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Agostino Sella: Oggi allle 16:00 4° Memorial Dario Pernice: "E' Passato tanto tempo, per i più vicini un eternità. Noi oggi lo vogliamo ricordare con semplicità per far sapere a tutti che DARIO è anco..."
A.S.D P.G.S "Stelle Azzurre" dal 1983: PGS: Festa Mini e Propaganda
A.S.D P.G.S "Stelle Azzurre" dal 1983: PGS: Festa Mini e Propaganda: "Canicattì: domenica 19 dicembre si è tenuta la prima festa categoria Mini e Propaganda delle Polisportive Giovanili Sal esiane, la z..."
Winter Solstice - Total Lunar Eclipse 2010 - TIME-LAPSE
Per chi si e' perso l'eclisse lunare di giorno 21 dicembre
LA RICERCA Le emozioni, i dubbi, la rabbia Facebook studia il suo popolo
I giovanissimi sono i più irrequieti, con l'età si tende a parlare degli altri e pensare alla famiglia. I pensieri positivi sono molto apprezzati, quelli negativi i più discussi e commentati. Ecco cosa emerge dall'analisi dei messaggi che gli utenti del social network pubblicano sulla loro bacheca di TIZIANO TONIUTTI
ROMA - Un milione di pensieri degli utenti passati al setaccio, tra la popolazione di madrelingua inglese. Questa la via scelta da Facebook per provare a disegnare una mappa sociale basata sulle emozioni e gli stati d'animo, attraverso l'analisi dei messaggi di "status" lasciati dagli utenti. Ne viene fuori un quadro complesso che dipinge le correlazioni tra età e sensazioni condivise, pensieri e parole, argomenti che diventano importanti in orari ben precisi. Che delinea un livello di interazione tra individui finora inedito e che esiste perché esiste lo spazio virtuale del social network.
L'analisi. Facebook ha analizzato la correlazione tra età, argomenti e linguaggio utilizzato per esprimerli. E la linea tracciata dai risultati è chiara: i messaggi con contenuti positivi, spiritosi, ironici, raccolgono molti "mi piace": gli utenti cliccano volentieri sul pulsante di apprezzamento, un'approvazione silenziosa in termini di parole ma che crea comunque un volume di interesse. Se invece i messaggi sono di tendenza negativa, pensierosa o più articolata, gli utenti/amici di chi l'ha scritto tendono a commentare ed esprimere più dettagliatamente il loro punto di vista sull'argomento. Mal comune mezzo gaudio insomma, ma in questo comportamento si può leggere una strutturazione più complessa della risposta sociale: ti rispondo per aiutarti, ma anche per aiutarmi e per vedere se qualcun altro scriverà qualcosa che potrà aiutare anche me. Insomma, la "rete sociale" nella sua realizzazione ideale.
Età e orari. Dal punto di vista dell'età, secondo i dati sono gli utenti più giovani quelli più arrabbiati, e focalizzati sulla propria persona. Nei loro messaggi ci sono più emozioni negative e parolacce rispetto a quelli degli utenti più adulti, che invece tendono a privilegiare argomenti come la famiglia, il lavoro e le vite degli altri: più si sale con l'età, più i pronomi si spostano dalla prime persone alla seconde. L'ora del giorno in cui si accede al network incide anche sulla scelta di argomenti e parole. A notte fonda, verso le 4, l'argomento più gettonato è naturalmente il sonno, mentre il lavoro è ciò di cui si parla prima di andare in ufficio. Quando il cielo è buio, intorno all'una di notte, arrivano le emozioni più negative, mentre all'alba, intorno alle sette, i commenti sono positivi e riflettono l'arrivo della luce. La linea emotiva dei pensieri accompagna infatti l'arco solare, iniziando positiva e esprimendo più negatività mano a mano che il sole tramonta.
Un quadro vivente. Con questa analisi, Facebook ha realizzato un'istantanea animata del campione sociale preso in oggetto, che probabilmente alla luce dei modelli di vita non dissimili, si può estendere all'occidente tutto e non solo ai paesi anglofoni. Sono però dati che rimangono dentro Facebook, e che studiati in dettaglio fuori dal social network potrebbero aiutare a comprendere meglio come vivono le persone, cosa spinge la gente a condividere un pensiero, e se davvero la misurazione della qualità della vita può basarsi ancora su parametri antecedenti alle reti sociali. Sono dati che dimostrano l'esistenza di una umanità che utilizza la tecnologia come ausilio alla socialità, dopo che nella scorsa era, quella della tv, l'aveva utilizzata per isolarsi.
L'analisi. Facebook ha analizzato la correlazione tra età, argomenti e linguaggio utilizzato per esprimerli. E la linea tracciata dai risultati è chiara: i messaggi con contenuti positivi, spiritosi, ironici, raccolgono molti "mi piace": gli utenti cliccano volentieri sul pulsante di apprezzamento, un'approvazione silenziosa in termini di parole ma che crea comunque un volume di interesse. Se invece i messaggi sono di tendenza negativa, pensierosa o più articolata, gli utenti/amici di chi l'ha scritto tendono a commentare ed esprimere più dettagliatamente il loro punto di vista sull'argomento. Mal comune mezzo gaudio insomma, ma in questo comportamento si può leggere una strutturazione più complessa della risposta sociale: ti rispondo per aiutarti, ma anche per aiutarmi e per vedere se qualcun altro scriverà qualcosa che potrà aiutare anche me. Insomma, la "rete sociale" nella sua realizzazione ideale.
Età e orari. Dal punto di vista dell'età, secondo i dati sono gli utenti più giovani quelli più arrabbiati, e focalizzati sulla propria persona. Nei loro messaggi ci sono più emozioni negative e parolacce rispetto a quelli degli utenti più adulti, che invece tendono a privilegiare argomenti come la famiglia, il lavoro e le vite degli altri: più si sale con l'età, più i pronomi si spostano dalla prime persone alla seconde. L'ora del giorno in cui si accede al network incide anche sulla scelta di argomenti e parole. A notte fonda, verso le 4, l'argomento più gettonato è naturalmente il sonno, mentre il lavoro è ciò di cui si parla prima di andare in ufficio. Quando il cielo è buio, intorno all'una di notte, arrivano le emozioni più negative, mentre all'alba, intorno alle sette, i commenti sono positivi e riflettono l'arrivo della luce. La linea emotiva dei pensieri accompagna infatti l'arco solare, iniziando positiva e esprimendo più negatività mano a mano che il sole tramonta.
Un quadro vivente. Con questa analisi, Facebook ha realizzato un'istantanea animata del campione sociale preso in oggetto, che probabilmente alla luce dei modelli di vita non dissimili, si può estendere all'occidente tutto e non solo ai paesi anglofoni. Sono però dati che rimangono dentro Facebook, e che studiati in dettaglio fuori dal social network potrebbero aiutare a comprendere meglio come vivono le persone, cosa spinge la gente a condividere un pensiero, e se davvero la misurazione della qualità della vita può basarsi ancora su parametri antecedenti alle reti sociali. Sono dati che dimostrano l'esistenza di una umanità che utilizza la tecnologia come ausilio alla socialità, dopo che nella scorsa era, quella della tv, l'aveva utilizzata per isolarsi.
font:http://www.repubblica.it/tecnologia/2010/12/24/news/facebook_status_rabbia_tristezza_preferiti-10563994/
LA STORIA "C'era una volta un uomo cattivo" Voci dal carcere leggono le favole
In una delle nove prigioni di Rikers Island, a New York, tra Queens e il Bronx, otto prigionieri dell'Eric M. Taylor Center hanno completato un corso di cinque settimane chiamato "Daddy and Me". Hanno registrato racconti per i loro figli, creato libri audio, e alla fine li hanno incontrati di KATIA RICCARDI
C'ERANO una volta le Favole al telefono (Einaudi, 1962). Il protagonista era il ragionier Bianchi, di Varese, un rappresentante farmaceutico sempre in giro per l'Italia. Un pendolare condannato a un esilio interrotto soltanto la domenica. Ogni sera, alle nove in punto, raccontava una favola al telefono alla figlioletta che non riusciva a dormire. "Le storie toccavano tanto il cuore, che le centraliniste interrompevano il loro lavoro per ascoltarle. ...Sfido: alcune sono proprio belline". Gianni Rodari, quando le scrisse, aveva immaginato un papà che non poteva sedere ai piedi del lettino per leggere le storie a suo figlio. Le favole sono la prima fantasia, la porta senza tempo verso viaggi avventurosi che un genitore fa insieme al figlio. Servono a partire, ad andare ovunque, a restare vicini. Per farlo basta solo la voce.
Cinquanta anni dopo l'uscita del libro di favole più famoso d'Italia, e migliaia di anni luce dopo l'invenzione delle televisione, la voce dei papà non ha ancora trovato un sostituto. Ce n'è una speciale per ogni bambino. Quella in grado di rendere unico un "c'era una volta", e credibile la morale della favola. In una delle nove prigioni di Rikers Island, a New York, un'isola controllata da mille poliziotti stretta tra Queens, il Bronx e vicino all'aeroporto LaGuardia, otto prigionieri dell'Eric M. Taylor Center hanno appena completato un corso di cinque settimane chiamato "Daddy and Me".C'erano una volta otto uomini cattivi. A forza di essere puniti e di aver letto mille libri chiusi nelle celle di isolamento, erano diventati più buoni. Sentivano la mancanza dei loro bambini. E così il direttore del carcere decise di premiarli. Avrebbero registrato le proprie voci mentre leggevano favole. E quelle voci, solo quelle, sarebbero potute uscire dall'isola. Tornare a casa, nelle camerette, sedersi ai piedi del lettini. E cominciare a raccontare. "Le persone hanno diverse dimensioni", ha spiegato Dora B. Schriro, a capo del dipartimento correttivo del carcere: "Parte di essere un uomo è quella di essere un padre. Parte di essere un brav'uomo è quella di essere un bravo padre". E' la prima volta che viene tentato un esperimento di questo tipo a Rikers, dal '96 sono state piuttosto le madri detenute ad avere contatti con i propri figli. Con un finanziamento di 3,800 dollari, il programma del Taylor Center è stato gestito da Nick Higgins, che organizza la libreria delle prigioni: "L'obiettivo era quello di cambiare l'attitudine dei detenuti, quella di farli tornare indietro, di ritrovare ciò che stanno perdendo", ha detto Higgins. Le favole hanno una morale e un lieto fine. Per questo si raccontano ai bambini. Insegnare loro il bene e il male per un adulto può essere un modo di riappropiarsene. Ripassare antiche lezioni, o impararle dal principio. Il New York Times ha seguito l'intero progetto e poi ha raccontato la storia di tre di questi otto uomini. Il primo si chiama José Rosado, o José Rosaldo, o José Reyes (nella foto). Ha diversi nomi, a seconda del capo di imputazione. In prigione è conosciuto come "il professore", 42 anni, ex tossicodipendente, una moglie senza più pazienza, e tre figli. Dal 1989 è uscito e entrato dal carcere. Ha trovato il suo modo per viaggiare con la testa solo leggendo. Quando lo tenevano in isolamento per lo più. "Sapere le cose ti può portare in molti posti", ha detto Mr. Rosado. E' uno dei prescelti per tornare a essere voce e per tornare dai suoi figli. Ha letto per loro in una saletta di registrazione allestita nel carcere, "Fox in Socks" (La volpe in calzini), "Hop on Pop" e "Clifford y la Hora del Baño", nella sua madre lingua, quella che parlava nei vicoli di Brooklyn.
Il secondo prigioniero si chiama Juan Camacho, 35 anni, spacciatore e padre di due figli. Lui ha scelto "The Cat in the Hat" (Il gatto nel cappello) del Dr. Seuss. L'ultimo è Qaaid Reddick, 27 anni, che non ha mai incontrato la sua terza figlia nata quando era già in carcere per possesso d'armi. Ha scelto la scimmietta Curious George, in una favola natalizia, perché "la scimmia è la cosa più simile a un essere umano", ha raccontato poi nell'intervista. Nelle cinque settimane dell'esperimento questi uomini hanno adattato le loro voci ai personaggi. Hanno piegato il tono roco in falsetti da elfi, la pesantezza in espressioni buffe, il silenzio in rumorose esclamazioni. Hanno inventato suoni, dato vita a fatine, maghi, bimbi coraggiosi e scimmiette parlanti. L'hanno fatto per i figli, ma si sono ritrovati con una morale della storia. Alla fine dell'esperimento il direttore del carcere gli ha permesso di incontrare le famiglie in una sala speciale. Allestita per l'occasione. Sedie piccole, ciambelle e succhi di frutta. Gli uomini hanno potuto tenere sulle ginocchia i bimbi e raccontargli le favole, così come avevano imparato a fare nelle ultime settimane.Durante le registrazioni delle storie, alcuni hanno fatto parlare i personaggi in slang, in rima, come se fossero testi hip hop, altre volte hanno aggiunto messaggi personali. "Ricordati di mangiare la frutta" o "quando senti la mia voce ricordati che papà è sempre lì con te". Dopo la visita concessa ai prigionieri, che sono arrivati vestiti con la divisa del carcere e pieni di tatuaggi coi nomi delle mogli e dei figli, le guardie hanno detto di essere rimaste a guardare rilassate.
Hanno portato succhi di frutta ai bambini. Hanno lasciato che quella parentesi fosse reale, vera, pulita. Come le camerette dei bambini di notte. Come le favole lette su libri illuminati da luci basse. E per un pomeriggio, prima di tornare in cella, prima che le madri riprendessero l'autobus e i bambini per tornare indietro, tutti hanno potuto vivere di nuovo felici e contenti. Normali. In grado di essere ancora solo otto papà in viaggio.
Cinquanta anni dopo l'uscita del libro di favole più famoso d'Italia, e migliaia di anni luce dopo l'invenzione delle televisione, la voce dei papà non ha ancora trovato un sostituto. Ce n'è una speciale per ogni bambino. Quella in grado di rendere unico un "c'era una volta", e credibile la morale della favola. In una delle nove prigioni di Rikers Island, a New York, un'isola controllata da mille poliziotti stretta tra Queens, il Bronx e vicino all'aeroporto LaGuardia, otto prigionieri dell'Eric M. Taylor Center hanno appena completato un corso di cinque settimane chiamato "Daddy and Me".C'erano una volta otto uomini cattivi. A forza di essere puniti e di aver letto mille libri chiusi nelle celle di isolamento, erano diventati più buoni. Sentivano la mancanza dei loro bambini. E così il direttore del carcere decise di premiarli. Avrebbero registrato le proprie voci mentre leggevano favole. E quelle voci, solo quelle, sarebbero potute uscire dall'isola. Tornare a casa, nelle camerette, sedersi ai piedi del lettini. E cominciare a raccontare. "Le persone hanno diverse dimensioni", ha spiegato Dora B. Schriro, a capo del dipartimento correttivo del carcere: "Parte di essere un uomo è quella di essere un padre. Parte di essere un brav'uomo è quella di essere un bravo padre". E' la prima volta che viene tentato un esperimento di questo tipo a Rikers, dal '96 sono state piuttosto le madri detenute ad avere contatti con i propri figli. Con un finanziamento di 3,800 dollari, il programma del Taylor Center è stato gestito da Nick Higgins, che organizza la libreria delle prigioni: "L'obiettivo era quello di cambiare l'attitudine dei detenuti, quella di farli tornare indietro, di ritrovare ciò che stanno perdendo", ha detto Higgins. Le favole hanno una morale e un lieto fine. Per questo si raccontano ai bambini. Insegnare loro il bene e il male per un adulto può essere un modo di riappropiarsene. Ripassare antiche lezioni, o impararle dal principio. Il New York Times ha seguito l'intero progetto e poi ha raccontato la storia di tre di questi otto uomini. Il primo si chiama José Rosado, o José Rosaldo, o José Reyes (nella foto). Ha diversi nomi, a seconda del capo di imputazione. In prigione è conosciuto come "il professore", 42 anni, ex tossicodipendente, una moglie senza più pazienza, e tre figli. Dal 1989 è uscito e entrato dal carcere. Ha trovato il suo modo per viaggiare con la testa solo leggendo. Quando lo tenevano in isolamento per lo più. "Sapere le cose ti può portare in molti posti", ha detto Mr. Rosado. E' uno dei prescelti per tornare a essere voce e per tornare dai suoi figli. Ha letto per loro in una saletta di registrazione allestita nel carcere, "Fox in Socks" (La volpe in calzini), "Hop on Pop" e "Clifford y la Hora del Baño", nella sua madre lingua, quella che parlava nei vicoli di Brooklyn.
Il secondo prigioniero si chiama Juan Camacho, 35 anni, spacciatore e padre di due figli. Lui ha scelto "The Cat in the Hat" (Il gatto nel cappello) del Dr. Seuss. L'ultimo è Qaaid Reddick, 27 anni, che non ha mai incontrato la sua terza figlia nata quando era già in carcere per possesso d'armi. Ha scelto la scimmietta Curious George, in una favola natalizia, perché "la scimmia è la cosa più simile a un essere umano", ha raccontato poi nell'intervista. Nelle cinque settimane dell'esperimento questi uomini hanno adattato le loro voci ai personaggi. Hanno piegato il tono roco in falsetti da elfi, la pesantezza in espressioni buffe, il silenzio in rumorose esclamazioni. Hanno inventato suoni, dato vita a fatine, maghi, bimbi coraggiosi e scimmiette parlanti. L'hanno fatto per i figli, ma si sono ritrovati con una morale della storia. Alla fine dell'esperimento il direttore del carcere gli ha permesso di incontrare le famiglie in una sala speciale. Allestita per l'occasione. Sedie piccole, ciambelle e succhi di frutta. Gli uomini hanno potuto tenere sulle ginocchia i bimbi e raccontargli le favole, così come avevano imparato a fare nelle ultime settimane.Durante le registrazioni delle storie, alcuni hanno fatto parlare i personaggi in slang, in rima, come se fossero testi hip hop, altre volte hanno aggiunto messaggi personali. "Ricordati di mangiare la frutta" o "quando senti la mia voce ricordati che papà è sempre lì con te". Dopo la visita concessa ai prigionieri, che sono arrivati vestiti con la divisa del carcere e pieni di tatuaggi coi nomi delle mogli e dei figli, le guardie hanno detto di essere rimaste a guardare rilassate.
Hanno portato succhi di frutta ai bambini. Hanno lasciato che quella parentesi fosse reale, vera, pulita. Come le camerette dei bambini di notte. Come le favole lette su libri illuminati da luci basse. E per un pomeriggio, prima di tornare in cella, prima che le madri riprendessero l'autobus e i bambini per tornare indietro, tutti hanno potuto vivere di nuovo felici e contenti. Normali. In grado di essere ancora solo otto papà in viaggio.
font:http://www.repubblica.it/esteri/2010/12/26/news/favole_carcere-10592279/
THE DIGITAL STORY OF NATIVITY
Un video veramente carino. Parla della nativita' raccontata in maniera digitale cioe' utilizzando la tecnologia dei nostri giorni.
Il Film: La banda dei Babbi Natale
La notte della vigilia di Natale, Aldo, Giovanni e Giacomo - uniti dalla passione delle bocce - finiscono in questura, accusati di essere tre ladri. L'interrogatorio, con una severa e materna ispettore di polizia, diventa lo spunto per raccontare le loro vite complicate e il modo in cui vorrebbero cambiarle: Aldo, scommettitore incallito, è temporaneamente disoccupato; Giovanni, veterinario poco affidabile, si consuma in una vita sentimentale multipla; Giacomo, di professione medico, vive da troppo tempo nel ricordo di una moglie scomparsa.
Regia: Paolo Genovese
Paese: Italia 2010
Durata: 100 Min
Uscita: 17-12-2010
Attori: Antonia Liskova; Aldo; Angela Finocchiaro; Giorgio Colangeli; Massimo Popolizio; Giovanni; Lucia Ocone; Giacomo; Giovanni Esposito; Silvana Fallisi; Mara Maionchi
Regia: Paolo Genovese
Paese: Italia 2010
Durata: 100 Min
Uscita: 17-12-2010
Attori: Antonia Liskova; Aldo; Angela Finocchiaro; Giorgio Colangeli; Massimo Popolizio; Giovanni; Lucia Ocone; Giacomo; Giovanni Esposito; Silvana Fallisi; Mara Maionchi
Un anno in foto: le celebrità che ci hanno lasciato
MSN propone un'interessante carrellata di immagini permettendoci ripercorrendo i lutti più celebri che hanno solcato il 2010, da Sandra Mondaini al Polpo Paul!
Visita la fotogallery cliccando il seguente link
http://notizie.it.msn.com/2010-in-foto/gallery.aspx?cp-documentid=155398259
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Aforismi di Natale
Un giorno, quando guardando dalla finestra, non vedrò
più guerre, prenderò un albero, lo vestirò di stelle e quel giorno sarà
Natale.Anonimo
Le pietre preziose
Tempo fa, un uomo camminò sulla spiaggia in una notte di luna piena...Pensò che se avesse avuto una macchina nuova sarebbe stato felice.Se avesse avuto una grande casa sarebbe stato felice.
Se avesse avuto un lavoro eccellente sarebbe stato felice. Se avesse avuto una donna perfetta sarebbe stato felice...
In quel momento inciampò in una borsa piena di pietre.
Cominciò a giocare con le pietre, gettandole nel mare, una per ogni volta che aveva pensato:Se avessi...sarei felice...
Finchè rimase solo con una pietra nella borsa e decise di tenerla.
Quando arrivò a casa notò che quella pietra era un diamante molto prezioso. Ripensò a quanti diamanti aveva gettato per gioco nel mare, senza accorgersi che erano pietre preziose. Così fanno le persone...Sognano quello che non hanno senza dare valore a quello che hanno vicino.
Se osservassero meglio, noterebbero quanto sono fortunati...
La felicità è molto più vicina di quello che si pensa...
Ogni pietra dovrebbe essere osservata meglio...
Ogni pietra potrebbe essere un diamante prezioso! Ogni nostro giorno potrebbe essere un diamante prezioso e insostituibile...
Ognuno di noi può decidere se apprezzare ogni pietra o gettarla in mare...E tu, stai giocando con le pietre?
Amici, famiglia, lavoro e sogni? La morte non è la più grande perdita della vita.
La più grande perdita della vita è morire dentro mentre viviamo.
Vivi pienamente ogni giorno...
Se avesse avuto un lavoro eccellente sarebbe stato felice. Se avesse avuto una donna perfetta sarebbe stato felice...
In quel momento inciampò in una borsa piena di pietre.
Cominciò a giocare con le pietre, gettandole nel mare, una per ogni volta che aveva pensato:Se avessi...sarei felice...
Finchè rimase solo con una pietra nella borsa e decise di tenerla.
Quando arrivò a casa notò che quella pietra era un diamante molto prezioso. Ripensò a quanti diamanti aveva gettato per gioco nel mare, senza accorgersi che erano pietre preziose. Così fanno le persone...Sognano quello che non hanno senza dare valore a quello che hanno vicino.
Se osservassero meglio, noterebbero quanto sono fortunati...
La felicità è molto più vicina di quello che si pensa...
Ogni pietra dovrebbe essere osservata meglio...
Ogni pietra potrebbe essere un diamante prezioso! Ogni nostro giorno potrebbe essere un diamante prezioso e insostituibile...
Ognuno di noi può decidere se apprezzare ogni pietra o gettarla in mare...E tu, stai giocando con le pietre?
Amici, famiglia, lavoro e sogni? La morte non è la più grande perdita della vita.
La più grande perdita della vita è morire dentro mentre viviamo.
Vivi pienamente ogni giorno...
http://blog.chatta.it/menphis75/Agosto/2007/91.aspx
A.S.D P.G.S "Stelle Azzurre" dal 1983: Calendario Libera 2010/2011
A.S.D P.G.S "Stelle Azzurre" dal 1983: Calendario Libera 2010/2011: "Campionato 2010/2011 Calcio a 5 Libera Andata 10/12/2010 Dom Savio Vs Giovanni PaoloII  ..."
ecco a voi il calendario con i risultati delle partite PGS libera
ecco a voi il calendario con i risultati delle partite PGS libera
Cina, la corsa a ostacoli più disastrosa
E' già un mito sul web l'atleta cinese che ha abbattuto 10 ostacoli su 10 in una delle prestazioni peggiori di tutti i tempi. Il corridore parte malissimo inciampando nella prima barriera, poi si rende conto che gli ostacoli sono insormontabili e inizia a farli fuori scaraventandoli via con le braccia. Alla fine cade a terra, conclude la gara invadendo la corsia di un avversario ed esce mestamente dalla pista inciampando incredibilmente anche sul terreno spianato
font:http://tv.repubblica.it/copertina/cina-la-corsa-a-ostacoli-piu-disastrosa/58563?video=&ref=HRESS-16
Zelig, i comici-clown per i bimbi malati
Una risata forse non salverà il mondo, ma certo aiuta a renderlo migliore. E fa bene soprattutto a chi di ridere ha poca voglia, come i bambini ricoverati in ospedale. Proprio per loro - o meglio, per raccogliere fondi per la fondazione Theodora onlus che sostiene i "dottor Sogni", i clown che invadono le corsie dell'ospedale Buzzi e dell'Istituto dei tumori per strappare una risata ai piccoli degenti - è nata "Sorridere mi fa bene". L'iniziativa di solidarietà, organizzata dall'assessorato comunale alla Salute, ha portato sul palco in piazza Duomo un bel manipolo di comici di Zelig e Colorado Cafè
font:http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/12/19/foto/zelig_i_comici-clown_per_i_bimbi_malati-10395866/1/?rss
Fano, un tuffo sotto la neve e la prof spopola sul web
Freddo ma non per tutti. Una donna di Fano in costume, cuffia, calzini e guanti entra in acqua, dopo aver attraversato la spiaggia completamente bianca per la neve. "È una sensazione bellissima", il suo commento a fine missione. Al momento del bagno la temperatura dell'aria si aggirava intorno agli 0 gradi, mentre l'acqua era a +7 . Video da www.fanotv.it
Champions :Roma, Milan, Inter è andata bene
La squadra di Ranieri contro lo Shakhtar, rossoneri con il Tottenham e per i nerazzurri si ripete la finale dello scorso anno contro il Bayern Monaco. In Europa League sarà Napoli-Villarreal di LUIGI PANELLA
NYON - La grande rivincita e due sorteggi abbordabili. Fermo restando che il campo spesso si diverte a smorzare gli entusiasmi, si può tranquillamente affermare che alle italiane è andata bene. La rivincita, nonchè la gara più ostica, è per l'Inter, che se la vedrà con il Bayern Monaco nel replay della finale di Madrid. Possono sorridere Milan e Roma: per i rossoneri gli inglesi del Tottenham, per i giallorossi gli ucraini dello Shakhtar Donetsk. Il dato significativo è che, con l'esclusione della sfida tra Arsenal e Barcellona, non ci sono scontri titanici. In pratica, gli squadroni hanno tutti la possibilità di passare ai quarti: ne beneficia la Champions, che probabilmente presenterà nel prossimo turno le magnifiche otto nel senso vero del termine. Andiamo dunque ad analizzare i singoli accoppiamenti.
INTER-BAYERN MONACO - Il Bayern Monaco ha avuto una prima parte di stagione deludente. Nessun problema in Europa, dove ha vinto con disinvoltura il girone di cui facevano parte anche Roma, Basilea e Cluj. In campionato però è, considerate le premesse, un mezzo disastro: ad una gara dalla fine del girone d'andata è appena sesto, con 26 punti in 16 gare. Il dato comune ad entrambe, è la sensazione di una crescita inevitabile, di pari passo con il recupero degli infortunati. Un fattore che riguarda Benitez, ma anche van Gaal. I tedeschi hanno ritrovato un uomo gol come Mario Gomez, che può essere valida alternativa all'acciaccato Klose. Inoltre dopo la pausa ci sarà di nuovo Robben, grimaldello in grado di aprire le difese avversarie con la sua capacità di saltare l'uomo. L'olandese è pedina tattica fondamentale nel 4-2-3-1, trequartista insieme a Muller e Ribery a sostegno della punta. Al gran completo, arretra Schweinsteiger davanti alla difesa insieme a van Bommel (attualmente infortunato). Punto debole: i centrali difensivi.
MILAN-TOTTENHAM - I londinesi meritano rispetto, se non altre per aver vinto un girone che presentava anche Inter (strapazzata a White Hart Lane), Twente e Werder Brema. Il Tottenham sta facendo un buon campionato (quinto con 27 punti in 17 gare), pratica un calcio tatticamente molto inglese: il modulo preferito, non unico, è il 4-4-2. Il tecnico Redknapp è solito ruotare quattro attaccanti complementari: i lunghi Crouch e Pavlyuchenko, i piccoli Keane e Defoe. La vera insidia per gli avversari è però Gareth Bale, con le sue progressioni sul versante sinistro che creano costantemente superiorità numerica in fase d'attacco: si può già anticipare che sulla zona del gallese si deciderà la doppia sfida. Punto debole: mancanza di esperienza a certi livelli, un portiere non eccezionale (Gomes è incostante), una difesa che soffrirà sicuramente Ibrahimovic, ma del resto chi non lo soffre.
ROMA-SHAKHTAR - Il campionato ucraino non è di quelli stellari, ma non può certo essere classificato come amatoriale. Quindi la Roma, che ripetiamo non può certo lamentarsi del sorteggio, farà comunque bene a non sottovalutare lo Shakhtar, che in patria ha 12 punti di vantaggio (!) sulla Dinano Kiev. Giocata stasera, la partita presenterebbe notevoli problematiche per una Roma in difficoltà. Bisogna però proiettarsi avanti. Su quella che potrà essere la condizione dei giallorossi non ci pronunciamo. Di sicuro non sarà al meglio quella degli ucraini, fermi fino al 5 marzo per la necessaria sosta invernale. Il tecnico è Mircea Lucescuu, vecchia volpe del calcio internazionale. Compagine molto fantasiosa in fase offensiva, visto l'abbondare di brasiliani in rosa: su tutti citiamo il naturalizzato croato Eduardo, che solitamente da coppia con Luiz Adriano. Dietro c'è più sostanza, con gente come Chygrynskiy (di ritorno dal Barcellona dove però ha fallito) ed il croato Srna, pericoloso sui calci da fermo.
GLI ALTRI OTTAVI - Il match clou è Arsenal-Barcellona, garanzia assoluta di calcio spettacolo. Le squadre di Wenger e Guardiola i sono già affrontate la scorsa stagione, con vittoria netta dei blaugrana. Per Mourinho un avversario rognoso: basta guardare l'eliminazione che il Lione ha inflitto qualche mese fa al Real Madrid. Certo, adesso i blancos sembrano più quadrati, ma la gara non è da sottovalutare. Sorteggio medio per il Manchester United, che giocherà contro il Marsiglia: i francesi hanno una velocità che potrebbe creare qualche ansia agli uomini di Ferguson. Sorride Carlo Ancelotti. Il Chelsea non sta attraversando un gran momento, ma potrà gestire con una discreta tranquillità il passaggio ai quarti: l'FC Copenaghen l'impresa l'ha già compiuta passando la fase a girone. Infine l'ottavo meno affascinante, Valencia-Schalke 04, con entrambe che per vari motivi possono ritenersi soddisfatte dell'urna.
EUROPA LEAGUE, NAPOLI SFORTUNATO - Meno bene è andata al Napoli in Europa League: la squadra di Mazzarri, unica italiana rimasta dopo la prima fase, se la vedrà nei sedicesimi con gli spagnoli del Villarreal, formazione nella quale milita Giuseppe Rossi, attualmente terza forza della Liga (andata in casa il 17 febbraio, ritorno in Spagna il 24. In caso di vittoria contro il Villarreal, il Napoli affronterà agli ottavi la vincente della sfida tra Metalist Kharkiv e Bayer Leverkusen (andata il 10 marzo 2011 fuori in casa, l'eventuale ritorno al San Paolo il 17 marzo).
INTER-BAYERN MONACO - Il Bayern Monaco ha avuto una prima parte di stagione deludente. Nessun problema in Europa, dove ha vinto con disinvoltura il girone di cui facevano parte anche Roma, Basilea e Cluj. In campionato però è, considerate le premesse, un mezzo disastro: ad una gara dalla fine del girone d'andata è appena sesto, con 26 punti in 16 gare. Il dato comune ad entrambe, è la sensazione di una crescita inevitabile, di pari passo con il recupero degli infortunati. Un fattore che riguarda Benitez, ma anche van Gaal. I tedeschi hanno ritrovato un uomo gol come Mario Gomez, che può essere valida alternativa all'acciaccato Klose. Inoltre dopo la pausa ci sarà di nuovo Robben, grimaldello in grado di aprire le difese avversarie con la sua capacità di saltare l'uomo. L'olandese è pedina tattica fondamentale nel 4-2-3-1, trequartista insieme a Muller e Ribery a sostegno della punta. Al gran completo, arretra Schweinsteiger davanti alla difesa insieme a van Bommel (attualmente infortunato). Punto debole: i centrali difensivi.
MILAN-TOTTENHAM - I londinesi meritano rispetto, se non altre per aver vinto un girone che presentava anche Inter (strapazzata a White Hart Lane), Twente e Werder Brema. Il Tottenham sta facendo un buon campionato (quinto con 27 punti in 17 gare), pratica un calcio tatticamente molto inglese: il modulo preferito, non unico, è il 4-4-2. Il tecnico Redknapp è solito ruotare quattro attaccanti complementari: i lunghi Crouch e Pavlyuchenko, i piccoli Keane e Defoe. La vera insidia per gli avversari è però Gareth Bale, con le sue progressioni sul versante sinistro che creano costantemente superiorità numerica in fase d'attacco: si può già anticipare che sulla zona del gallese si deciderà la doppia sfida. Punto debole: mancanza di esperienza a certi livelli, un portiere non eccezionale (Gomes è incostante), una difesa che soffrirà sicuramente Ibrahimovic, ma del resto chi non lo soffre.
ROMA-SHAKHTAR - Il campionato ucraino non è di quelli stellari, ma non può certo essere classificato come amatoriale. Quindi la Roma, che ripetiamo non può certo lamentarsi del sorteggio, farà comunque bene a non sottovalutare lo Shakhtar, che in patria ha 12 punti di vantaggio (!) sulla Dinano Kiev. Giocata stasera, la partita presenterebbe notevoli problematiche per una Roma in difficoltà. Bisogna però proiettarsi avanti. Su quella che potrà essere la condizione dei giallorossi non ci pronunciamo. Di sicuro non sarà al meglio quella degli ucraini, fermi fino al 5 marzo per la necessaria sosta invernale. Il tecnico è Mircea Lucescuu, vecchia volpe del calcio internazionale. Compagine molto fantasiosa in fase offensiva, visto l'abbondare di brasiliani in rosa: su tutti citiamo il naturalizzato croato Eduardo, che solitamente da coppia con Luiz Adriano. Dietro c'è più sostanza, con gente come Chygrynskiy (di ritorno dal Barcellona dove però ha fallito) ed il croato Srna, pericoloso sui calci da fermo.
GLI ALTRI OTTAVI - Il match clou è Arsenal-Barcellona, garanzia assoluta di calcio spettacolo. Le squadre di Wenger e Guardiola i sono già affrontate la scorsa stagione, con vittoria netta dei blaugrana. Per Mourinho un avversario rognoso: basta guardare l'eliminazione che il Lione ha inflitto qualche mese fa al Real Madrid. Certo, adesso i blancos sembrano più quadrati, ma la gara non è da sottovalutare. Sorteggio medio per il Manchester United, che giocherà contro il Marsiglia: i francesi hanno una velocità che potrebbe creare qualche ansia agli uomini di Ferguson. Sorride Carlo Ancelotti. Il Chelsea non sta attraversando un gran momento, ma potrà gestire con una discreta tranquillità il passaggio ai quarti: l'FC Copenaghen l'impresa l'ha già compiuta passando la fase a girone. Infine l'ottavo meno affascinante, Valencia-Schalke 04, con entrambe che per vari motivi possono ritenersi soddisfatte dell'urna.
EUROPA LEAGUE, NAPOLI SFORTUNATO - Meno bene è andata al Napoli in Europa League: la squadra di Mazzarri, unica italiana rimasta dopo la prima fase, se la vedrà nei sedicesimi con gli spagnoli del Villarreal, formazione nella quale milita Giuseppe Rossi, attualmente terza forza della Liga (andata in casa il 17 febbraio, ritorno in Spagna il 24. In caso di vittoria contro il Villarreal, il Napoli affronterà agli ottavi la vincente della sfida tra Metalist Kharkiv e Bayer Leverkusen (andata il 10 marzo 2011 fuori in casa, l'eventuale ritorno al San Paolo il 17 marzo).
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La Ricerca:svelato il segreto della donna senza paura
S. M. abita in un rustico dello Iowa, in America, ed è studiata da molti ricercatori: le manca l'amigdala. È priva cioè di quella parte del cervello da cui nascono i timori che possiedono l'uomo e tanti animali di VITTORIO ZUCCONI
La donna che accarezza le tarantole non è capace di avere paura. Vive una vita di disumana serenità, danzando leggera fra i terrori reali o immaginari che fanno di noi quello che siamo, creature di emozioni. Di lei conosciamo soltanto le iniziali, "SM", perché è stata usata come cavia da un'università, dove abita, nel rustico vuoto dello Iowa, e la ragione per la quale non conosce paura. È l'assenza dell'amigdala, il piccolo corpo nervoso a forma di mandorla, appunto "amigdala" in greco, che dal profondo del nostro cervello controlla le azioni e le reazioni, i sentimenti e le emozioni che chiamiamo paura.È noto da tempo che in quel piccolo organo sta il segreto della condizione umana, la sentinella della nostra sopravvivenza, la condanna delle nostre notti, la molla dei nostri comportamenti. Menomazioni, patologie, difetti della amigdala cambiano radicalmente il rapporto con il mondo esterno, possono impedire di riconoscere, nelle situazioni, nei gesti, addirittura nello sguardo degli altri quei segnali sottili che fanno scattare il meccanismo del "fuggi o lotta", presente in tutti gli animali superiori. Ma la Signora Esseemme, studiata per mesi dalla Università dello Iowa, è completamente priva di ogni riflesso di paura. Non dice, come il bambino eroe del film di Salvatores "Io non ho paura". Non vince, come il soldato magari impregnato di grappa, di rum, di esaltazione patriottica o religiosa che si lancia oltre il parapetto della trincea, il terrore della morte.La paura è un lusso che le è impedito.
L'hanno accompagnata nei luoghi canonici delle più ovvie fobie umane e specialmente femminili, in laboratori brulicanti di enormi ragni e di serpi, creature delle quali aveva detto di avere orrore. Ma quando si è trovata fra di loro, ha serenamente carezzato il dorso peloso di enormi tarantole e la pelle secca a fredda di serpi, sperabilmente non velenose. Né passeggiate solitarie fra cimiteri di notte, visioni di film specialmente ripugnanti o conversazioni nelle carceri con stupratori seriali e killer ben lieti di raccontare ogni raccapricciante dettaglio delle loro imprese hanno provocato alcuna reazione di paura registrata dai sensori che i ricercatori le avevano applicato per registrare le classiche risposte fisiologiche dell'ansia. La mancanza dell'amigdala la rende semplicemente incapace di avere paura, come un daltonico totale è incapace di vedere i colori.
A che serva lo studio di questa sfortunata, o fortunatissima signora che non teme neppure la morte, lo spiegano i ricercatori della scuola di neurologia dell'Università dello Iowa, uno stato del MidWest americano che offre un numero specialmente alto di volontari nelle Forza Armate. Dieci anni ormai di guerra in Iraq e in Afghanistan hanno prodotto 500 mila reduci, migliaia di suicidi e diecine di migliaia di uomini e donne mutilati non nel corpo, ma nell'anima, dalla "PTSD", la sindrome da stress post traumatico. Sono ex combattenti che vivono nel terrore, e nel trauma, di quanto hanno visto, subito, inflitto, a volte rottami umani incapaci di uscire di casa, di affrontare una banale autostrada, un ufficio, un locale pubblico, bloccati da quella "amigdala" fuori controllo che invia al cervello e al corpo segnali paralizzanti di paura anche quando non ve n'è motivo, come un allarme antifurto che urla anche quando il pericolo non esiste. La signora Esseemme dell'Iowa e le altre cavie come lei possono aiutare a capire come resettare questo termostato del terrore, senza arrivare all'estremo dell'azzeramento completo delle emozioni e alla trasformazione dei pazienti in robot. E proprio qui, al confine fra la scienza e la fantascienza, fra la terapie e l'abuso, sta il rischio delle sperimentazioni sull'amigdala e sugli altri organi, nervi, ghiandole che rendono umani gli umani, tra il piacere e la paura, tra l'orrore e la tenerezza. La fantasia corre al pensiero di futuri soldati robot, privati di quel freno emotivo che è la paura di morire e, come studia da anni il Pentagono, la paura di uccidere, a volte più forte addirittura dell'istinto di sopravvivenza. L'antropologia, la storia dell'evoluzione umana, sa bene che senza nostra sorella paura, innesco formidabile dell'intelligenza e della creatività, la nostra specie non sarebbe sopravvissuta al mondo ostile e feroce che la circondava ed è ovvio che questa donna dello Iowa non vivrebbe a lungo ballando serena con gli orsi o attraversando la strada senza il timore di essere investita. Lo sanno i famigliari che non le permettono di uscire mai di casa da sola. Ma se la sua perfetta incoscienza da bambina che comincia a gattonare per il mondo incurante di spigoli e prese elettriche fa tenerezza, il pensiero di una legione di armati senza umanità e senza mai rimorsi fa paura. Almeno a noi che abbiamo l'amigdala che funziona anche troppo bene.
L'hanno accompagnata nei luoghi canonici delle più ovvie fobie umane e specialmente femminili, in laboratori brulicanti di enormi ragni e di serpi, creature delle quali aveva detto di avere orrore. Ma quando si è trovata fra di loro, ha serenamente carezzato il dorso peloso di enormi tarantole e la pelle secca a fredda di serpi, sperabilmente non velenose. Né passeggiate solitarie fra cimiteri di notte, visioni di film specialmente ripugnanti o conversazioni nelle carceri con stupratori seriali e killer ben lieti di raccontare ogni raccapricciante dettaglio delle loro imprese hanno provocato alcuna reazione di paura registrata dai sensori che i ricercatori le avevano applicato per registrare le classiche risposte fisiologiche dell'ansia. La mancanza dell'amigdala la rende semplicemente incapace di avere paura, come un daltonico totale è incapace di vedere i colori.
A che serva lo studio di questa sfortunata, o fortunatissima signora che non teme neppure la morte, lo spiegano i ricercatori della scuola di neurologia dell'Università dello Iowa, uno stato del MidWest americano che offre un numero specialmente alto di volontari nelle Forza Armate. Dieci anni ormai di guerra in Iraq e in Afghanistan hanno prodotto 500 mila reduci, migliaia di suicidi e diecine di migliaia di uomini e donne mutilati non nel corpo, ma nell'anima, dalla "PTSD", la sindrome da stress post traumatico. Sono ex combattenti che vivono nel terrore, e nel trauma, di quanto hanno visto, subito, inflitto, a volte rottami umani incapaci di uscire di casa, di affrontare una banale autostrada, un ufficio, un locale pubblico, bloccati da quella "amigdala" fuori controllo che invia al cervello e al corpo segnali paralizzanti di paura anche quando non ve n'è motivo, come un allarme antifurto che urla anche quando il pericolo non esiste. La signora Esseemme dell'Iowa e le altre cavie come lei possono aiutare a capire come resettare questo termostato del terrore, senza arrivare all'estremo dell'azzeramento completo delle emozioni e alla trasformazione dei pazienti in robot. E proprio qui, al confine fra la scienza e la fantascienza, fra la terapie e l'abuso, sta il rischio delle sperimentazioni sull'amigdala e sugli altri organi, nervi, ghiandole che rendono umani gli umani, tra il piacere e la paura, tra l'orrore e la tenerezza. La fantasia corre al pensiero di futuri soldati robot, privati di quel freno emotivo che è la paura di morire e, come studia da anni il Pentagono, la paura di uccidere, a volte più forte addirittura dell'istinto di sopravvivenza. L'antropologia, la storia dell'evoluzione umana, sa bene che senza nostra sorella paura, innesco formidabile dell'intelligenza e della creatività, la nostra specie non sarebbe sopravvissuta al mondo ostile e feroce che la circondava ed è ovvio che questa donna dello Iowa non vivrebbe a lungo ballando serena con gli orsi o attraversando la strada senza il timore di essere investita. Lo sanno i famigliari che non le permettono di uscire mai di casa da sola. Ma se la sua perfetta incoscienza da bambina che comincia a gattonare per il mondo incurante di spigoli e prese elettriche fa tenerezza, il pensiero di una legione di armati senza umanità e senza mai rimorsi fa paura. Almeno a noi che abbiamo l'amigdala che funziona anche troppo bene.
font:http://www.repubblica.it/scienze/2010/12/17/news/donna_senza_paura-10304502/
Usa, arbitro colpito alla testa dal pallone perde la parrucca
Seguire l’azione da vicino è la prima regola di ogni buon arbitro. Anche se comporta qualche rischio. In questa partita di calcio fra squadre universitarie, si sviluppa un’azione di gioco vicino alla rimessa laterale. L’attaccante si allunga il pallone e il difensore rinvia con decisione. La sfera finisce per colpire l’arbitro alla testa. Oltre il danno, la beffa: il direttore di gara perde il parrucchino. I giocatori che si avvicinano per aiutarlo non riescono a non ridere.
Irene Grandi, O è Natale tutti i giorni o non è Natale mai
...e per rendere l'atmosfera del blog ancora più natalizia non potevo che postare questo bellissimo singolo cantato da Irene Grandi
Aforismi di Natale
Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con
me tutto l’anno.
Charles Dickens
Troppa neve a Minneapolis: crolla il tetto dello stadio
Le immagini, diffuse dalla Fox, del crollo del tetto dell'Hubert H. Humphrey Metrodome di Minneapolis. La neve caduta copiosa sulla città ha distrutto la copertura, dando vita a queste spettacolari immagini
NOTO:«Esperto in danza del ventre per la ginnastica pre-parto»
NOTO. Il Comune di Noto cerca un animatore esperto in danza del ventre. Contratto di tre anni, 15.456 euro al lordo di Iva e trattenute varie il compenso. L’avviso è disponibile sul sito ufficiale dell’ente. Tra i requisiti, oltre la cittadinanza italiana o comunitaria anche «l’idoneità fisica al servizio da espletare». Insomma, chi soffre di sciatica si astenga dal presentare la domanda. Stessa cosa per tutte le eventuali danzatrici della costa nord-africana e del vicino Medio Oriente. Fosse anche una bravissima danzatrice tunisina residente da anni a Mazzara del Vallo. Si rassegni. Interessante il fatto che anche un uomo possa partecipare. Il bando lo consente. Rimane però il dubbio sul costume che dovrebbe indossare e come si combinerebbero tra loro dettagli come la barba, i veli, i peli, i fianchi e l’ombelico di fuori. Ma questa è un’altra storia. La relazione tra il seducente movimento del ventre e il reperimento di un esperto esterno è scritta nel bando. Il Gruppo Piano Distretto Socio Sanitario n. 46 (Noto è il Comune capofila) intende realizzare un progetto denominato «percorso nascita». L’iniziativa rientra nel «II Piano di Zona 2010/2012», approvato da un apposito nucleo di valutazione regionale. Per farla breve, il servizio si rivolge alle donne in stato di gravidanza. Del resto, in origine, la danza si svolgeva in cerchio attorno ad una partoriente. Oppure veniva eseguita per propiziare un buon raccolto. Una danza di donne per le donne. Con buona pace delle fantasie maschili sull’argomento. I movimenti della danza del ventre pare si accompagnino perfettamente agli esercizi pre-parto (e anche post-parto). Meglio, si aggiungono ai soliti esercizi, migliorando il tutto. A patto, naturalmente, che la futura mamma non si scateni in arditi ondeggiamenti e l’istinto materno riesca ad arginare tutta la voglia di seduzione che questo ballo porta con sé. I movi-menti tipici della danza rinforzano i muscoli utilizzati durante il parto. Insomma, il pezzo forte, la rotazione del bacino, aiuta le articolazioni all’altezza del bacino e attenua i dolori pre-parto. E pare che anche il bambino avverta e gradisca il tutto. La cosa è molto più diffusa di quanto si possa pensare. In alcuni Paesi europei la danza del ventre nel bel mezzo dei nove mesi è diventata una moda. Ed anche in Italia è piuttosto diffusa. E tra poco anche nella Sicilia orientale. E in questa direzione il Comune di Noto, in fatto di arte, ginnastica e parto, si fa avanguardia. Non tutti i movimenti della danza, però, sono adatti alla fase pre-parto. Ad esempio è meglio non esagerare con gli stacchi di anche e bacino. Agitare sì, ma poco. E magari prima di iniziare la danza è consigliabile consultare un medico e rivolgersi a un istruttore ben preparato. Così un po’ ovunque, è consigliata la presenza di insegnanti professionisti. Per questo la selezione richiede un attestato ufficiale di istruttore in danza del ventre o danza orientale rilasciato da enti sportivi nazionali riconosciuti dal Coni. Dovrebbe bastare. Si spera.
font:http://giornaleonline.lasicilia.it/GiornaleOnLine/pdf_sfoglia.php?move=1
4° Memorial "Dario Pernice"
A.S.D P.G.S "Stelle Azzurre" dal 1983: 4° Memorial "Dario Pernice": "Quando sono così giù penso sempre a un amico che 6 anni fa ci ha lasciati in una notte di agosto..aveva solo 18 anni e quella sera insie..."
A.S.D P.G.S "Stelle Azzurre" dal 1983: Ecco come avere quotidiani e settimanali in PDF
A.S.D P.G.S "Stelle Azzurre" dal 1983: Ecco come avere quotidiani e settimanali in PDF: "Dopo una lunga ricerca sul web ho trovato ciò che mi serviva, un sito sul quale ogni giorno vengono inseriti dei quotidiani e settimanali ..."
Aforismi di Natale
Continuiamo il nostro viaggio tra i più celebri aforismi natalizi passando per un'amara riflessione del grande Indro Montanelli.
Indro MontanelliAvvicinandosi il 25 dicembre, decine di migliaia di
teneri abeti vengono strappati dai boschi della Penisola per allestire il
tradizionale albero di Natale. Ogni anno lo scempio si ripete, tra la generale
indifferenza. Soppresso l’ Ente protezione animali, figuriamoci se qualcuno ha
voglia di proteggere gli alberi. Diciamo la verità: la sola pianta che interessi
all’ italiano medio è la pianta stabile.
PGS in Italia: vivacità e dinamismo del Comitato di Messina.
Tre feste in contemporanea a Barcellona, S. Agata Militello e Messina affidate alla conduzione dei diversi componenti del comitato peloritano. Quattrocento atleti, soprattutto delle categorie Mini e Propaganda, e quattordici società partecipanti sono stati i protagonisti, il 7 novembre, delle manifestazioni di apertura dell’anno sportivo. Il secondo comitato della Sicilia, per tesserati e attività, si conferma per vivacità e dinamismo nell’organizzazione della promozione sportiva con lo stile Pgs.
font:http://www.pgssicilia.it/
FISICA Il Cern cattura l'antimateria grande mistero dell'universo
Per la prima volta, gli atomi specchio non sono scomparsi un attimo dopo la loro creazione. Permetteranno di capire come la materia e il suo opposto non si siano annullati al momento del Big Bang. E gli scienziati si divertono a ricordare Dan Brown di ELENA DUSI
CHIUSI in una "bottiglia", destano la stessa curiosità di un alieno piovuto sulla Terra. Sono frammenti di antimateria: testimoni di un universo misterioso e insieme protagonisti di romanzi thriller. I laboratori del Cern non solo hanno prodotto degli atomi di anti-idrogeno, ma per la prima volta oggi sono anche riusciti a "catturarli" prima che svanissero in una nuvola di energia. L'antimateria è infatti una sorta di realtà capovolta, estremamente rara in natura, in cui i protoni hanno carica elettrica negativa e gli elettroni positiva. Quando entrano in contatto, materia e antimateria si annullano a vicenda creando una scarica di energia. Per questo le anti-particelle che finora il Cern (l'Organizzazione europea per la ricerca nucleare) era riuscito a creare in laboratorio erano svanite nel giro di pochi millisecondi: il tempo necessario a entrare in contatto con le pareti del contenitore fatte di materia. L'esperimento Alpha condotto a Ginevra è riuscito ora a confinare 38 atomi di anti-idrogeno (formati da un protone negativo e un elettrone positivo). È stato necessario raffreddarli a meno 272 gradi (temperatura vicina allo zero assoluto) e poi usare un campo magnetico per spingerli al centro del contenitore, a debita distanza dalle pareti. Delle migliaia di particelle "aliene" create da Alpha, 38 hanno vissuto abbastanza a lungo (1,7 decimi di secondo) da poter essere studiate dai fisici. I risultati dell'esperimento vengono pubblicati giovedì da Nature.
Uno dei grandi misteri della cosmogonia riguarda proprio lo squilibrio fra materia e antimateria. Della prima è fatto tutto il nostro mondo. Della seconda esistono solo tracce infinitesime dell'universo. Il motivo è ignoto a tutti. E se le due si fossero trovate in perfetto equilibrio al momento del Big Bang, si sarebbero annullate a vicenda, riducendo l'esistenza del cosmo a un istantaneo scoppio di energia e nulla più.
"Per ragioni che nessuno comprende, la natura esclude la presenza dell'antimateria. Sapere che ne abbiamo intrappolati alcuni atomi nei nostri apparecchi ci dà una sensazione davvero speciale", spiega Jeffrey Hangst dell'università danese di Aarhus, responsabile di Alpha. "Ora che l'abbiamo raggiunta, siamo pronti a carpire i suoi segreti". Il Cern è l'unico laboratorio al mondo con la tecnologia necessaria a catturare la materia-specchio, la cui esistenza fu teorizzata nel 1931 da Paul Dirac ed effettivamente osservata l'anno successivo. I primi 9 atomi di anti-idrogeno furono prodotti a Ginevra nel 1995. Nel 2002 le tecniche furono affinate tanto da permettere una produzione su larga scala. Negli ospedali, gli apparecchi Pet utilizzano correntemente i positroni (ovvero elettroni positivi) per la diagnosi di alcune malattie.
La fiction (e in particolare Dan Brown con Angeli e Demoni) ci ha messo poco a trasformare le fantomatiche bottiglie di antimateria in armi capaci di far esplodere il mondo. Ma Andrea Vacchi, scienziato italiano dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, tranquillizza: "È davvero impossibile portare l'antimateria a spasso come accade nel romanzo". L'anti-idrogeno resta un regalo goloso per i fisici: eventuali differenze fra l'idrogeno e il suo opposto potrebbero indicarci dei "difetti" nello specchio della natura. E farci capire come mai sulla bilancia del cosmo oggi la materia di cui siamo fatti prevalga con tanto margine sull'antimateria.
Uno dei grandi misteri della cosmogonia riguarda proprio lo squilibrio fra materia e antimateria. Della prima è fatto tutto il nostro mondo. Della seconda esistono solo tracce infinitesime dell'universo. Il motivo è ignoto a tutti. E se le due si fossero trovate in perfetto equilibrio al momento del Big Bang, si sarebbero annullate a vicenda, riducendo l'esistenza del cosmo a un istantaneo scoppio di energia e nulla più.
"Per ragioni che nessuno comprende, la natura esclude la presenza dell'antimateria. Sapere che ne abbiamo intrappolati alcuni atomi nei nostri apparecchi ci dà una sensazione davvero speciale", spiega Jeffrey Hangst dell'università danese di Aarhus, responsabile di Alpha. "Ora che l'abbiamo raggiunta, siamo pronti a carpire i suoi segreti". Il Cern è l'unico laboratorio al mondo con la tecnologia necessaria a catturare la materia-specchio, la cui esistenza fu teorizzata nel 1931 da Paul Dirac ed effettivamente osservata l'anno successivo. I primi 9 atomi di anti-idrogeno furono prodotti a Ginevra nel 1995. Nel 2002 le tecniche furono affinate tanto da permettere una produzione su larga scala. Negli ospedali, gli apparecchi Pet utilizzano correntemente i positroni (ovvero elettroni positivi) per la diagnosi di alcune malattie.
La fiction (e in particolare Dan Brown con Angeli e Demoni) ci ha messo poco a trasformare le fantomatiche bottiglie di antimateria in armi capaci di far esplodere il mondo. Ma Andrea Vacchi, scienziato italiano dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, tranquillizza: "È davvero impossibile portare l'antimateria a spasso come accade nel romanzo". L'anti-idrogeno resta un regalo goloso per i fisici: eventuali differenze fra l'idrogeno e il suo opposto potrebbero indicarci dei "difetti" nello specchio della natura. E farci capire come mai sulla bilancia del cosmo oggi la materia di cui siamo fatti prevalga con tanto margine sull'antimateria.
font:http://www.repubblica.it/scienze/2010/11/17/news/cern_antimateria-9209385/
Il ritorno dello scorpione: para come Higuita
Marocco - In comune con René Higuita non c’è solo la capigliatura folta. Hamza Boudlal, portiere marocchino dell’Olympique Club di Khouribga, rispolvera la mossa dello scorpione. Gesto che rese famoso il collega colombiano nel 1995, in una sfida contro l’Inghilterra a Wembley. Nel video Boudlal esegue un salto e para il pallone di spalle con il tacco. L’estremo difensore africano ha ammesso di ispirarsi a Higuita: oltre al colpo dello scorpione, anche lui batte punizioni e rigori.
DERMATOLOGIA Nei, un "vezzo" con altri poteri chi ne ha molti invecchia meno
Ricercatori del King's College di Londra hanno confrontato 1.200 gemelle e "scoperto" che quelle che avevano oltre cento "macchie" sulla pelle avevano muscoli, cuore e occhi più sani e un aspetto molto più giovanile. Il segreto sarebbe la maggiore lunghezza dei telomeri, cui si abbina un declino cellulare più lento
di VALERIA PINI
di VALERIA PINI
ROMA - Eva Mendes e Cindy Crawford ne hanno fatto un punto di forza. Per non parlare di quello sul labbro superiore di Marilyn Monroe. I nei possono rendere più belle, ma secondo una ricerca presentata alla Royal Society of Medicine 1 sono anche indice di buona salute e aiutano a sembrare più giovani. Gli studiosi del King's College London 2 hanno esaminato 1.200 gemelle non identiche fra loro, fra i 18 e i 79 anni: quelle con oltre 100 nei disseminati sulla pelle avevano muscoli più tesi, cuore e occhi più sani e sembravano più giovani di almeno sette anni rispetto alle coetanee. Inoltre avevano ossa più forti del normale e di conseguenza un rischio dimezzato di sviluppare l'osteoporosi. Secondo i ricercatori inglesi, i fattori positivi legati alla presenza delle macchioline sulla pelle sono numerosi, anche se vanno protette per escludere eventuali rischi di melanomi maligni causati dall'esposizione al sole. La maggior parte delle persone ha una media di 30-40 nei su tutto il corpo, ma c'è chi arriva a 600. Partendo da qui, i ricercatori inglesi si sono messi a studiare la relazione tra la presenza di queste piccole macchie ed alcune caratteristiche fisiche. "C'eravamo accorti da tempo che i pazienti con molti nei hanno un aspetto più giovanile - spiega Veronique Bataille, la dermatologa a capo della ricerca - , hanno meno rughe e meno macchie sulla pelle".Studiando il Dna delle persone con molti nei, il team di Bataille ha evidenziato la presenza di telomeri (la regione terminale del cromosoma) molto più lunghi. In genere, più è lungo il telomero, più è lento il declino. Sarebbe, dunque, questo fenomeno a regalare un aspetto più giovanile alle persone con molti nei. Per ora sembra escluso che il risultato del team del King's College London possa dare il via a nuove sperimentazioni per combattere le tanto odiate rughe. Gli esperti escludono la nascita a breve di un elisir di eterna gioventù. "Il nostro Dna - ammette Bataille - è il risultato di milioni di anni di evoluzione, non credo che sia possibile produrre una crema che lo possa alterare".
Un altro studio sul Dna sull'invecchiamento precoce arriva invece dagli Usa. Un gruppo di ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute e dell'Harvard Medical School di Boston ha scoperto che nei topi l'uso della telomerasi, l'enzima deputato alla ricostruzione dei telomeri, è in grado di invertire il processo degenerativo legato all'età 3. Quando le cellule si dividono i telomeri tendono ad accorciarsi fino a causare, quando diventano troppo corti, l'impossibilità di ulteriori divisioni e la morte cellulare. Lo studio, pubblicato su Nature 4, rivela che questo processo può essere interrotto e invertito. Infatti la telomerasi protegge la lunghezza dei telomeri, mantenendo in vita più a lungo le singole cellule. Gli studiosi hanno privato un gruppo di topi dell'enzima e li hanno fatti invecchiare prematuramente. In seguito hanno riattivato il funzionamento dell'enzima anti-età constatando, dopo un mese, che ringiovanivano.
Un altro studio sul Dna sull'invecchiamento precoce arriva invece dagli Usa. Un gruppo di ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute e dell'Harvard Medical School di Boston ha scoperto che nei topi l'uso della telomerasi, l'enzima deputato alla ricostruzione dei telomeri, è in grado di invertire il processo degenerativo legato all'età 3. Quando le cellule si dividono i telomeri tendono ad accorciarsi fino a causare, quando diventano troppo corti, l'impossibilità di ulteriori divisioni e la morte cellulare. Lo studio, pubblicato su Nature 4, rivela che questo processo può essere interrotto e invertito. Infatti la telomerasi protegge la lunghezza dei telomeri, mantenendo in vita più a lungo le singole cellule. Gli studiosi hanno privato un gruppo di topi dell'enzima e li hanno fatti invecchiare prematuramente. In seguito hanno riattivato il funzionamento dell'enzima anti-età constatando, dopo un mese, che ringiovanivano.
font:http://www.repubblica.it/salute/forma-e-bellezza/2010/12/01/news/chi_ha_nei_pi_in_salute-9721600/
“Non sei tu che fai il cammino…. è il cammino che ti fa”
E’ con queste parole che sono partito il 31 luglio scorso con i giovani dell’Unità Pastorale di Bernate, Casate, Castelletto e Cuggiono (MI) alla volta di Santiago de Compostela in occasione dell’anno santo compostelano e la Pej (incontro dei giovani europei). Il nostro cammino prevedeva 6 tappe a partire da Ambasmestas sino a Santiago. Ogni giorno abbiamo percorso circa 20 – 30 km a seconda della difficoltà del percorso. La cosa positiva del cammino è scoprire le proprie difficoltà e i propri limiti fisici legati alla fatica di dover compiere ogni giorno molti km, ma non solo: nel cammino si vive la bellezza del camminare fianco a fianco di altri pellegrini che si sono messi in gioco per giungere sino a Santiago e pregare sulla tomba dell’apostolo Giacomo. Mi fa’ piacere condividere con voi delle piccole riflessioni che ho fatto lungo il percorso partendo dalla parola cammino;
* Cammino come abbandono delle comodità: l’orologio, la tv, il computer, il dormire in comodi letti, la lavatrice… oggetti superflui che utiliziamo quotidianamente;
* Cammino come scelta d’ascolto interiore, durante i momenti di silenzio vissuti nelle chiese o lungo il percorso;
* Cammino come cucinare insieme, con padelle di fortuna per fare dei piatti semplici e rifocillarci dopo le molte ore del cammino (7 – 8 al giorno);
* Cammino come gioia di un faticoso arrivo, sotto il sole, sulla piazza della Cattedrale, come mettersi in fila con molti altri pellegrini per passare dalla Porta Santa, salire ad abbracciare San Giacomo e sussurrargli all’orecchio l’antica frase “Ricordami a Dio amico mio”, riponendo in lui le gioie e le fatiche del cammino;
* Cammino come l’incenso del Botafumero, che durante la messa del pellegrino, spargendo l’incenso, ha portato in cielo le nostre preghiere;
* Cammino come il silenzio della notte, dove solamente i passi dei tuoi compagni di viaggio risuonavano nel silenzio e dove la fioca luce delle torce illuminava il procedere dei nostri passi, rendendoci un tutt’uno col creato;
* Cammino come le frecce gialle e i cippi chilometrici, simboli e guida sul tracciato, che sagge mani hanno disegnato per facilitare il procedere millenario dei pellegrini;
* Cammino come le sveglie ad ore inconsuete (3, 4, 5 del mattino) per percorrere al fresco i primi Km così da evitare il cocente sole spagnolo;
* Cammino come la Messa quotidiana, che ci ha dato la forza spirituale necessaria per ricaricarci e continuare a camminare;
* Cammino come lo zaino, che abbiamo portato sulle spalle e che con l’andare del tempo si è fatto più pesante e ci segnava le spalle;
* Cammino come il bucato, che ogni giorno facevamo alle fontane per lavare i nostri vestiti sporchi di polvere così da renderli puliti e pronti per il giorno seguente;
* Cammino come il canto, che nei momenti di sconforto ci ridava energia;
* Cammino come la conchiglia, che rappresenta la fatica di aver raggiunto la meta e lo stimolo per cercare altre mete da raggiungere;
* Cammino come il Km 0.00 a Finisterrae, dove si è concluso il nostro pellegrinaggio: lì si brucia un indumento usato lungo il cammino che rappresenta il passato che si vuole lasciare alle spalle. Anche noi abbiamo compiuto questo gesto e siamo ripartiti con il proposito di iniziare un nuovo cammino nella vita di ogni giorno. Come avete potuto leggere il nostro cammino è stato lungo e faticoso ma ci ha portato a riscoprire la dimensione comunitaria della vita badando al passo del fratello che abbiamo accanto, perché solo così si può percorrere un cammino insieme, raggiungendo ogni meta che il Signore ci pone innanzi lungo la strada della vita. Grazie al Signore e a San Giacomo per quest’esperienza profonda: sono sicuro che ritornerò a Santiago!
Davide
* Cammino come abbandono delle comodità: l’orologio, la tv, il computer, il dormire in comodi letti, la lavatrice… oggetti superflui che utiliziamo quotidianamente;
* Cammino come scelta d’ascolto interiore, durante i momenti di silenzio vissuti nelle chiese o lungo il percorso;
* Cammino come cucinare insieme, con padelle di fortuna per fare dei piatti semplici e rifocillarci dopo le molte ore del cammino (7 – 8 al giorno);
* Cammino come gioia di un faticoso arrivo, sotto il sole, sulla piazza della Cattedrale, come mettersi in fila con molti altri pellegrini per passare dalla Porta Santa, salire ad abbracciare San Giacomo e sussurrargli all’orecchio l’antica frase “Ricordami a Dio amico mio”, riponendo in lui le gioie e le fatiche del cammino;
* Cammino come l’incenso del Botafumero, che durante la messa del pellegrino, spargendo l’incenso, ha portato in cielo le nostre preghiere;
* Cammino come il silenzio della notte, dove solamente i passi dei tuoi compagni di viaggio risuonavano nel silenzio e dove la fioca luce delle torce illuminava il procedere dei nostri passi, rendendoci un tutt’uno col creato;
* Cammino come le frecce gialle e i cippi chilometrici, simboli e guida sul tracciato, che sagge mani hanno disegnato per facilitare il procedere millenario dei pellegrini;
* Cammino come le sveglie ad ore inconsuete (3, 4, 5 del mattino) per percorrere al fresco i primi Km così da evitare il cocente sole spagnolo;
* Cammino come la Messa quotidiana, che ci ha dato la forza spirituale necessaria per ricaricarci e continuare a camminare;
* Cammino come lo zaino, che abbiamo portato sulle spalle e che con l’andare del tempo si è fatto più pesante e ci segnava le spalle;
* Cammino come il bucato, che ogni giorno facevamo alle fontane per lavare i nostri vestiti sporchi di polvere così da renderli puliti e pronti per il giorno seguente;
* Cammino come il canto, che nei momenti di sconforto ci ridava energia;
* Cammino come la conchiglia, che rappresenta la fatica di aver raggiunto la meta e lo stimolo per cercare altre mete da raggiungere;
* Cammino come il Km 0.00 a Finisterrae, dove si è concluso il nostro pellegrinaggio: lì si brucia un indumento usato lungo il cammino che rappresenta il passato che si vuole lasciare alle spalle. Anche noi abbiamo compiuto questo gesto e siamo ripartiti con il proposito di iniziare un nuovo cammino nella vita di ogni giorno. Come avete potuto leggere il nostro cammino è stato lungo e faticoso ma ci ha portato a riscoprire la dimensione comunitaria della vita badando al passo del fratello che abbiamo accanto, perché solo così si può percorrere un cammino insieme, raggiungendo ogni meta che il Signore ci pone innanzi lungo la strada della vita. Grazie al Signore e a San Giacomo per quest’esperienza profonda: sono sicuro che ritornerò a Santiago!
Davide
font:http://pellegriniasantiago.wordpress.com/
gli aforismi di Natale
Meno di venti giorni ci separano ormai dalla Vigilia di Natale. Per calarci nell'atmosfera natalizia, quella autentica, non quella consumistica, pensavo di compiere un viaggio attraverso i più famosi "aforismi natalizi". Ne posterò periodicamente i più celebri, giusto per assaporare di tanto in tanto una boccone del Santo Natale, e per riflettere.
Un giorno, quando guardando dalla finestra, non vedrò più guerre,
prenderò un albero, lo vestirò di stelle e quel giorno sarà
Natale.Anonimo
Natale si avvicina. In Brasile acceso l'"albero galleggiante"
(ANSA) - RIO DE JANEIRO, 5 DIC - E' uno spettacolo, il gigantesco albero di Natale che da stanotte 'galleggia' illuminato sulla laguna Rodrigo de Freitas, a Rio de Janeiro. Ottantacinque metri di altezza per tre milioni di luci che disegnano angeli, candele e campanelle simboli del Natale e della pace in una citta' spesso sconvolta da ondate di violenza. All'accensione hanno assistito oltre 100 mila persone e tra loro molti turisti. Oltre un milione i visitatori attesi nel periodo in cui l'albero restera' acceso.
Adottate un cucciolo
Camminando lungo il viale principale del Cimitero di S. Maria di Gesù l'attenzione di mia madre è stata catturata da uno strano suono, simile ad un debole lamento. Incuriosita, si è mossa verso il luogo da cui il suono proveniva, una vecchia tomba, ormai abbandonata e distrutta dal tempo. Al suo interno vi sono dei cuccioli, messi alla luce pochi giorni fa da un pastore tedesco.
Se qualcuno potesse prenderli con se, gli regalerebbe certamente un futuro migliore.
Fate girare la voce, ditelo a tutti colori pensate possano essere interessati ad avere un cucciolo e poi andateli a prendere. Natale si avvicina, potrebbe anche essere un bel regalo, oltre che una buona azione.
Salvate questi cuccioli, offrite loro una cuccia e coccolateli. Fermiamo il randagismo.
LA RICERCA La Nasa: ci sono alieni sulla Terra "Un microbo vive in ambiente letale"
Utilizza l'arsenico per vivere e dunque - dicono i ricercatori - ci sono altre forme di vita rispetto a quelle conosciute finora. "E questo potrà avere conseguenze sulla ricerca di forme di vita extraterrestre"
Alieni sulla terra. La Nasa ha annunciato "una scoperta in astrobiologia" che potrebbe dimostrare l'esistenza di un'altra forma di vita, anche sulla Terra. La scoperta potrebbe provare la teoria che esistono creature-ombra in parallelo agli esseri umani e in ambienti finora ritenuti inabitabili, vale a dire che esiste una forma di "vita come non la conosciamo". L'annuncio ufficiale è atteso tra poche ore, e riguarderà - dice la Nasa - "una scoperta dell'astrobiologia che avrà conseguenze sulla ricerca di prove della vita extraterrestre". E la scoperta dovrebbe riguardare un microbo che riesce a vivere in un ambiente finora ritenuto letale per qualsiasi forma di vita. Il batterio è stato trovato in fondo al Mono Lake, nel Parco Nazionale di Yosemite, in California, una lago ricco di arsenico. La creatura usa l'arsenico per sopravvivere e questa capacità, secondo l'agenzia spaziale americana, aumenta la prospettiva che una forma di vita simile possa esistere su altri pianeti che non hanno la nostra atmosfera: "Se questi organismi utilizzano l'arsenico nel loro metabolismo, ciò dimostra che ci sono altre forme di vita rispetto a quelle che conosciamo.
Sono alieni, ma alieni che condividono lo stesso nostro ambiente".
Sono alieni, ma alieni che condividono lo stesso nostro ambiente".
font:http://www.repubblica.it/scienze/2010/12/01/news/nasa_alieni-9745017/
PGS in Italia: Va alla Futura la stracittadina con il Savio
Nella palestra annessa al PalaRescifina, la squadra di Domenico Fazio supera per tre set a zero le ragazze del tecnico Allegra. Successo mai in discussione per Di Bartolo e compagne.
Seconda vittoria in una stracittadina per la Futura Unrra in Serie C femminile. Ad alzare bandiera bianca al cospetto di Giuffrida e compagne è il PGS Savio Messina, rivelazione di queste primissime giornate di campionato. Tre a zero il risultato finale in favore della compagine del presidente Giusi (25-19;25-12,25-20 i punteggi dei set) che ha imposto il ritmo fin dall'avvio, amministrando la gara senza patemi nonostante la orgogliosa resistenza delle biancoblu salesiane. In una palestra desolatamente vuota per l'obbligo di disputare la gara a porte chiuse, il tecnico della squadra ospite Allegra si affida ad uno schieramento iniziale che prevede in regia Stefania Morelli con la Pino opposta, le due centrali sono Roberta Vasi e Brunella Bitto, Saporito e Centorrino schiacciatrici con Marisca libero. La Futura risponde con la diagonale palleggiatrice-opposta formata da Di Bartolo e Giuffrida, le centrali Angelica Erba e D'Andrea, la coppia di schiacciatrici formata da Barbera e Giovanna Erba e il libero Torre. Sin dalle prime battute si intuisce la diversità di passo tra le due squadre in campo. Il Savio è falloso al servizio e poco pungente in attacco. La squadra di Domenico Fazio al contrario spinge forte in battuta ed in contrattacco trova spesso le migliori soluzioni. Centorrino e compagne hanno cercato di trovare le contromisure per contenerne gli attacchi ma con alterna fortuna: le cose migliori le hanno fatte vedere nella parte iniziale del terzo set ma alla distanza è uscita fuori la maggiore esperienza delle ragazze di mister Fazio. La Futura raggiunge così quota nove punti in classifica, scavalcando proprio la squadra di coach Allegra ed insediandosi alle spalle della capolista Barcellona 95 (11 punti e cinque gare giocate) e del Volley S. Teresa (10 punti ma 4 gare giocate come le messinesi). Nel prossimo turno Di Maula e compagne renderanno visita alla Polisportiva Nino Romano Milazzo, che dopo l'exploit del turno precedente contro il Volley s. Teresa ha ceduto al quinto set in casa dell'Azzurra Folgore Pace. Impegno casalingo per il Savio che al PalaTracuzzi sabato riceve la visita dell'AS Volley 96.
FUTURA UNRRA- PGS DOMENICO SAVIO 3-0
FUTURA UNRRA: Di Bartolo, Giuffrida, Erba A., D'Andrea, Barbera, Erba G., Torre (l), Cascio, Di Maula, Girone G., Girone F. All. Domenico Fazio
PGS DOMENICO SAVIO: Morelli, Pino, Vasi, Bitto, Saporito, Centorrino (cap.), Marisca (L1), Anastasi, Costantino, De Francesco, Paluci, Sicari, Bonfiglio (L2). All. Gaetano Allegra
font: http://messinasportiva.it/news.php?id=15749&dove=a
LA STORIA I mille paesi d'Italia abitati dai fantasmi
Viaggio negli oltre mille villaggi abbandonati perché la popolazione li crede infestati da spettri. Un inventario raccolto in un documentario presentato alla Biennale del paesaggio di PAOLO RUMIZ
Il vecchio Tonino Guerra sapeva che vicino a casa sua, a Marecchia in Romagna, c'era un casolare dove sessant'anni prima era passato Ezra Pound. Lo scrittore ci andò, la trovò in rovina, ma provò a entrare lo stesso. L'idea di gettare la propria ombra su quei muri per farli rivivere lo attirava irresistibilmente. Il pavimento della prima stanza era sfondato, riuscì a passare rasente ai muri. La porta della seconda era aperta e dentro si vedeva chiaramente una sedia. Ebbene, su quella sedia, racconta Guerra, c'era un'ombra. Il vecchio Pound, il poeta, seduto di spalle. Inconfondibilmente lui. Le case abbandonate hanno spesso uno spettro che le abita. E poiché l'Italia ha più case abbandonate di qualsiasi altro paese del Mediterraneo - un migliaio di villaggi, più case sparse, che potrebbero contenere la popolazione di Roma e Milano insieme - è probabile che qui si registri anche la massima densità di spettri d'Europa. Bambini che gridano in fondo ai pozzi, ombre di donne abbandonate nel solaio, partigiani torturati, vittime di fatti di sangue. Storie vere, ma più spesso inventate, o trasfigurate, per motivare un abbandono recente, altrimenti inspiegabile.
Che pensare se non storie lugubri davanti a una villa piena di ragnatele che contiene ancora armadi, posaterie, quadri, bicchieri, lettere d'amore? Che dire di un paese abitato da cani e pipistrelli dove la vita sembra essersi interrotta per un maleficio, in assenza di catastrofi come guerre, incendi o terremoti? Parla di questo il documentario "Case abbandonate" di Alessandro Scillitani, che stasera sarà proiettato in anteprima al cinema "Al Corso" di Reggio Emilia, nell'ambito della Biennale del paesaggio. Non un semplice inventario di rovine, ma una galleria di leggende, racconti noir e apparizioni spesso sinistre che abitano il paesaggio dell'italica incuria.
A Paralup in Valle Stura, Piemonte, frazione che si tenta di far rivivere come luogo della memoria partigiana, non c'è solo l'ombra del comandante Duccio Galimberti, ma anche - racconta Antonella Tarpino - la voce di un cantore cieco come Omero che saliva lassù fino agli anni Sessanta, quelli della grande fuga in fabbrica. Esplorando poi la storia di Villa Destefanis nel Vercellese lo scrittore Danilo Arona ha trovato storie da "Poltergeist" (un cimitero di soldati austriaci massacrati dai contadini nelle fondamenta) narrate per motivare eventi terribili registrati dalle cronache, il custode della casa che stermina la propria famiglia e un suicidio dal balcone.
A Casacca nel Parmigiano, territorio di messe nere e riti occulti, si parla di bare scoperchiate nel cimitero, e anche lì l'abbandono è messo in relazione a una tragedia, l'amore proibito di un prete e una suora dal quale sarebbe nato un bambino poi nascosto, sepolto o murato vivo. C'è anche un pozzo, in paese, dove affermano si possa sentire il canto di una bambina caduta lì dentro. Storie probabilmente false, ma utili a razionalizzare l'inspiegabile e talvolta l'indicibile: la fuga in massa delle persone, e poi la spoliazione delle cose per mano di vandali e antiquari.
A Reneuzzi, paese fantasma da Dario Argento (vedi la "villa del bambino urlante" a Torino) sugli impervi monti liguri, l'abbandono è legato a un fatto reale: la storia di Davide che vede partire Mariuccia per la pianura, capisce di perderla per sempre e la uccide, poi si dà alla latitanza. L'ombra dell'omicida terrorizza i pochi rimasti, che fuggono a valle lasciando il villaggio deserto, e non importa se qualche settimana dopo il corpo di Davide suicida sarà trovato decomposto nel bosco. Di Villa Clara a Bologna si dice che la figliastra del padrone - nobile famiglia Alessandri - sarebbe stata murata dopo una tresca proibita con un sottoposto, mentre a Villa Pastore nell'Alessandrino un fantasma di donna suona il piano tutte le notti.
In Romagna l'addensamento di visioni è impressionante, anche perché si tratta spesso di abbandoni di pianura, i più spettrali. Come villa Boccaccini dalle parti di Comacchio, dove Pupi Avati - in quella che definisce una "campagna malata, nebbiosa, inquietante" - ha girato "La casa delle finestre che ridono", la storia di un pittore maledetto, specializzato nel ritrarre agonie. Anche lì segnali del terzo tipo, una lampada che si accende a una finestra, la testa di un diavolo affrescata sotto l'immagine di un santo, e ovunque l'impressione di entrare in uno spazio a-temporale, quasi subacqueo, come se l'abbandono risalisse a mille anni fa, non quaranta.
E poi l'Abruzzo, con gli spettri di Sperone e Frattura, dove senti ancora la voce di bambini estinti. "Luoghi dove - racconta Romano Camassi dell'Istituto geofisico di Bologna - il terremoto non è mai l'unica causa dell'abbandono". E la Calabria, con l'enigma dei "paesi doppi", come li chiama l'antropologo Vito Teti, quelli che si duplicano sulla costa dopo secoli di resistenza sui monti. Storie dove miseria, 'ndrangheta, emigrazione, frane, brigantaggio e latitanza di criminali si intrecciano a costruire storie poco tranquillizzanti. Come Roghudi, protetta da inestricabile boscaglia, dove tutti ti dicono che è meglio non andare. E dove la sera qualche luce fantasma si accende.
Che pensare se non storie lugubri davanti a una villa piena di ragnatele che contiene ancora armadi, posaterie, quadri, bicchieri, lettere d'amore? Che dire di un paese abitato da cani e pipistrelli dove la vita sembra essersi interrotta per un maleficio, in assenza di catastrofi come guerre, incendi o terremoti? Parla di questo il documentario "Case abbandonate" di Alessandro Scillitani, che stasera sarà proiettato in anteprima al cinema "Al Corso" di Reggio Emilia, nell'ambito della Biennale del paesaggio. Non un semplice inventario di rovine, ma una galleria di leggende, racconti noir e apparizioni spesso sinistre che abitano il paesaggio dell'italica incuria.
A Paralup in Valle Stura, Piemonte, frazione che si tenta di far rivivere come luogo della memoria partigiana, non c'è solo l'ombra del comandante Duccio Galimberti, ma anche - racconta Antonella Tarpino - la voce di un cantore cieco come Omero che saliva lassù fino agli anni Sessanta, quelli della grande fuga in fabbrica. Esplorando poi la storia di Villa Destefanis nel Vercellese lo scrittore Danilo Arona ha trovato storie da "Poltergeist" (un cimitero di soldati austriaci massacrati dai contadini nelle fondamenta) narrate per motivare eventi terribili registrati dalle cronache, il custode della casa che stermina la propria famiglia e un suicidio dal balcone.
A Casacca nel Parmigiano, territorio di messe nere e riti occulti, si parla di bare scoperchiate nel cimitero, e anche lì l'abbandono è messo in relazione a una tragedia, l'amore proibito di un prete e una suora dal quale sarebbe nato un bambino poi nascosto, sepolto o murato vivo. C'è anche un pozzo, in paese, dove affermano si possa sentire il canto di una bambina caduta lì dentro. Storie probabilmente false, ma utili a razionalizzare l'inspiegabile e talvolta l'indicibile: la fuga in massa delle persone, e poi la spoliazione delle cose per mano di vandali e antiquari.
A Reneuzzi, paese fantasma da Dario Argento (vedi la "villa del bambino urlante" a Torino) sugli impervi monti liguri, l'abbandono è legato a un fatto reale: la storia di Davide che vede partire Mariuccia per la pianura, capisce di perderla per sempre e la uccide, poi si dà alla latitanza. L'ombra dell'omicida terrorizza i pochi rimasti, che fuggono a valle lasciando il villaggio deserto, e non importa se qualche settimana dopo il corpo di Davide suicida sarà trovato decomposto nel bosco. Di Villa Clara a Bologna si dice che la figliastra del padrone - nobile famiglia Alessandri - sarebbe stata murata dopo una tresca proibita con un sottoposto, mentre a Villa Pastore nell'Alessandrino un fantasma di donna suona il piano tutte le notti.
In Romagna l'addensamento di visioni è impressionante, anche perché si tratta spesso di abbandoni di pianura, i più spettrali. Come villa Boccaccini dalle parti di Comacchio, dove Pupi Avati - in quella che definisce una "campagna malata, nebbiosa, inquietante" - ha girato "La casa delle finestre che ridono", la storia di un pittore maledetto, specializzato nel ritrarre agonie. Anche lì segnali del terzo tipo, una lampada che si accende a una finestra, la testa di un diavolo affrescata sotto l'immagine di un santo, e ovunque l'impressione di entrare in uno spazio a-temporale, quasi subacqueo, come se l'abbandono risalisse a mille anni fa, non quaranta.
E poi l'Abruzzo, con gli spettri di Sperone e Frattura, dove senti ancora la voce di bambini estinti. "Luoghi dove - racconta Romano Camassi dell'Istituto geofisico di Bologna - il terremoto non è mai l'unica causa dell'abbandono". E la Calabria, con l'enigma dei "paesi doppi", come li chiama l'antropologo Vito Teti, quelli che si duplicano sulla costa dopo secoli di resistenza sui monti. Storie dove miseria, 'ndrangheta, emigrazione, frane, brigantaggio e latitanza di criminali si intrecciano a costruire storie poco tranquillizzanti. Come Roghudi, protetta da inestricabile boscaglia, dove tutti ti dicono che è meglio non andare. E dove la sera qualche luce fantasma si accende.
font: http://www.repubblica.it/cronaca/2010/12/02/news/case_fantasmi-9746775/
LAVORO vs. PRIGIONE
Da un NG americano:
IN PRIGIONE passi la maggior parte del tuo tempo in una cella che misura 8x10
AL LAVORO passi la maggior parte del tuo tempo in una stanzetta che misura 6x8
IN PRIGIONE ottieni tre pasti al giorno
AL LAVORO ottieni solo un intervallo per 1 pasto e devi pagartelo
IN PRIGIONE vieni ricompensato della tua buona condotta con una riduzione sulla pena
AL LAVORO vieni ricompensato della tua buona condotta con del lavoro aggiuntivo
IN PRIGIONE una guardia apre e chiude tutte le porte per te
AL LAVORO devi girare con una carta di sicurezza e devi aprire e chiudere tutte le porte da te
IN PRIGIONE puoi vedere la TV e giocare con la Playstation
AL LAVORO non lo puoi fare
IN PRIGIONE puoi avere il tuo bagno personale
AL LAVORO devi condividere il bagno con gli altri
IN PRIGIONE permettono ai tuoi familiari ed amici di venire a trovarti
AL LAVORO non puoi parlare con i tuoi familiari ed amici
IN PRIGIONE tutte le spese sono a carico dei cittadini contribuenti
AL LAVORO tutte le spese per recarti al lavoro sono a carico tuo e dal tuo stipendio vengono trattenute le tasse che servono per pagare i detenuti
IN PRIGIONE passi la maggior parte del tuo tempo guardando attraverso le sbarre della tua cella, desiderando di uscire fuori
AL LAVORO passi la maggior parte del tuo tempo guardando la tua stanzetta, desiderando di uscirne fuori
IN PRIGIONE ci sono dei custodi che spesso sono dei sadici
AL LAVORO vengono chiamati Direttori
AL LAVORO passi la maggior parte del tuo tempo in una stanzetta che misura 6x8
IN PRIGIONE ottieni tre pasti al giorno
AL LAVORO ottieni solo un intervallo per 1 pasto e devi pagartelo
IN PRIGIONE vieni ricompensato della tua buona condotta con una riduzione sulla pena
AL LAVORO vieni ricompensato della tua buona condotta con del lavoro aggiuntivo
IN PRIGIONE una guardia apre e chiude tutte le porte per te
AL LAVORO devi girare con una carta di sicurezza e devi aprire e chiudere tutte le porte da te
IN PRIGIONE puoi vedere la TV e giocare con la Playstation
AL LAVORO non lo puoi fare
IN PRIGIONE puoi avere il tuo bagno personale
AL LAVORO devi condividere il bagno con gli altri
IN PRIGIONE permettono ai tuoi familiari ed amici di venire a trovarti
AL LAVORO non puoi parlare con i tuoi familiari ed amici
IN PRIGIONE tutte le spese sono a carico dei cittadini contribuenti
AL LAVORO tutte le spese per recarti al lavoro sono a carico tuo e dal tuo stipendio vengono trattenute le tasse che servono per pagare i detenuti
IN PRIGIONE passi la maggior parte del tuo tempo guardando attraverso le sbarre della tua cella, desiderando di uscire fuori
AL LAVORO passi la maggior parte del tuo tempo guardando la tua stanzetta, desiderando di uscirne fuori
IN PRIGIONE ci sono dei custodi che spesso sono dei sadici
AL LAVORO vengono chiamati Direttori
font:http://blog.chatta.it/menphis75/7952838/Lavoro-VS-Prigione.aspx
PGS in Italia: minivolley, il Tour Marcantonio Scipione partirà da Alassio
Alassio. Partirà da Alassio, domenica 12 dicembre, l’edizione 2010/11 del Minivolley Tour Marcantonio Scipione. Al Palasport Lorenzo Ravizza si disputerà la 1° tappa, valida anche come 18° “Torneo Città di Alassio – Speciale Natale” con l’organizzazione dell’Alassio Volley Pgs Don Bosco della presidente Ornella Testa ed il patrocinio del Comune di Alassio.L’iscrizione è gratuita. Ogni associazione sortiva potrà iscrivere un numero massimo di due squadre per categoria. Il programma scatterà alle 9,15 con la categoria Superminivolley, riservata ai nati nell’anno 1999 e successivi. In contemporanea spazio alla categoria New Super che però non avrà valore ai fini della classifica. Alle 12,30 le prime premiazioni. Dopo la pausa pranzo si riprenderà alle 14,45 con la Palla Rilanciata, riservata ai nati nell’anno 2003 e successivi, il Minivolley, per i nati nel 2000 e successivi, ed il New Mini, riservato alle classi 2001 e 2002 e anch’esso non valido per la graduatoria del Tour. Le adesioni sono aperte sino al 9 dicembre e si chiuderanno al raggiungimento del numero di squadre previsto: 16 per la Palla Rilanciata, 32 per Minivolley e New Mini, 36 per Superminivolley e New Super. Alle 18 avranno luogo le ultime premiazioni. Saranno premiate le prime classificate nella Palla Rilanciata, nel Mini e nel Super. Un gadget ricordo per tutti i partecipanti sarà offerto dall’Alassio Volley.
font: http://www.ivg.it/2010/11/minivolley-il-tour-marcantonio-scipione-partira-da-alassio/
IL RAPPORTO: Il lungo addio dei ragazzi alla tv ritratto di una generazione Facebook
Le sorprese dell'indagine annuale della Società di pediatria sugli adolescenti italiani fra i 12 e i 14 anni:lemntamente le relazioni in rete prevalgono su tutto, ma producono anche comportamenti a rischio. Meno alcol e sigarette ma più droghe leggere
ROMA - Hanno sempre meno fiducia nelle "istituzioni" tradizionali, a cominciare dalla famiglia (ma soprattutto nei politici); consumano meno alcol e sigarette, ma si fanno più "canne"; vorrebbero lezioni di educazione sessuale a scuola e seguono diete fai-da-te. Soprattutto, lasciando piano piano la televisione, si stanno spostando nella Rete dove con le loro relazioni si moltiplicano i comportamenti a rischio come dare il proprio numero di telefono a sconosciuti o accettare appuntamenti al buio. E' in sintesi il ritratto dei ragazzi italiani che emerge dalla XIV indagine "Abitudini e stili di vita degli adolescenti" realizzata dalla Società italiana di pediatria.
Il rapporto, che sarà presentato al convegno "La società degli adolescenti" (il 2 dicembre a Salsomaggiore), è il risultato di una ricerca patrocinata dal ministero della Gioventù e realizzata attraverso l'ascolto di 1.300 studenti delle scuole medie, di età compresa fra i 12 e i 14 anni. Che il Web stai modificando abitudini e stimoli è sancito dal sorpasso di Internet sulla tv e soprattutto dall'inarrestabile ascesa di Facebook: il 67% degli interpellati da dichiarato di avere il profilo sul sociale network, contro il 50% dell'anno scorso.Il boom di Facebook avviene a discapito di messenger e dei blog personali, crollati in un solo anno dal 41,2% al 17% quasi a indicare che quella del diario personale online era solo una moda passeggera. Il rapporto rivela poi in netto calo la percentuale di navigazione su internet per cercare informazioni utili per lo studio e che le attività principali dei ragazzi sono 'chattare' e navigare su Youtube. Se da un lato i social network promuovono le relazioni all'esterno, dall'altro il mezzo - il pc, ma ovviamente anche la tv - aumenta l'isolamento in famiglia: più della metà die ragazzi intervistati ha detto infatti di avere televisore e computer nella propria cameretta; oltre l'80% (con una nettissima prevalenza dei maschi) gioca ai videogiochi; circa uno su due guarda la tele e oltre il 20% naviga in Internet la sera tardi prima di dormire. Si conferma diffusissima (86%) la cattiva abitudine di guardare la tv durante i pasti. Nel rapporto col web crescono però i comportamenti a rischio come inviare foto, fornire dati e informazioni personali, farsi vedere tramite webcam, accettare incontri con sconosciuti. Oltre il 16% (contro il 12,8% del 2009) dichiara di aver dato il proprio numero di telefono a un estraneo, e uno su quattro (il 24,6% contro il 20,7% del 2009) non ha esitato a inviare una sua foto. E' vero che nella stragrande maggioranza dei casi gli 'sconosciuti' sono altri adolescenti, ma non sono rari gli episodi in cui l'interlocutore è un adulto.
Secondo il presidente della Sip, Alberto Ugazio, il sorpasso del web sulla tv "di per sè è un fatto positivo perché Internet è una straordinaria finestra sul mondo, con un enorme potenziale di arricchimento culturale e di crescita, soprattutto se rapportato a ciò che oggi propone la televisione. Ma tutto - dice Ugazio - dipende da come si usa. Se il web viene utilizzato prevalentemente per chattare, per sostituire ai rapporti reali una comunicazione virtuale, se aumentano sul web i comportamenti potenzialmente a rischio allora sorge qualche dubbio su questo sorpasso". I dati della ricerca riguardanti alcol e stupefacenti vengono contestati dal Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio, secondo cui "l'indagine Sip ha portato a comunicare conclusioni troppo affrettate e non supportate da una corretta indagine statistica". Secondo una nota diramata dal dipartimento, "l'indagine può essere considerata solo uno studio di fattibilità, dato l'esiguo campione nazionale di rilevamento".
Il rapporto, che sarà presentato al convegno "La società degli adolescenti" (il 2 dicembre a Salsomaggiore), è il risultato di una ricerca patrocinata dal ministero della Gioventù e realizzata attraverso l'ascolto di 1.300 studenti delle scuole medie, di età compresa fra i 12 e i 14 anni. Che il Web stai modificando abitudini e stimoli è sancito dal sorpasso di Internet sulla tv e soprattutto dall'inarrestabile ascesa di Facebook: il 67% degli interpellati da dichiarato di avere il profilo sul sociale network, contro il 50% dell'anno scorso.Il boom di Facebook avviene a discapito di messenger e dei blog personali, crollati in un solo anno dal 41,2% al 17% quasi a indicare che quella del diario personale online era solo una moda passeggera. Il rapporto rivela poi in netto calo la percentuale di navigazione su internet per cercare informazioni utili per lo studio e che le attività principali dei ragazzi sono 'chattare' e navigare su Youtube. Se da un lato i social network promuovono le relazioni all'esterno, dall'altro il mezzo - il pc, ma ovviamente anche la tv - aumenta l'isolamento in famiglia: più della metà die ragazzi intervistati ha detto infatti di avere televisore e computer nella propria cameretta; oltre l'80% (con una nettissima prevalenza dei maschi) gioca ai videogiochi; circa uno su due guarda la tele e oltre il 20% naviga in Internet la sera tardi prima di dormire. Si conferma diffusissima (86%) la cattiva abitudine di guardare la tv durante i pasti. Nel rapporto col web crescono però i comportamenti a rischio come inviare foto, fornire dati e informazioni personali, farsi vedere tramite webcam, accettare incontri con sconosciuti. Oltre il 16% (contro il 12,8% del 2009) dichiara di aver dato il proprio numero di telefono a un estraneo, e uno su quattro (il 24,6% contro il 20,7% del 2009) non ha esitato a inviare una sua foto. E' vero che nella stragrande maggioranza dei casi gli 'sconosciuti' sono altri adolescenti, ma non sono rari gli episodi in cui l'interlocutore è un adulto.
Secondo il presidente della Sip, Alberto Ugazio, il sorpasso del web sulla tv "di per sè è un fatto positivo perché Internet è una straordinaria finestra sul mondo, con un enorme potenziale di arricchimento culturale e di crescita, soprattutto se rapportato a ciò che oggi propone la televisione. Ma tutto - dice Ugazio - dipende da come si usa. Se il web viene utilizzato prevalentemente per chattare, per sostituire ai rapporti reali una comunicazione virtuale, se aumentano sul web i comportamenti potenzialmente a rischio allora sorge qualche dubbio su questo sorpasso". I dati della ricerca riguardanti alcol e stupefacenti vengono contestati dal Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio, secondo cui "l'indagine Sip ha portato a comunicare conclusioni troppo affrettate e non supportate da una corretta indagine statistica". Secondo una nota diramata dal dipartimento, "l'indagine può essere considerata solo uno studio di fattibilità, dato l'esiguo campione nazionale di rilevamento".
font:http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2010/11/29/news/ritratto_degli_adolescenti_italiani-9640085/
Barcelona Real Madrid 5 0 EL CLASSICO FULL HIGHLIGHTS HD 29 11 2010
LEZIONE DI CALCIO DEL BARCA CHE NE POTEVA FARE BENISSIMO ALTRI 2 o? 3 IN PIU ED ERANO SEMPRE POCHI !!!
Il segnale
Un povero naufrago arrivò sulla spiaggia di un'isoletta deserta aggrappato ad un piccolo relitto della barca su cui stava viaggiando, dopo una terribile tempesta. L'isola era poco più di uno scoglio, aspro e inospitale.Il pover'uomo cominciò a pregare. Chiese a Dio, con tutte le sue forze, di salvarlo e ogni giorno scrutava l'orizzonte in attesa di veder sopraggiungere un aiuto, ma non arrivava nessuno.Dopo qualche giorno si organizzò. Sgobbando e tribolando fabbricò qualche strumento per cacciare e coltivare, sudando sangue riuscì ad accendere il fuoco, sì costruì una capanna e un riparo contro le violente bufere. Passò qualche mese. Il pover'uomo continuava la sua preghiera, ma nessuna nave appariva all'orizzonte. Un giorno, un colpo di brezza sul fuoco spinse le fiamme a lambire la stuoia del naufrago. In un attimo tutto s'incendiò. Dense volute di fumo si alzarono verso il cielo. Gli sforzi di mesi, in pochi istanti, si ridussero a un mucchietto di cenere. Il naufrago, che invano aveva tentato di salvare qualcosa, si buttò piangendo nella sabbia. "Perché. Signore? Perché anche questo?". Qualche ora dopo, un grossa nave attraccò vicino all'isola. Vennero a prenderlo con una scialuppa. "Ma come avete fatto a sapere che ero qui?" chiese il naufrago, quasi incredulo. "Abbiamo visto i segnali di fumo" gli risposero. Le tue difficoltà di oggi sono segnali di fumo per la grazia futura. Dio verrà a salvarti.
http://blog.chatta.it/menphis75/7973108/Il-segnale.aspx
Il brindisi paperissima degli sposi emozionati
Gli sguardi non sembrano né molto allegri né particolarmente rilassati: sarà per il nervosismo da matrimonio, ma il tradizionale brindisi incrociato di questa coppia è probabilmente uno dei peggiori della storia
Follie dal mondo. In moto per l'Himalaia
Trovo sul web e riporto.
Finalmente ho notizie di Gaurav dal Ladakh. Questa è la prima comunicazione che riesce a mandare da quanto è partito e che racconta la prima parte della sua avventura. Gaurav è sulla strada del Changtang, con l’idea di trascorrere l’inverno sull’altopiano abitato più alto e freddo del mondo, per vivere insieme ai nomadi Chang Pa e raccogliere materiale per un nuovo documentario.
Gaurav è partito verso l’Himalaia d’estate, proprio in coincidenza con il terribile alluvione che ha coinvolto anche il Kashmir e il Pakistan, colpendo quasi 14 milioni di persone e del quale, forse troppo presto, ci si è dimenticati.
Ecco la lettera di Gaurav:
Gaurav è partito verso l’Himalaia d’estate, proprio in coincidenza con il terribile alluvione che ha coinvolto anche il Kashmir e il Pakistan, colpendo quasi 14 milioni di persone e del quale, forse troppo presto, ci si è dimenticati.
Ecco la lettera di Gaurav:
22 novembre 2010
Il viaggio del “Motociclista Chang Pa” sarebbe dovuto iniziare nella prima settimana di luglio, ma i fondi raccolti non erano ancora sufficienti. Fortunatamente, poco dopo, la Lemax Jeans si è unita al nostro progetto come sponsor e sostenitore. Appena risolta la questione, però, sono stato male a causa di una brutta infezione batterica e ho potuto lasciare Mumbai solo il 2 settembre.
Per evitare di viaggiare per 1200km in balia dei monsoni, quest’anno particolarmente violenti, ho deciso di trasportare la moto via treno fino a Jaipur, nel deserto del Rajasthan. Mera illusione: ho comunque viaggiato sotto una pioggia battente per i successivi 1000km!
A Darcha, dove comincia la zona desertica in altura, la pioggia è finalmente cessata. Le insolite precipitazioni estive, accompagnate dai detriti dei lavori di allargamento delle corsie, hanno trasformato le strade di montagna in veri e propri percorsi di fango. L’aria, specialmente nelle salite, era satura di odore di dischi frizione surriscaldati e di scarichi di macchine in difficoltà. La vista di veicoli rotti o guasti a bordostrada non era rara e invece di godermi lo scenario della magnifica strada Manali – Leh, sono stato costretto a concentrarmi con attenzione sulla guida.
La Maniali – Leh è come una vecchia amica, ma questa volta il mio passo è stato più lento del solito. La mia nuova videocamera, una Panasonic HMC-150 HD, necessita di accurate regolazioni per un’esposizione corretta, qualcosa che sto imparando lungo la strada. La Canon 550D, una macchina fotografica digitale, è molto più pratica e può anche effettuare riprese in alta definizione. In caso di cattivo tempo, le piccole dimensioni della Canon, aiutano molto, ma, ironicamente, impiego più tempo a girare con la Canon dato che devo usare un registrare audio separato perché registra solo in monofonia. Ad ogni inizio ripresa batto le mani per avere un riferimento per sincronizzare audio e video in post-produzione, una pratica che ho rubato dalle riprese dei film “veri”.
Proteggere l’equipaggiamento dagli elementi e, allo stesso tempo, usarlo per effettuare le riprese in balia delle pessime condizioni atmosferiche è molto difficile, dato che devo preservarlo per la durata di un intero anno. Ad esempio la Canon si è rifiutata di accendersi un paio di volte, alla mattina presto (-15 gradi) e spesso devo bloccare il treppiede con delle pesanti pietre per evitare che il vento se lo porti via.Anche la moto ha avuto qualche problema. Solitamente si comporta come “Loner” [Solitaria], la mia fedele compagnia di tanti viaggi, ma talvolta è capricciosa e problematica, proprio come una Royal Enfield. Tutto questo “divertimento” si accompagna ad altri simpatici fenomeni tipici delle alte quote, come mal di testa e disagio. Per fortuna il forte entusiasmo dell’usare usare questa nuova magnifica attrezzatura e, ancora più importante, di lavorare su un nuovo film mi aiuta a superare tutto. Ad ogni modo, mi sto divertendo!
I tre giorni e mezzo necessari a coprire i 475 chilometri della Manali – Leh impiegati durante le riprese di Riding Solo sono diventati dieci, questa volta. Gran colpa è certo del mal tempo, ma ho voluto girare molte più scene questa volta. Andare veloce non è il mio obiettivo principale e procedere lentamente su questa strada, mi ha insegnato molte cose. Per esempio c’è una vecchia leggenda che vuole che un certo tratto sia “afrodisiaco” e ho scoperto anche un piccolo tempio che custodisce un teschio, dove i camionisti lasciano offerte di cibo, alcool e sigarette.
Sono rimasto sbigottito al mio arrivo a Leh: tutta la regione è stata segnata dalle piogge torrenziali, ma Leh è stata colpita da una serie di veri e propri nubifragi nella notte del 5 agosto ed è stata letteralmente devastata. Ma gli stoici e coriacei Buddisti di Leh, sotto la guida di Sua Santità, il Dalai Lama, hanno tenuto duro e stanno andando avanti.
La sosta a Leh è stata esageratamente lunga a causa di alcuni permessi speciali che ho dovuto richiedere per poter riprendere nel Changthang. Dopo quasi due mesi sono pronto a raggiungere i Chang Pa e a trascorrere il mio primo inverno da nomade, in balia del freddo glaciale del deserto più alto del mondo: il Ladakh.
Voglio ringraziare tutti quelli che ci hanno sostenuto e che continuano a supportarci per questo sogno/progetto. Grazie alla Lemax Jeans per aver sponsorizzato il film e alla Nemo Equipment e alla Tucano Urbano rispettivamente per l’attrezzatura da campeggio e da viaggio. L’amabile tenda Tenshi ha funzionato da perfetto scudo contro pioggia e neve. L’attrezzatura Tucano Urbano, i guanti, la borsa da serbatoio, il telo coprimoto , l’antipioggia e, soprattutto, i para ginocchia, mi hanno tenuto al caldo e all’asciutto anche nelle peggiori condizioni.
Vi terremo aggiornati sui nostri progressi ogni paio di mesi, sperando di condividere con voi tutti i dettagli e l’entusiasmo nello sviluppo del nostro nuovo film. A tutti l’augurio di un magnifico anno nuovo!
- Gaurav Jani
Il viaggio del “Motociclista Chang Pa” sarebbe dovuto iniziare nella prima settimana di luglio, ma i fondi raccolti non erano ancora sufficienti. Fortunatamente, poco dopo, la Lemax Jeans si è unita al nostro progetto come sponsor e sostenitore. Appena risolta la questione, però, sono stato male a causa di una brutta infezione batterica e ho potuto lasciare Mumbai solo il 2 settembre.
Per evitare di viaggiare per 1200km in balia dei monsoni, quest’anno particolarmente violenti, ho deciso di trasportare la moto via treno fino a Jaipur, nel deserto del Rajasthan. Mera illusione: ho comunque viaggiato sotto una pioggia battente per i successivi 1000km!
A Darcha, dove comincia la zona desertica in altura, la pioggia è finalmente cessata. Le insolite precipitazioni estive, accompagnate dai detriti dei lavori di allargamento delle corsie, hanno trasformato le strade di montagna in veri e propri percorsi di fango. L’aria, specialmente nelle salite, era satura di odore di dischi frizione surriscaldati e di scarichi di macchine in difficoltà. La vista di veicoli rotti o guasti a bordostrada non era rara e invece di godermi lo scenario della magnifica strada Manali – Leh, sono stato costretto a concentrarmi con attenzione sulla guida.
La Maniali – Leh è come una vecchia amica, ma questa volta il mio passo è stato più lento del solito. La mia nuova videocamera, una Panasonic HMC-150 HD, necessita di accurate regolazioni per un’esposizione corretta, qualcosa che sto imparando lungo la strada. La Canon 550D, una macchina fotografica digitale, è molto più pratica e può anche effettuare riprese in alta definizione. In caso di cattivo tempo, le piccole dimensioni della Canon, aiutano molto, ma, ironicamente, impiego più tempo a girare con la Canon dato che devo usare un registrare audio separato perché registra solo in monofonia. Ad ogni inizio ripresa batto le mani per avere un riferimento per sincronizzare audio e video in post-produzione, una pratica che ho rubato dalle riprese dei film “veri”.
Proteggere l’equipaggiamento dagli elementi e, allo stesso tempo, usarlo per effettuare le riprese in balia delle pessime condizioni atmosferiche è molto difficile, dato che devo preservarlo per la durata di un intero anno. Ad esempio la Canon si è rifiutata di accendersi un paio di volte, alla mattina presto (-15 gradi) e spesso devo bloccare il treppiede con delle pesanti pietre per evitare che il vento se lo porti via.Anche la moto ha avuto qualche problema. Solitamente si comporta come “Loner” [Solitaria], la mia fedele compagnia di tanti viaggi, ma talvolta è capricciosa e problematica, proprio come una Royal Enfield. Tutto questo “divertimento” si accompagna ad altri simpatici fenomeni tipici delle alte quote, come mal di testa e disagio. Per fortuna il forte entusiasmo dell’usare usare questa nuova magnifica attrezzatura e, ancora più importante, di lavorare su un nuovo film mi aiuta a superare tutto. Ad ogni modo, mi sto divertendo!
I tre giorni e mezzo necessari a coprire i 475 chilometri della Manali – Leh impiegati durante le riprese di Riding Solo sono diventati dieci, questa volta. Gran colpa è certo del mal tempo, ma ho voluto girare molte più scene questa volta. Andare veloce non è il mio obiettivo principale e procedere lentamente su questa strada, mi ha insegnato molte cose. Per esempio c’è una vecchia leggenda che vuole che un certo tratto sia “afrodisiaco” e ho scoperto anche un piccolo tempio che custodisce un teschio, dove i camionisti lasciano offerte di cibo, alcool e sigarette.
Sono rimasto sbigottito al mio arrivo a Leh: tutta la regione è stata segnata dalle piogge torrenziali, ma Leh è stata colpita da una serie di veri e propri nubifragi nella notte del 5 agosto ed è stata letteralmente devastata. Ma gli stoici e coriacei Buddisti di Leh, sotto la guida di Sua Santità, il Dalai Lama, hanno tenuto duro e stanno andando avanti.
La sosta a Leh è stata esageratamente lunga a causa di alcuni permessi speciali che ho dovuto richiedere per poter riprendere nel Changthang. Dopo quasi due mesi sono pronto a raggiungere i Chang Pa e a trascorrere il mio primo inverno da nomade, in balia del freddo glaciale del deserto più alto del mondo: il Ladakh.
Voglio ringraziare tutti quelli che ci hanno sostenuto e che continuano a supportarci per questo sogno/progetto. Grazie alla Lemax Jeans per aver sponsorizzato il film e alla Nemo Equipment e alla Tucano Urbano rispettivamente per l’attrezzatura da campeggio e da viaggio. L’amabile tenda Tenshi ha funzionato da perfetto scudo contro pioggia e neve. L’attrezzatura Tucano Urbano, i guanti, la borsa da serbatoio, il telo coprimoto , l’antipioggia e, soprattutto, i para ginocchia, mi hanno tenuto al caldo e all’asciutto anche nelle peggiori condizioni.
Vi terremo aggiornati sui nostri progressi ogni paio di mesi, sperando di condividere con voi tutti i dettagli e l’entusiasmo nello sviluppo del nostro nuovo film. A tutti l’augurio di un magnifico anno nuovo!
- Gaurav Jani
Novità nel campo della lotta all'AIDS.
Aids: arriva la “pillola del giorno prima”, previene l’infezione nell’uomo
Una "pillola del giorno prima" per prevenire l'infezione da virus Hiv negli uomini. La pillola - da prendere una volta al giorno - è stata testata con uno studio internazionale condotto in sei paesi ed i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista The New England Journal of Medicine. Lo studio ha dimostrato un minore rischio del 70% di contrarre l'infezione nel campione di uomini cui il farmaco è stato somministrato quotidianamente. "Si tratta - ha commentato il direttore del Dipartimento del farmaco dell'Istituto Superiore di Sanità, Stefano Vella - di uno studio molto importante, che rappresenta un passo avanti nella lotta a questa malattia". Altro discorso è l'applicazione pratica che un simile farmaco potrebbe avere: "Potrebbe essere destinato alla popolazione a più alto rischio di contagio - ha detto Vella - ma non si può pensare ad un suo utilizzo generalizzato".La nuova pillola è la combinazione di due farmaci (emtricitabina e tenofovir) che hanno la funzione di interferire con l'abilità del virus Hiv di replicarsi nelle cellule. La combinazione dei due farmaci antiretrovirali assunta oralmente, rileva lo studio, ha ridotto del 44% il tasso di infezione da virus Hiv nel campione di uomini omosessuali considerati nello studio. Inoltre, nel campione cui la pillola é stata somministrata ogni giorno la riduzione del rischio di contrarre l'infezione ha raggiunto il 70%.La ricerca è stata condotta nel periodo luglio 2007-dicembre 2009 da 11 centri in sei Paesi (Sudafrica, Tailandia, Peru, Brasile, Stati Uniti, America latina). La pillola rappresenta un approccio di 'profilassi da pre-esposizione', e già suscita vari dubbi dal punto di vista etico: ad esempio, alcuni esperti si chiedono se la possibilità di ricorrere ad una pillola 'preventiva' non rischi di incoraggiare comportamenti sessuali pericolosi. Un simile approccio, ha ricordato Vella, "é stato già utilizzato nel caso della Sifilide, con la penicillina somministrata in via preventiva". Nel caso dell'Aids, ha aggiunto, "si è dimostrato che la combinazione di farmaci data in via preventiva funziona, riducendo di molto la percentuale di contagio rispetto al gruppo cui era somministrato un farmaco placebo. Tuttavia - ha concluso Vella - non è ipotizzabile per questo nuovo farmaco un utilizzo generalizzato, mentre credo che la sua applicazione vada indirizzata alle fasce di popolazione maggiormente a rischio".
Una "pillola del giorno prima" per prevenire l'infezione da virus Hiv negli uomini. La pillola - da prendere una volta al giorno - è stata testata con uno studio internazionale condotto in sei paesi ed i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista The New England Journal of Medicine. Lo studio ha dimostrato un minore rischio del 70% di contrarre l'infezione nel campione di uomini cui il farmaco è stato somministrato quotidianamente. "Si tratta - ha commentato il direttore del Dipartimento del farmaco dell'Istituto Superiore di Sanità, Stefano Vella - di uno studio molto importante, che rappresenta un passo avanti nella lotta a questa malattia". Altro discorso è l'applicazione pratica che un simile farmaco potrebbe avere: "Potrebbe essere destinato alla popolazione a più alto rischio di contagio - ha detto Vella - ma non si può pensare ad un suo utilizzo generalizzato".La nuova pillola è la combinazione di due farmaci (emtricitabina e tenofovir) che hanno la funzione di interferire con l'abilità del virus Hiv di replicarsi nelle cellule. La combinazione dei due farmaci antiretrovirali assunta oralmente, rileva lo studio, ha ridotto del 44% il tasso di infezione da virus Hiv nel campione di uomini omosessuali considerati nello studio. Inoltre, nel campione cui la pillola é stata somministrata ogni giorno la riduzione del rischio di contrarre l'infezione ha raggiunto il 70%.La ricerca è stata condotta nel periodo luglio 2007-dicembre 2009 da 11 centri in sei Paesi (Sudafrica, Tailandia, Peru, Brasile, Stati Uniti, America latina). La pillola rappresenta un approccio di 'profilassi da pre-esposizione', e già suscita vari dubbi dal punto di vista etico: ad esempio, alcuni esperti si chiedono se la possibilità di ricorrere ad una pillola 'preventiva' non rischi di incoraggiare comportamenti sessuali pericolosi. Un simile approccio, ha ricordato Vella, "é stato già utilizzato nel caso della Sifilide, con la penicillina somministrata in via preventiva". Nel caso dell'Aids, ha aggiunto, "si è dimostrato che la combinazione di farmaci data in via preventiva funziona, riducendo di molto la percentuale di contagio rispetto al gruppo cui era somministrato un farmaco placebo. Tuttavia - ha concluso Vella - non è ipotizzabile per questo nuovo farmaco un utilizzo generalizzato, mentre credo che la sua applicazione vada indirizzata alle fasce di popolazione maggiormente a rischio".
Fonte: Tiscali
Here comes the sun. The Beatles
Here comes the sun, here comes the sun,
and I say it's all right
Little darling, it's been a long cold lonely winter
Little darling, it feels like years since it's been here
Here comes the sun, here comes the sun
and I say it's all right
Little darling, the smiles returning to the faces
Little darling, it seems like years since it's been here
Here comes the sun, here comes the sun
and I say it's all right
Sun, sun, sun, here it comes...
Sun, sun, sun, here it comes...
Sun, sun, sun, here it comes...
Sun, sun, sun, here it comes...
Sun, sun, sun, here it comes...
Little darling, I feel that ice is slowly melting
Little darling, it seems like years since it's been clear
Here comes the sun, here comes the sun,
and I say it's all right
It's all right
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