C'era una volta un paese chiamato " al di qua del fiume", proprio per esprimere la sua posizione geografica e l'impossibilità di passare al di là del torrente da parte degli abitanti. La gente del paesino era abituata a guardare con gli occhi bassi, e i loro occhi erano un po' spenti. C'era anche una famiglia molto semplice, povera ma piena di amore, e in questa era cresciuta una bimba, Sallj che tutti consideravano spensierata e anticonformista perché aveva una strana luce negli occhi. Molti la rimproveravano perché non guardava mai solo la terra, ma spesso correva e osava guardarsi intorno e guardare tutto senza paura. Un giorno Sallj stava seduta sul suo amico albero, e da quell'altezza scorse una grotta incavata sulla montagna "Al di là del fiume". Per lei la paura era un'amica e anche se la sentiva, la faceva andare e non la tratteneva, e così riusciva ad essere felice. Sallj ebbe un grande desiderio: Perché non passare al di là del fiume, e scoprire ciò che è al di là del questo? Il desiderio non ebbe neanche il tempo di nascere e rivelarsi, che già si stava concretizzando. Possibile che nessun abitante del paese avesse pensato a come oltrepassare il fiume? E dopo qualche occhiata generale lungo la riva, Sallj vede un arco sopra il fiume fatto con le fronde degli alberi posti lungo il corso. Solo permettendosi di guardare in alto le aveva viste, e nel giro di pochi minuti l'impresa era già compiuta: che semplice è spesso vivere! A questo punto non rimaneva che arrivare alla grotta, ma Sallj non sapeva quale fosse il sentiero per arrivarci e si fermò un attimo per guardare meglio. Tutto sembrava così bello, i prati pieni di fiori, i campi sembravano una distesa di acqua che si lascia solleticare dal vento, e gli alberi sulle colline seguivano il ritmo delle folate d'aria. Tutto era in armonia. La strada non sembrava molto lunga e dopo un breve tratto di salita ecco aprirsi un piazzale grande con qualche panchina molto colorata e una fontana al centro, e dietro questo l'entrata della grotta. Sallj non temeva niente, anche perché tutto era tranquillo. Sentiva però che poteva esserci qualcuno e domandò piano: C'è qualcuno? Di solito non si sente rispondere niente o magari solo avanti. Ebbene una voce tranquilla dal di dentro disse: Vieni tesoro, era da un po' che ti aspettavo. Sallj si sentì subito conosciuta e amata e non vedeva l'ora di vedere quel volto che l'aveva chiamata. Si trovò davanti un vecchio, molto sorridente e simpatico, senza un dente davanti, che ispirava tutt'altro che paura. Passo qualche minuto e i 2 cominciarono a parlare, e Sallj apri il proprio cuore su tutto, visto che il vecchio era anche saggio oltre che simpatico. Ad un tratto il saggio disse a Sallj: Sono felice che tu sia qui, e spero che questo sia l'inizio di una vita nuova, non solo per te ma per tutti gli abitanti del paese. Da sempre esco dalla grotta e mi siedo sulle panche e vi guardo, e cerco di comunicarvi la bellezza della vita al di qua del fiume, al di sopra dei vostri occhi, al di la delle vostre paure. E ora che tu hai aperto la porta e hai fatto uscire la paura, puoi spalancare anche quella dei tuoi genitori e dei tuoi amici, e loro si domanderanno almeno dove hai trovato tanta gioia e tanta pace. Sappi cara Sallj che da ora in poi un seme dentro di te crescerà, è il Seme dell'Amore che Qualcuno ha messo dall'eternità. Questo Qualcuno non vive felice finchè tu non sei felice, e ti sarà per sempre Padre. Non temere di conoscerlo, perché Lui è già presente nella tua vita e ti chiede solo di accogliere questo amore gratuito. Sallj non seppe resistere a quelle parole che risuonavano dolci come i tocchi di un'arpa e cominciò a piangere. Non stette molto con il vecchio saggio e quella sera tornata a casa cominciò ad ascoltare il piccolo seme posto nel suo cuore, certa che domani lo avrebbe ritrovato più grande perché condiviso con gli altri.
T. P.
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