LA DENUNCIA Congo, stupri di massa, violenze e razzie L' incubo per centinaia di bambini e donne

Il rapporto dell'équipe di medici Senza Frontiere dalla regione del sud del Kivu. Una banda di disertori dell'esercito regolare della Rdc si sono accaniti contro gli abitanti di Nyakiele. Giunti a piedi e scortati da mezzi militari gli ex soldati hanno prima circondato il villaggio e poi hanno ordinato a tutte le donne e i bambini di uscire dalle case. Quindi si sono letteralmente divertiti a vessare le loro vittime per ore di DANIELE MASTROGIACOMO

NYAKIELE (Sud Kivu) - Ancora violenze, saccheggi, incendi e razzie di bestiame. Ancora assalti e stupri di massa di donne, bambini e uomini. Dopo un periodo di relativa tranquillità, dal sud del Kivu, regione dell'estremo oriente della Repubblica Democratica del Congo (Rdc), giungono denunce impressionanti di violenze nei confronti della popolazione civile. Secondo Mèdicins sans frontières 1 (Msf), la Ong presente da anni nella zona, un intero villaggio di un'area isolata e di difficile accesso è stato assaltato da duecento uomini armati. Per due giorni, tra il 10 e il 12 giugno scorsi, una banda di disertori dell'esercito regolare della Rdc si sono accaniti contro gli abitanti diNyakiele. Giunti a piedi e scortati da mezzi militari gli ex soldati hanno prima circondato il villaggio e poi hanno ordinato a tutte le donne e i bambini di uscire dalle case. Quindi, come accade in questi casi, si sono divertiti a vessare le loro vittime con una serie di violenze che sono proseguite per ore. Un inferno per donne e bambini. Di fronte alle armi spianate, gli abitanti di Nyakiele hanno potuto fare poco. Per le donne e i bambini è stato un vero inferno. Ma gli stupri, assieme a soprusi, violenze e percosse, hanno riguardato chiunque accennasse ad una reazione. Ridotta allo stremo, la piccola comunità ha cercato di fuggire verso la boscaglia mentre la banda di ex soldati ha dato fuoco alle case e alle capanne portando via il bestiame.
Lo scempio è stato scoperto per caso. Una équipe medica di Msf è arrivata sul posto per sottoporre gli abitanti ad una serie di vaccini contro la malaria e il morbillo. Quando sono giunti nel villaggio, ormai ridotto a cenere fumante, gli abitanti hanno avuto il coraggio di uscire dalla boscaglia. Sono iniziati i racconti ed è cominciata la conta delle violenze e degli stupri. Almeno un centinaio di donne presentava ferite in tutto il corpo e solo dopo un delicato confronto di tipo psicologico hanno avuto la forza di raccontare cosa fosse successo e chi fossero gli autori del brutale assalto.
Vittime oltre 60 donne. Médicins sans frontieres non è in grado di confermare a chi appartenesse la banda di ex militari. Ma secondo il deputato provinciale Jena Marie Ngoma "oltre 60 donne" di questo villaggio sono rimaste vittime degli stupri commessi da "militari dell'armata congolese", guidati dal colonello Kifaru, ex dirigente delle famigerate milizie Mai-Mai, che avevano disertato da una base militare. Proprio ieri, l'ufficio per il coordinamento degli affari umanitari dell'Onu aveva denunciato una serie di razzie nei villaggi di Kanguli, Abala e Niakiele commessi nella notte tra il 10 e l'11 giugno. Ma non aveva accennato agli stupri. Si era limitato a dire che gli autori erano dei disertori dell'esercito congolese guidati dal colonnello Kifaru. Il portavoce delle Forze armate della Rdc (Fardc) nel sud del Kivu, il colonnello Vianney Kazarama, ha difeso il suo collega e ha smentito che Kifaru fosse coinvolto nei gravissimi episodi di violenza. "E' falso", ha detto il protavoce, "non ha mai commesso delle infrazioni. Ci sono delle milizie di Mai-Mai nella zona e anche degli elementi delle Forze democratiche di liberazione del Ruanda", i famosi interhawne, estremisti hutu fuggiti dal Ruanda dopo il genocidio del 1994 e da allora in fuga nelle boscaglie dove si abbandonano a violenze, assalti e stupri. Ma è stato lo stesso Kazarama ad ammettere che molti soldati dell'esercito dislocati nella zona si lamentano di "non aver nulla da mangiare e da bere".
Soldati che diventano banditi sanguinari. La guerra che per anni si è combattuta in Kivu si è conclusa nel 2008 dopo un accordo tra Kinshasa e Kigali. Prevedeva l'arruolamento di tutte le milizie attive nell'area tra le fila dell'esercito regolare della Rdc. Ma il piano non sempre funziona. Mancano i soldi. I soldati restano per mesi senza paga, isolati in aree remote e impervie e alla fine, spesso, decidono di agire come bande autonome. Hanno le armi, le divise, i mezzi di trasporto. Entrano nei villaggi, mangiano, dormono, abusano delle donne, dei bambini. E alla fine, dopo aver dato alle fiamme case e capanne, si disperdono nella giungla portandosi dietro il bottino: piccoli averi e bestiame.

font: http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2011/06/23/news/stupri_in_congo_mfs-18141119/

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