LA STORIA La favola del pinguino arrivato in N.Zelanda

Lo chiamano già l'imperatore perduto. Un lungo viaggio dal Polo Sud alla spiaggia di Peka Peka dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - ""Dopo il secondo iceberg, basta girare a destra e in cinque minuti sono a casa". Forse avrà pensato così: dimenticando che doveva voltare a sinistra, non a destra, e dunque andando nella direzione opposta. Oppure stava rincorrendo un branco di calamari, di cui è notoriamente ghiotto, a forza di mangiarne ha perso contatto con i compagni, si è confuso e ha continuato a nuotare nel verso sbagliato. Nuota e nuota, probabilmente ha perso anche la cognizione del tempo, e d'altronde quelli della sua specie sono in grado di restare in acqua per mesi di seguito, senza bisogno di posare piede (si fa per dire) sulla terraferma. Finché un giorno, finalmente, ha intravisto la costa e con qualche ultima bracciata è giunto a riva. "Strano, questo posto non sembra per nulla il Polo Sud", deve essergli passato per la mente. E infatti il posto in cui è sbarcato il pinguino protagonista di questa avventura non è al Polo Sud. E' tremila chilometri più a nord, in Nuova Zelanda. "Stavo portando a passeggio il cane", racconta Christine Wilton, la prima a vederlo sulla spiaggia di Peka Peka, "e sono rimasta a bocca aperta. Era come se qualcuno lo avesse fatto scendere dal cielo. Era in un luogo dove non dovrebbero esserci pinguini". Beninteso, qualche volta ci capitano: l'ultimo della specie imperatore avvistato in Nuova Zelanda risale al 1967, quarantaquattro anni or sono. La signora col cagnolino dice che la scena le ha ricordato un cartone animato del 2006, "Happy Feet", dalla trama simile: anche lì un giovane pinguino si perde e finisce molto lontano da casa. Del resto i pinguini imperatori, i più diffusi e più grossi tra questi volatili tanto amati da noi umani per il loro buffo aspetto, sono capaci di viaggi epici: un altro film di successo, "La marcia dei pinguini", ha raccontato recentemente le loro gesta per andare a deporre le uova e la loro tenace capacità di sopravvivenza. Una nuotata di tremila chilometri dall'Antartico alla Nuova Zelanda, tuttavia, è più insolita o meglio eccezionale. Sicché ha rapidamente trasformato il pinguino in questione in una celebrità mondiale.
Da ieri la foto di lui che si guarda intorno (perplesso?) sulla spiaggia neozelandese sta facendo il giro di internet e di tutti i giornali del pianeta. E' alto 80 centimetri, ancora giovane: i naturalisti locali stimano che abbia circa dieci mesi. Nessuno gli ha dato ancora un nome, ma un soprannome sì: "The lost emperor", l'imperatore sperduto, lo chiamano i media, gioco di parole sulla sua specie, gli "imperatori" appunto, e sul titolo in inglese del film premio Oscar di Bertolucci, "The last emperor" (L'ultimo imperatore). Ma oltre che sperduto rischia di essere affamato, e soprattutto assetato: pesce da mangiare potrebbe trovarne pure in Nuova Zelanda, ma neve no. Sicché il pinguino ha cominciato a mangiare sabbia bagnata, scambiandola per il bianco manto che ricopre l'Antartico, senza sapere che, a differenza della neve, la sabbia non gli si scioglierà nello stomaco e non gli darà alcun nutrimento liquido. La disidratazione non è un pericolo immediato, perché i pinguini imperatore possono anche bere l'acqua salata dell'oceano (in estate). Ma a lungo termine potrebbe diventare un problema. Per non parlare della curiosità degli umani, che lo bersagliano di flash da mattina a sera. Per adesso lui pare prenderla con filosofia: se ne sta lì sulla spiaggia, come un turista per caso, metafora delle piccole e grandi odissee della vita, che non ci portano dove credevamo di andare bensì in luoghi ignoti e misteriosi, da cui non è subito chiaro se verranno fortune o disgrazie.

font: http://www.repubblica.it/ambiente/2011/06/22/news/punguino-18084273/

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