Love Parade, sono 19 le vittime della ressa Morta una ragazza italiana, un'altra è ferita


ROMA - Una ragazza italiana è tra le 19 vittime della strage di ieri a Duisburg 1causata dalla ressa scatenatasi nel tunnel che immetteva all'area della "Love Parade 2". Si chiamava Giulia Minola, bresciana di 21 anni. Intorno all'una di notte, i carabinieri si sono recati presso la sua famiglia. Quando i militari hanno detto alla madre di Giulia che il console italiano in Germania doveva parlarle, la donna ha capito subito: era dal pomeriggio che cercava di mettersi inutilmente in contatto con la figlia. Giulia era alla Love Parade assieme a un'altra ragazza, una giovane torinese la cui identità non è stata resa nota e che figura nell'elenco dei feriti. Lo riferiscono fonti del Consolato italiano a Colonia. Ora è ricoverata in ospedale a Duisburg, le sue condizioni non sono gravi.
La polizia tedesca conferma il numero delle vittime e specifica che quattro sono straniere. Oltre all'italiana Giulia Minola sono morti anche un olandese, un'australiana e una cinese. Le autorità spiegano che l'identificazione delle vittime è quasi completata. Stabile il numero di feriti, 340. Sul dramma è intervenuto anche il Papa, esprimendo il suo "profondo dolore" subito dopo l'Angelus domenicale a Castelgandolfo. "Ricordo nella preghiera - ha detto Ratzinger - i giovani che hanno perso la vita". "Mai più Love Parade". Dopo il disastro e le accuse che piovono loro addosso da parte dei sopravvissuti alla calca, dalla stampa e dagli esperti, i responsabili della Love Parade annunciano la fine del più celebre raduno di musica techno. "La Love Parade è arrivata alla fine. E' sempre stata un evento pacifico e una festa, non si farà più. Le parole non bastano per spiegare le dimensione dello sconcerto - dichiara l'organizzatore Rainer Schaller - la cosa più importante è che si chiariscano i fatti". Devastato dalla tragedia, un altro organizzatore, Fritz Pleitgen, ha detto di sentirsi "chiaramente responsabile in modo congiunto, ma più in senso morale".
L'angoscia delle famiglie. Dal tardo pomeriggio di ieri, quando si è diffusa la notizia della calca mortale alla Love Parade, per tante famiglie italiane è iniziato un autentico incubo. Il raduno tedesco della musica techno, nato nel 1989 a Berlino con poche centinaia di partecipanti, nel corso degli anni è arrivato ad attirare fino a un milione e mezzo di persone, come ieri a Duisburg. Tra queste, tanti nostri connazionali. "Abbiamo ricevuto molte telefonate nella notte" di famiglie in apprensione, conferma il ministero degli Esteri. "E' stato un crescendo, l'unità di crisi ha assicurato una cellula di risposta rinforzata tutta la notte per raccogliere informazioni e poi riscontrarle". Anche le autorità di Duisburg hanno attivato una linea telefonica di emergenza per chi cerca notizie di familiari. Il numero da chiamare è 0049 203 94 000.
Il falò delle responsabilità. Dopo il dolore espresso ieri da una sconvolta Angela Merkel, oggi ha parlato il presidente tedesco Christian Wulff per chiedere un'inchiesta approfondita sull'accaduto. La polizia al momento sta raccogliendo gli elementi. Sulla stampa tedesca è polemica sui 1200 agenti predisposti a fronte del milione e mezzo di partecipanti alla Love Parade, in base alle prime cifre diffuse. Ma la polizia tende a ridimensionare il numero delle persone presenti all'evento. Spiega Wolfgang Rabe, capo dell'unità di crisi: "L'area poteva accogliere oltre 300mila persone, ma non è mai stata piena". Per Rabe, le "sole cifre attendibili" sono quelle relative alle persone arrivate a Duisburg in treno, che alle 14 risultavano essere 105mila. Il capo dell'unità di crisi non ha fornito ulteriori dettagli sull'accaduto. Da parte sua, il sindaco di Duisburg, Adolf Sauerland, ha difeso il proprio operato parlando di un sistema sicurezza "solido" messo in campo. "Probabilmente - dice il sindaco - la responsabilità risiede in errori individuali". Ma il sindacato di polizia denuncia: "Avevamo anticipato da giorni le carenze del piano di sicurezza".
Italiano su Facebook: "Non ci potevo credere". Tra gli italiani alla Love Parade 2010 c'era Marco, originario di Belluno e residente in Germania. Che su Facebook racconta l'incubo. "Sono rientrato dalla Love Parade. Doveva essere la festa dell'anno. L'unica musica che ho sentito sono state le sirene e gli elicotteri!! Non riuscivamo a credere a quello che stava succedendo". Il suo messaggio si conclude con un pensiero per le vittime: "Riposate in pace". Altre testimonianze dal "day after" 3 del sangue sulla techno music. "Ho visto i morti. Altri erano ancora vivi ma incoscienti", racconta uno tra i migliaia di partecipanti. Questo il racconto di Anneke, 18 anni, neozelandese: "Ho fatto un corso di pronto soccorso, ho cercato di aiutare. La gente era disidratata, alcuni continuavano a bere alcol e assumere droghe. Poi sono andata a ballare, aveva bisogno di rilassarmi. Ma ho perso i contatti con i miei due amici, che avevano i miei soldi e il mio telefono".
La morte non ferma le danze. Anneke va a ballare per rilassarsi dopo lo shock. Migliaia di altri hanno continuato a farlo fino a notte fonda, ignari dell'accaduto. Un altro aspetto della vicenda che innesca commenti rabbiosi. Uno per tutti quello di Lubbert, 3enne di Hannover. "E' pazzesco, la festa è proseguita! - dice indignato -. Tutti hanno continuato a ballare, anche quelli che avevano perso un amico", continua il giovane, arrabbiato perché gli organizzatori alla fine dai microfoni hanno ringraziato il pubblico "per la splendida giornata". Significativa la testimonianza di un deejay inglese, Mark Knight, che alla Bbc racconta: "Gli organizzatori sono stati chiari, ci hanno detto che lo show doveva andare avanti, non potevamo fermarci per paura di altre ondate di panico. Moltissime persone hanno continuato a essere completamente all'oscuro di quanto fosse successo, una situazione assolutamente surreale".
"Colpa degli organizzatori". Le cronache raccontano che il dramma si è consumato verso le 17 ieri, quando una massa di giovani ha premuto contro il tunnel della Karl-Lehr-Strasse, unico ingresso allestito dall'organizzazione per l'area del festival, la grande spianata della "Gueterbahnfof", lo scalo merci abbandonato della Deutsche Bahn, le ferrovie tedesche, completamente transennato. A scatenare la ressa forse il tentativo della polizia di bloccare l'ingresso alla folla in attesa all'esterno del tunnel. Ma col passare delle ore, sono sempre di più gli indici puntati contro le scelte degli organizzatori della Love Parade. In particolare, l'aver delimitato con transenne tutta l'area della manifestazione e l'aver individuato in un tunnel, un autentico collo di bottiglia, l'unica via di accesso e di uscita dalla zona. Contro di loro si scaglia il dj Matthias Roeingh, meglio noto come Dr Motte, che nel 1989 fondò la Love Parade abbandonandola nel 2006 per contrasti con l'organizzazione. "Hanno commesso un errore tremendo - dice oggi il deejay -. Come si può lasciare un unico accesso al recinto attraverso un tunnel? E' uno scandalo".
David Zard: "Mancavano le vie di fuga". Dello stesso avviso David Zard, storico organizzatore di concerti, che a Repubblica spiega: "Non dovevano dare il permesso per quell'area: il tunnel era pericoloso, mancavano le vie di deflusso". "Per evitare incidenti - prosegue Zard - vanno stabilite le vie di accesso e di deflusso, un tot di metri per ogni tot di persone. Un prato è la salvezza in caso di terremoto ma se non puoi raggiungerlo?".

font: http://www.repubblica.it/esteri/2010/07/25/news/love_parade_sono_19_i_morti_nella_ressa_anche_una_ragazza_italiana_tra_le_vitttime-5811629/?ref=HREA-1

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