Una ricerca dell'Università di Cambridge prova, per la prima volta, la verità scientifica dell'antico adagio "casa dolce casa". I dati raccolti analizzando le conversazioni attraverso un telefonino appositamente modificato. Il pericolo? Che della stessa tecnologia si impadronisca il marketing per leggerci dentro
COPENHAGEN - "Home sweet home". Casa dolce casa. E ancora: "Home is where the heart is". La casa è dove è il tuo cuore. L'antico adagio non può mentire. Dalle caverne ai loft ultratecnologici, la sua dimora è il luogo dove l'uomo si libera di scarpe, vestiti e soprattutto di ogni schermo alle emozioni. Perché a casa si sente protetto, al sicuro. Felice. Una convinzione condivisa da sempre, eppure mai provata scientificamente. A colmare il vuoto giunge oggi una ricerca elaborata all'Università di Cambridge, utilizzando una metodologia in apparenza semplice eppure rivoluzionaria: tracciare la mappatura delle emozioni provate da un essere umano studiando le sue conversazioni al cellulare. E' il telefonino, dunque, lo strumento con cui i ricercatori coordinati dalla dottoressa Cecilia Mascolo, hanno raccolto i dati su cui basare il loro studio, presentato in questi giorni in conferenza a Copenhagen. Concludendo che quando sono a casa, gli esseri umani sono più felici. Ovviamente, non un cellulare qualunque, ma un modello appositamente modificato. Dell'apparecchio sono stati dotati 18 volontari, che lo hanno usato per 10 giorni, periodo durante il quale le "cavie" hanno dovuto anche redigere un personale diario delle loro emozioni. I ricercatori, a loro volta, hanno utilizzato un software per il riconoscimento delle voci al telefono per tracciare il percorso emozionale di ognuno dei 18 volontari. Tutto questo mentre il Gps rivelava la loro posizione al momento della conversazione e il Bluetooth l'identità del loro interlocutore.
Metodologia che aprirebbe la via a una migliore comprensione della psicologia umana. Perché, secondo gli esperti, osservando gli esseri umani nei loro ambienti naturali, gli psicologi possono ottenere risultati molto significativi nell'analisi della felicità, della rabbia e dello stress utilizzando metodi che non siano percepiti dai soggetti come intrusivi. Proprio come il telefono. Ma c'è un'altra faccia della medaglia: se la scienza esulta, incute una certa inquietudine lo scenario che un giorno la pubblicità sarà in grado di "leggere" la gente sfruttando la via tracciata dalla scienza. Pericolo ben presente nell'agenda della dottoressa Mascolo, che tiene a precisare come i 18 volontari monitorati abbiano mantenuto intatta la loro sfera personale in quanto "proprietari" in ogni momento dei risultati personali dello studio. Quanto allo sviluppo successivo della tecnologia, "ora stiamo cercando di renderla sicura nel racchiudere tutti i dati nel telefono" chiarisce la dottoressa, molto più propensa a illustrare le ricadute scientifiche dell'esperimento piuttosto che le sue possibili conseguenze se messa al servizio del marketing. Secondo la ricerca dell'Università di Cambridge, una persona al telefono è influenzata da ciò che la circonda, dal momento della giornata in cui avviene la conversazione e dalle relazioni con gli altri. E la "collocazione" del soggetto ha un effetto pronunciato sul suo stato mentale. Più in dettaglio, quasi la metà dei soggetti osservati era più felice quando parlava al cellulare da casa, mentre per il 54% sono state registrate emozioni "tristi" se ricevevano la telefonata al lavoro. Inoltre, lo studio rileva come le emozioni siano più intense nelle conversazioni notturne e conferma come le persone siano più propense a esprimere i propri sentimenti quando sono in piccoli gruppi piuttosto che davanti a tanta gente.
Secondo la dottoressa Mascolo, la nuova tecnologia permetterebbe agli psicologi di uscire dai laboratori e, in generale, dagli ambienti artificiali, potendo analizzare gli esseri umani in situazioni a loro naturali e di quotidiana normalità. "Con la nuova tecnologia possiamo intraprendere studi prolungati su più persone - aggiunge la ricercatrice - e così definire una fotografia migliore del comportamento umano, che prima non era possibile ottenere". Perché, conclude, "i telefonini sono strumenti potenti che permettono di studiare il comportamento di una persona in modo sicuro e senza intrusioni nella sua vita, mentre si trova in un ambiente a lei naturale".
Metodologia che aprirebbe la via a una migliore comprensione della psicologia umana. Perché, secondo gli esperti, osservando gli esseri umani nei loro ambienti naturali, gli psicologi possono ottenere risultati molto significativi nell'analisi della felicità, della rabbia e dello stress utilizzando metodi che non siano percepiti dai soggetti come intrusivi. Proprio come il telefono. Ma c'è un'altra faccia della medaglia: se la scienza esulta, incute una certa inquietudine lo scenario che un giorno la pubblicità sarà in grado di "leggere" la gente sfruttando la via tracciata dalla scienza. Pericolo ben presente nell'agenda della dottoressa Mascolo, che tiene a precisare come i 18 volontari monitorati abbiano mantenuto intatta la loro sfera personale in quanto "proprietari" in ogni momento dei risultati personali dello studio. Quanto allo sviluppo successivo della tecnologia, "ora stiamo cercando di renderla sicura nel racchiudere tutti i dati nel telefono" chiarisce la dottoressa, molto più propensa a illustrare le ricadute scientifiche dell'esperimento piuttosto che le sue possibili conseguenze se messa al servizio del marketing. Secondo la ricerca dell'Università di Cambridge, una persona al telefono è influenzata da ciò che la circonda, dal momento della giornata in cui avviene la conversazione e dalle relazioni con gli altri. E la "collocazione" del soggetto ha un effetto pronunciato sul suo stato mentale. Più in dettaglio, quasi la metà dei soggetti osservati era più felice quando parlava al cellulare da casa, mentre per il 54% sono state registrate emozioni "tristi" se ricevevano la telefonata al lavoro. Inoltre, lo studio rileva come le emozioni siano più intense nelle conversazioni notturne e conferma come le persone siano più propense a esprimere i propri sentimenti quando sono in piccoli gruppi piuttosto che davanti a tanta gente.
Secondo la dottoressa Mascolo, la nuova tecnologia permetterebbe agli psicologi di uscire dai laboratori e, in generale, dagli ambienti artificiali, potendo analizzare gli esseri umani in situazioni a loro naturali e di quotidiana normalità. "Con la nuova tecnologia possiamo intraprendere studi prolungati su più persone - aggiunge la ricercatrice - e così definire una fotografia migliore del comportamento umano, che prima non era possibile ottenere". Perché, conclude, "i telefonini sono strumenti potenti che permettono di studiare il comportamento di una persona in modo sicuro e senza intrusioni nella sua vita, mentre si trova in un ambiente a lei naturale".
font: http://www.repubblica.it/scienze/2010/09/30/news/uomo_pi_felice_a_casa_lo_dice_il_cellulare-7549939/?ref=HREC2-15
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