati in pochi metri quadrati, i materassi a terra, le crisi d'ansia e le processioni infinite in infermeria. A pochi chilometri da Rimini esiste un penitenziario dove il pranzo si ordina al ristorante e dove, per la maggior parte dell'anno, vive un solo detenuto. Adesso è l'ora di un trentenne che deve scontare un anno per maltrattamenti e violenze in famiglia di STEFANIA PARMEGGIANI
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L’isolamento forzato dell’unico detenuto aveva rischiato di andare in frantumi prima ancora di cominciare: colpa di un italiano arrestato per furto e danneggiamento il 10 gennaio, ma la giustizia è stata più veloce rimettendolo in libertà una settimana dopo, una manciata di giorni prima che la sua condanna diventasse esecutiva. Proprio oggi è atteso un nuovo detenuto, si soffermerà per un breve periodo. Capita di tanto in tanto, ma non dura mai molto. Ad esempio, nel 2010, il Carcere dei Cappuccini ha ospitato sette detenuti, sei uomini e una donna per un totale di 83 giorni di detenzione. In pratica il carcere è rimasto vuoto per la maggioranza dell’anno. Nel 2009 era andata decisamente peggio: 14 detenuti, 13 uomini e una donna, per un totale di 743 giorni. Nel 2008, anno horribilis - si fa per dire - del carcere sanmarinese, erano transitati nelle sei celle 12 uomini e una donna per un totale di 939 giorni dietro le sbarre.
Numeri a loro modo impressionanti, soprattutto se confrontati con quelli italiani, dove il sovraffollamento ha le caratteristiche di una emergenza cronica. E giustificati non solo dalle dimensioni dello Stato, poco più di trentamila residenti, ma anche dal corpo di leggi e pene che vige “nell’antica patria delle libertà”. Tanto per cominciare a parità di reato si sta in carcere meno anni, l’ergastolo non esiste e anche l’omicidio più efferato fatica a superare i 30 anni di condanna. Poi o si viene colti in flagranza di reato oppure, se il processo viene celebrato in contumacia e il trasgressore è uno straniero, ad esempio italiano, riacciuffarlo diventa impresa ardua. Infine, la carcerazione preventiva è scarsamente applicata nei confronti dei sammarinesi per il semplice fatto che una delle tre condizioni per cui in Italia si finisce dietro le sbarre, qui è rara a verificarsi: il pericolo di fuga. Come si fa a diventare latitanti in uno stato che per attraversarlo ci si impiegano pochi minuti? Abbandonarlo e rinunciare a ogni proprietà, ma il gioco non sempre vale la candela. “E poi abbiamo un sistema di pene alternative alla carcerazione - spiega Stefano Palmucci, funzionario della Segreteria di Stato alla Giustizia - molto più esteso di quello italiano. Esiste un Consiglio di aiuto che studia soluzioni individuali per ogni condannato, si va dal lavoro controllato ai colloqui con gli psicologi”. La situazione è così paradossale che il comitato europeo per le torture faticava a crederlo: “Sono venuti una o due volte e all’inizio non avevano trovato neanche un carcerato. Erano perplessi, non sapevano chi interrogare. Alla fine - ricorda Palmucci - hanno incrociato un detenuto e dopo avere steso il loro verbale ci hanno inseriti all’ultimo posto della classifica sulla crudeltà delle condizioni carcerarie nel mondo”.
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2011/02/16/news/l_unico_detenuto_di_san_marino_ecco_il_carcere_della_solitudine-12353907/
Una religiosa francese guarita improvvisamente dal Parkinson
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Aderite anche a voi a M'Illumino di meno!
PGS Sicilia: Al via la stagione del pattinaggio artistico
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Gli incontri saranno curati dal responsabile regionale di settore Alessandro Calogero. La gestione logistica è affidata al Comitato provinciale di Catania.
font:http://www.pgssicilia.it/
REPORTAGE Gli anziani in pullman al casinò una notte per giocarsi la pensione
Viaggio sul bus che, una volta al mese, dall'Emilia Romagna porta gli over 60 a Nova Gorica. Da Friuli, Veneto, Lombardia gli italiani arrivano in massa, presto anche dall'Abruzzo. "Con soli 20 euro ti portano fin là, offrono la cena, ti fanno sedere ai tavoli"
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Solo 15 euro, per le partenze del giovedì. Vengono in mente le gite delle pentole, quando con 5 mila lire ti portavano un'ora al lago di Garda dopo averti tenuto sei ore seduto in un ristorante a venderti tegami e coperte di lana Merinos. "Certo i nostri prezzi sono bassi perché abbiamo un contratto con il casinò. Come potremmo con una cifra così bassa offrire viaggio, cena e assicurazione?". Insomma, la rete è gettata e noi sul pullman ci sentiamo un po' i pesci in attesa. "Abbiamo agenzie collegate con noi - dice Susana Pavlin, del gruppo Hit, che gestisce i casinò di Nova Gorica - in Friuli, Lombardia, Veneto ed Emilia. Adesso stiamo partendo anche l'Abruzzo. Già adesso dall'Italia arrivano mille pullman all'anno. Gli anziani non guidano volentieri, noi andiamo a prenderli".
"Siamo arrivati, a tutti buona fortuna". "No, non si dice così. Al massimo in bocca al lupo". Si è trattati bene, nel grande casinò. Per tutti, una "Privilege card", che promette "più gioco, più premi, più privilegi". Quando giochi, ti offrono da bere gratis. Cena alla 19, al self service. Maccheroni e risotto, hamburger e patate... "No, la verdura no, non è compresa". A un tavolo ci sono Alberto, Sira, Assunta, Laura, tutti neofiti. "Al sabato andiamo sempre a ballare al Jolly di Roncoferrara, siamo venuti a vedere cosa succede qui". In un altro tavolo, gli habitué. Non hanno molta voglia di parlare. In fondo, si tratta di soldi e ognuno si deve fare gli interessi suoi. Ma Elvino ed Ida, da Poggio Rusco, non hanno nulla da nascondere. "Guardi, qui si gioca e si perde, quasi sempre. Se qualcuno vince, lo dice a tutti. Se perde, dice che ha pareggiato. Ma poi, in confidenza, sai che qualcuno si rovina davvero. Se sei un pensionato e perdi 1.500 euro in una sera, è un bel dramma. E noi sappiamo che queste cose sono successe e succedono. I nostri figli sanno che siamo qui, ma preferirebbero che fossimo a cena con gli amici. Ma noi veniamo qui con tot soldi e cerchiamo di non perderli tutti". Il casinò è un labirinto di slot machine. Sembra davvero il Paese dei Balocchi. Diamond Quenn, Cleopatra, Twin Win, Abracadabra... Su ogni macchinetta, la cifra promessa al momento: 9.083 euro, 16.372 euro... Ogni clic costa da 1 cent e 2 euro. Ma a perdere 50 euro bastano pochi minuti. Mai credere a un giocatore - sia pure dilettante - di casinò. "Guardi, ho già perso 75 euro. Adesso mi faccio una giocata al Bingo e poi basta". Ma lo vedi un'ora più tardi alla roulette dove la giocata minima è di 2 euro e la massima di 200. Vedi un altro che ci prova al Double Deck, minimo 20, massimo 500 euro. Quasi tutti italiani, le migliaia di giocatori, e a loro non si fa mancare nulla. La partita Roma - Napoli sugli schermi, e poi l'invito all'arena, con la "sfilata di intimo" che - dice l'annunciatrice - "ai maschietti piace tanto". Appuntamento alle 2 nella grande hall e qui nessuno parla, e non solo per stanchezza. Dialoghi sottovoce. "Come ti è andata?". "Parliamo d'altro". "Andiamo via proprio adesso che la macchinetta buttava bene?". Tutti sul pullman, mentre continuano ad arrivare le Bmw da Treviso e Parma, con i boys che aprono la portiera e vanno a portare l'auto nel parcheggio. Non c'è nebbia, solo pioggia. Le fermate a Sermide e Poggio Rusco. L'arrivo a Concordia, alle sei e un quarto. Sedici ore fa, alla partenza, un uomo cattivo, vedendo arrivare il pullman, davanti al bar Luciana aveva detto: "Ecco la corriera dei polli". Per fortuna c'è ancora buio. E il bar è chiuso.
font:http://www.repubblica.it/cronaca/2011/02/14/news/anziani_casino-12433012/?ref=HREC1-9
TRASPORTI Al volante ci vuole dolcezza con l'eco-guida si risparmia
Con le giuste accortezze si può consumare fino al 15% di benzina in meno. E l'università della California mette a punto un sistema computerizzato che suggerisce agli automobilisti i comportamenti migliori di ELENA DUSI
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Il "Transportation center" dell'università della California ha appena stilato un rapporto che raccoglie tutti i suggerimenti per consumare meno benzina, e ha sottoposto a test uno dei vari computer di bordo disponibili oggi per tenere sotto controllo i consumi e suggerire al guidatore il comportamento più corretto. Questi computer sono ancora molto da perfezionare (offrono al momento un risparmio di carburante del 6 per cento in città e dell'1 per cento sulle strade veloci). Secondo l'Economist ne è dotato oggi l'1 per cento dei veicoli americani (soprattutto camion, auto ibride o a benzina ma di fascia alta), ma entro il 2020 una vettura su tre avrà sul cruscotto un eco-computer per ridurre i consumi e ottimizzare la guida. Il sistema su cui sta lavorando l'università della California mette insieme un gps per monitorare posizione e velocità, le mappe di Google Earth per distinguere tra strade cittadine e autostrade e una serie di sensori montati sulla macchina per tenere sotto controllo il consumo di carburante e la composizione dei gas di scarico emessi (oltre, ovviamente, a un navigatore che evita di perdersi nelle strade sconosciute).
Avere sempre sott'occhio i propri consumi ha spinto tutti i conducenti californiani che hanno partecipato al test a seguire i consigli dell'eco-guida. Inserire la marcia superiore il prima possibile, mantenere la velocità costante, prevedere e cercare di anticipare l'andamento del traffico, accelerare e frenare molto dolcemente, controllare almeno una volta al mese la pressione delle gomme sono i consigli per far durare il pieno più a lungo. Durante le code, è più conveniente avanzare lentamente che non fermarsi e ripartire: rimettersi in moto richiede infatti più energia che non incrementare gradualmente la velocità. Quando possibile, è conveniente far scivolare in avanti il veicolo con la frizione abbassata, provando a calcolare in quale punto l'energia cinetica dell'auto si sarà esaurita. Mantenere la pressione delle gomme sempre al livello consigliato fa risparmiare circa un pieno all'anno: le gomme sgonfie creano più attrito sull'asfalto e resistenza all'avanzamento. E anche se ogni modello di auto rappresenta una storia a sé, in generale i motori iniziano a perdere efficienza al di sopra dei cento chilometri all'ora. Accelerando ulteriormente, il gioco del tempo guadagnato non vale la candela dell'aumento di benzina consumata.
Un capitolo a sé riguarda l'aria condizionata, che al massimo della potenza può succhiare fino a un quarto del serbatoio. Il consiglio è di tenere i finestrini aperti fino a 65 chilometri all'ora. Aumentando la velocità, l'attrito dell'aria diventa però troppo significativo e conviene fare ricorso al condizionamento. L'opzione del ricircolo interno evita che l'aria calda proveniente da fuori debba essere raffreddata continuamente ex novo, e fa risparmiare.
Negli Stati Uniti si è già formato un club informale, quello dei cosiddetti "hypermilers": automobilisti molto coscienziosi che riescono a far marciare perfino le macchine "succhia-benzina" americane per 100 chilometri con 4,5 litri di carburante.
font:http://www.repubblica.it/ambiente/2011/02/10/news/eco_guida-12220686/
A.S.D P.G.S "Stelle Azzurre" dal 1983: Ronaldo, addio in lacrime "non ce la faccio più"
A.S.D P.G.S "Stelle Azzurre" dal 1983: Ronaldo, addio in lacrime "non ce la faccio più": "Il Fenomeno ha deciso di chiudere con il calcio giocato. Nella conferenza stampa di addio a San Paolo l'ex interista si commuove : 'Soffro ..."
La Fata e la Povera Orfanella
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La fata rispose: "Molto bene". Si chinò su di lei e le sussurrò qualcosa in un orecchio. Poi svanì. La ragazzina, divenuta ormai grande, appariva felice come nessun altro sulla terra. Tutti le chiedevano il segreto della sua felicità. Ma lei si limitava a sorridere e rispondeva: "il segreto della mia felicità consiste nell'aver dato ascolto ad una fatina buona quando ero piccola". Poi divenne vecchia e quando fu in punto di morte i vicini le si fecero attorno, temendo che il segreto della felicità svanisse con lei. "Per piacere", la pregarono, "rivelaci ciò che ti ha detto la fatina buona". La cortese vecchietta sorrise ed esclamò: "Mi disse che tutti, per quanto sicuri di sé, e non importa se giovani o vecchi, ricchi o poveri, hanno bisogno di me".
font:http://blog.chatta.it/menphis75/Luglio/2007/90.aspx
Manchester united - Manchester city Goal Rooney 2:1
Il sogno di ogni calciatore Rooney, sforbiciata nel derby . Goal meraviglioso !!!
NEUROSCIENZE L'attività fisica rafforza la memoria meglio una passeggiata del cruciverba
Secondo uno studio americano per tenere la mente attiva bastano 40 minuti di camminata veloce al giorno per un anno. Gli esperti: "Una buona notizia per le ricerche sull'Alzheimer"
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"Una scoperta importante soprattutto per i malati di Alzheimer o per chi soffre di demenza - spiega il professor Enrico Cherubini, coordinatore del settore di neurobiologia della Sissa (Scuola internazionale superiore di studi avanzati) - ; l'esercizio fisico stimola infatti i fattori di crescita, indispensabili per lo sviluppo neuronale. Il fatto che il fenomeno sia prevalente nell'ippocampo anteriore, tra l'altro, dimostra che esiste una neurogenesi adulta ad opera delle cellule staminali presenti in quella parte del cervello". Il neuroscienziato spiega che le prime dimostrazioni del rapporto tra attività motoria e sviluppo neuronale la ricerca le ha avute studiando i roditori in gabbia: "Quelli tenuti in un ambiente arricchito, con ruote e scivoli per giocare - precisa - sviluppano attività mnemoniche maggiori, che a loro volta provocano un aumento funzionale delle connessioni sinaptiche nel cervello".
La corrispondenza tra dimensioni dell'ippocampo e miglioramento della memoria è stata del resto dimostrata più volte: gli ultimi a fare uno studio ad hoc, pubblicato su Hippocampus, sono stati i ricercatori delle università americane dell'Illinois e Pittsburgh, che hanno scoperto che gli adulti fisicamente più sani tendono ad avere l'ippocampo anteriore più sviluppato di circa il 40% rispetto ai loro coetanei meno in forma.
Un altro studio del Max Planck Institute di Friburgo, in Germania, pubblicato su Cell Stem Cell, ha anche dimostrato che l'attività fisica protegge la memoria perché migliora l'efficienza vascolare, favorendo l'elasticità e l'apertura delle arterie e quindi la buona circolazione del sangue. I ricercatori tedeschi hanno anche sottolineato che esiste un effetto protettivo neurochimico, dato che l'esercizio libera dei neurotrasmettitori cerebrali che agiscono su attenzione e tono dell'umore, migliorando il funzionamento dei circuiti nervosi cerebrali. I pigri insomma non hanno più scuse: meno cruciverba e più movimento.
La corrispondenza tra dimensioni dell'ippocampo e miglioramento della memoria è stata del resto dimostrata più volte: gli ultimi a fare uno studio ad hoc, pubblicato su Hippocampus, sono stati i ricercatori delle università americane dell'Illinois e Pittsburgh, che hanno scoperto che gli adulti fisicamente più sani tendono ad avere l'ippocampo anteriore più sviluppato di circa il 40% rispetto ai loro coetanei meno in forma.
Un altro studio del Max Planck Institute di Friburgo, in Germania, pubblicato su Cell Stem Cell, ha anche dimostrato che l'attività fisica protegge la memoria perché migliora l'efficienza vascolare, favorendo l'elasticità e l'apertura delle arterie e quindi la buona circolazione del sangue. I ricercatori tedeschi hanno anche sottolineato che esiste un effetto protettivo neurochimico, dato che l'esercizio libera dei neurotrasmettitori cerebrali che agiscono su attenzione e tono dell'umore, migliorando il funzionamento dei circuiti nervosi cerebrali. I pigri insomma non hanno più scuse: meno cruciverba e più movimento.
http://www.repubblica.it/salute/prevenzione/2011/02/03/news/camminare_rafforza_la_memoria-12023668/
BENESSERE Sport, il parco batte la palestra L'aria aperta allevia lo stress
Secondo una ricerca inglese per ottenere il massimo del risultato da una sessione di esercizi è meglio allenarsi immersi nel verde. L'analisi ha incrociato i dati di undici studi sull'argomento: chi preferisce la natura ha più energia e buonumore di ADELE SARNO
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"Sapevamo che fare movimento immersi nella natura fa bene - dice Jo-Thompson Coon, uno degli autori della ricerca - ma ci hanno stupito gli effetti sull'ansia e la depressione. Le ricadute positive sull'umore sono massime quando lo sport è praticato all'aria aperta e in un ambiente vitale, probabilmente anche grazie agli effetti positivi della socializzazione". Comprendere ancor meglio questo collegamento, dicono gli esperti, può anche aiutare in futuro a studiare e sperimentare nuove terapie contro due delle emergenze sanitarie mondiali: l'obesità e la depressione. "Il 75% degli europei - dice il professor Michael Depledge, coordinatore del team che ha portato avanti lo studio - vive in ambienti urbani e alla luce dei risultati ottenuti da questo studio è bene che imparino a riappropriarsi del loro rapporto con la natura, sfruttando ad esempio le zone verdi delle loro città". Un'idea, suggerisce il rapporto, è di attuare programmi come la green gym o la blue gym, ovvero interventi medici innovativi, non molto di moda in Italia, che includono esercizio all'aperto come parte integrante di trattamenti olistici per chi soffre di depressione e simili disturbi psicologici. Una specie di ginnastica a contatto con Madre Natura: vangare, zappare, rastrellare foglie secche e erba tagliata. In particolare la Green Gym, secondo uno studio recente della Oxford Brookes University, oltre che fare bene alla salute, alla respirazione e a tutto il sistema cardiocircolatorio e muscolare, incide in modo positivo anche sullo stato mentale, allontanando, appunto, la depressione. E, concludono i ricercatori, per stare meglio basterebbe 'allenarsi' una volta a settimana.
font:http://www.repubblica.it/salute/forma-e-bellezza/2011/02/08/news/outodoor_palestra-12109737/
ATTUALITA' Teenager stregati dall'alcol il primo bicchiere a 14 anni
Indagine Doxa. Gli adulti sono più moderati e sobri. Fra i giovanissimi il bere "da sballo" è una moda che non passa. Le donne lo fanno meno dei maschi, eppure i loro consumi sono in aumento
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"È vero c'è una leggera diminuzione di consumatori, ma cresce il numero degli alcoldipendenti", commenta Emanuele Scafato, che dirige l'Osservatorio Nazionale Alcol dell'Istituto Superiore di Sanità. "Oggi in Italia ci sono 9 milioni di persone che hanno o che potrebbero sviluppare problemi di alcol e anche tra gli adulti il rischio è tornato a crescere. Il punto è fare informazione corretta, spiegare che l'abuso giovanile può portare all'alcolismo, far capire che bere è una responsabilità. Il punto però è vigilare sulla pubblicità, che spesso punta ai giovanissimi dando alla birra, ai superalcolici, quella patente di innocuità, di spensieratezza, che è davvero un messaggio pericoloso. Così come non basta impedire la somministrazione di alcol nei bar ai più giovani, bisognerebbe impedirne anche la vendita nei supermercati... E poi diffondere delle regole semplici e fondamentali, ossia che si deve bere, sempre, durante i pasti, che non ci si deve mettere alla guida dopo aver bevuto, e mai e poi mai si dovrebbe toccare l'alcol prima dei 16 anni. Poche avvertenze che però possono salvare una vita".
font:http://www.repubblica.it/cronaca/2011/02/08/news/giovani_alcol-12190594/
INTER-ROMA 5-3 | Sky HD | Highlights Ampia Sintesi
Magnifica partita a San Siro: i nerazzurri salgono a 44 punti con una gara da recuperare. I gol: la squadra di Leonardo in rete al 3' con Sneijder, pari di Simplicio al 13', poi al 35' Eto' porta nuovamente in vantaggio la squadra di Leonardo. Al 63' ancora il camerunese a segno dagli undici metri per un fallo di Burdisso (espulso) su Pazzini. Al 71' in rete il neo-azzurro Thiago Motta, al 75' a segno Vucinic. All'81 Loria buca Julio Cesar, al 90' Cambiasso chiude i giochi
LA RICERCA Cuore, il tifo può far male "Certe partite davvero un rischio"
Uno studio Usa ha cercato di dare un peso scientifico ai contraccolpi di natura cardiaca che può provocare una particolare sconfitta. I ricercatori hanno calcolato che quando i Rams persero il Super Bowl 1980, a Los Angeles i decessi per infarto aumentarono dal 15 al 27% di ADELE SARNO
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Al contrario, nelle due settimane seguite alla vittoria dei Raiders del 1984 il tasso dei decessi era addirittura sceso rispetto alla media di gennaio e febbraio dei tre anni successivi.
"La scienza ha mappato praticamente tutti i fattori di rischio legati ai disturbi cardiocircolatori cronici - afferma Kloner - come per esempio il fumo, l'obesità, il diabete. Ma questo studio scopre una nuova evidenza: esistono anche fattori di rischio, come il Superbowl appunto, in grado di attivare uno scompenso cardiaco acuto". Medici e pazienti, dice il ricercatore, dovrebbero essere consapevoli del fatto che lo stress da partita provoca una risposta emozionale che può anche scatenare un attacco cardiaco improvviso. Per questo, in certi casi, potrebbe essere necessario seguire programmi di riduzione dello stress o prescrivere farmaci ad hoc. A dare l'idea al team guidato da Kloner è stato uno studio pubblicato nel 2008 sul New England journal of medicine, che aveva riscontrato tassi molto alti di emergenze cardiache in Germania durante la Coppa del Mondo di calcio. "I tifosi - dice il ricercatore - sviluppano un attaccamento emotivo nei confronti della squadra del cuore, che è paragonabile a quello che si prova nei confronti di un familiare. Pensate a come si sente un genitore quando si stressa troppo perché vede il figlio in difficoltà". Insomma, un appassionato sportivo non deve sottovalutare i rischi che corre: il tifoso ha un cuore che non batte per un singolo individuo, ma per un intero team. Una fatica che, come rivela lo studio, a volte è troppo pesante da sostenere.
font:http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2011/02/01/news/la_sconfitta_in_casa_fa_pi_male_al_cuore-11922344/
La vita eterna dell'elettrodomestico adesso è boom anche per l'usato
NEW YORK - Si diceva "usato sicuro" e fino a ieri riguardava soprattutto l'automobile. Ora è molto di più: in America siamo in pieno boom della "ri-manifattura", tutte le grandi industrie si lanciano nel nuovo business, per dare una seconda vita ai loro prodotti.
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E' su questi pregiudizi che interviene il summit di Washington, tra la coalizione dei 20 big del settore e il Consiglio sulla Competitività che riunisce gli esperti economici di Obama. Impegnando il nome di celebri multinazionali, si vuole sconfiggere il pregiudizio. L'usato, quando viene resuscitato ripassando nella stessa fabbrica che lo ha prodotto la prima volta, può essere altrettanto sicuro ed efficiente del nuovo. La General Electric ha conquistato una tale credibilità negli ospedali americani che l'anno scorso ha venduto 1.500 apparecchi usati per l'ecografia, in aumento del 10%. Per l'Amministrazione Obama la nuova tendenza va incoraggiata: aiuta le fasce di consumatori meno abbienti, perché mette sul mercato apparecchi che possono costare la metà del nuovo; inoltre abbatte i danni ambientali, sia il consumo di energia nella produzione industriale, sia l'accumulazione di "discariche elettroniche" altamente inquinanti. Fino a ieri un altro ostacolo alla diffusione della "ri-manifattura" era l'afflusso di prodotti a bassissimo costo dai paesi emergenti. Soprattutto per certe fasce di apparecchi già a buon mercato - dall'asciuga-capelli al tostapane - il costo del nuovo era sceso talmente in basso da togliere ogni incentivo economico all'usato.
Ora però qualcosa cambia. L'inflazione che colpisce tante materie prime, dal rame all'acciaio, crea un nuovo interesse economico a investire in sistemi che riducono il consumo dei materiali di base. Inoltre entrano in vigore leggi sempre più severe che impongono all'industria di farsi carico della raccolta e trattamento della "spazzatura informatica": un modo per ridurne il costo è rilavorare i prodotti usati anziché condannarli alla discarica. Una sola azienda del Michigan, la ReCellular, l'anno scorso ha venduto cinque milioni di telefonini "rifatti", un incremento del 25% rispetto alle vendite del 2009. Le batterie dei cellulari sono, tra i componenti elettronici, uno dei più nocivi se abbandonati nelle discariche. L'ultimo ostacolo da abbattere, spiegano i big del riuso, sta tutto dentro la testa dei consumatori. Bisogna convincerli a non pretendere di cambiare telefonino ogni due anni, a non ostinarsi a sfoggiare con gli amici l'ultimissimo modello. Questione di status, di mode, e di valori. In fondo, quanti di noi sanno l'età di un aereo al momento in cui s'imbarcano per il volo? Grazie al restyling della cabina, spesso ignoriamo di viaggiare su dei jet che hanno parecchi decenni di servizio sulle spalle, e ci portano a destinazione lo stesso.
font:http://www.repubblica.it/ambiente/2011/01/25/news/elettrodomestici_riuso-11618099/
La rapina peggio riuscita: il video del ladro imbranato
Siamo in Australia, a Frankston. Poco dopo le feste natalizie un giovane ladro decide di rubare in una panetteria ancora chiusa per le vacanze, dotata di un sistema di videosorveglianza
IL CASO Suicida la madre di Isabelle "Non ha retto al rimorso"
Marie Caro si è tolta la vita la settimana scorsa, oggi la notizia diffusa dal marito e padre della modella anoressica scomparsa a novembre, nota per aver prestato la propria immagine a una campagna per la lotta ai disturbi alimentari realizzata da Oliviero Toscani. Il padre: "Mia moglie non ha resistito"
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La ragazza era stata ricoverata a novembre presso l'ospedale Bichat, a nord di Parigi, per una grave disidratazione. Soffriva di anoressia dall'età di 13 anni. Subito dopo la sua morte, Christian Caro aveva diffuso un comunicato con il quale accusava di "negligenza" il personale medico dell'ospedale. "Ci avevano detto che le avrebbero fatto delle analisi, ma che c'era bisogno di sedarla. Chiunque, nelle condizioni di Isabelle, non avrebbe dovuto essere sedato, ogni medico dovrebbe saperlo". L'uomo aveva quindi sporto denuncia per omicidio doloso presso la Procura di Parigi.La storia di Isabelle Caro aveva fatto il giro del mondo. Fin da quando la giovane, che soffriva di anoressia, aveva posato nuda nello spot di una campagna di sensibilizzazione sui disturbi alimentari realizzata da Oliviero Toscani nel 2007. Isabelle, alta un metro e sessantacinque, pesava solo 31 chili. La foto aveva destato sensazione e polemiche e il giurì per la pubblicità aveva bloccato il suo utilizzo nella campagna. La ragazza nel 2008 aveva scritto un'autobiografia, The little girl who didn' wanto to get fat, pubblicato in Italia con il titolo La ragazza che non voleva crescere, in cui raccontava di rapporti familiari complessi, con un padre assente e una madre iperprotettiva che la costringeva a rimanere chiusa nella sua stanza, coprendola di giocattoli ed attenzioni, quasi per paura che crescesse.
font: http://www.repubblica.it/persone/2011/01/20/news/madre_isabelle_caro-11442304/
Progetti scuola Pgs
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